Ursula von der Leyen: il profilo del politico

Ursula von der Leyen

Ursula von der Leyen: brevi cenni alla biografia

Una figura controversa, sulla bocca di tutti, criticata ed osannata. Scopriamo più da vicino chi è Ursula von der Leyen.

Nata ad Ixelles, in Belgio, l’8 ottobre 1958, von der Leyen è figlia di Ernst Albrecht, ex Ministro-Presidente della Bassa Sassonia. Egli aveva partecipato alla redazione del Trattato di Roma, ed era stato uno dei pionieri della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (conosciuta come CECA).

È iscritta dal 1990 al CDU, acronimo dal tedesco di “Unione Cristiano-Democratica di Germania”, un partito politico tedesco dall’orientamento democratico-cristiano e conservatore

Fino al 1963 fu guidato da Konrad Adenauer, primo Cancelliere tedesco del dopoguerra ed uno dei padri fondatori della Comunità europea insieme a Robert Schuman, Jean Monnet ed Alcide de Gasperi.

La sua attività da Ministro

La sua carriera politica inizia concretamente nel 2001, con un mandato locale nella regione di Hannover. Nel 2003 viene eletta deputata al Landtag della Bassa Sassonia.

Il 4 marzo 2003, a seguito della vittoria di Christian Wulff, diventa Ministro degli Affari Sociali, delle Donne, della Famiglia e della Salute della Bassa Sassonia.

Viene, poi, direttamente scelta dalla Cancelliera Angela Merkel nel 2005 per ricoprire il ruolo di Ministro della Famiglia; uno dei suoi cavalli di battaglia nella politica familiare, infatti, sarà lo sviluppo degli asili nido per permettere alle donne di conciliare vita privata e lavorativa, riscuotendo un discreto successo.

“L’attività ministeriale” della von der Leyen, tuttavia, non finisce qui; nel 2009 viene confermata come Ministro della Famiglia, poi diventa Ministro del lavoro e degli affari sociali.

Nel 2013 arriva la svolta: viene nominata Ministro della Difesa, diventando così la prima donna in Germania a ricoprire un tale incarico.

Tuttavia, il suo operato ha trovato non poco malcontento e sono molte le lacune di cui la difesa tedesca avrebbe sofferto a causa dell’operato della “Delfina” della Cancelliera Merkel; viene accusata di mancata amministrazione e cattiva gestione da parte del ministero della difesa tedesco.

Le aspre critiche a von der Leyen

“Non c’è abbastanza personale né materiale, e spesso ci si confronta con la carenza per mancanza. Le truppe sono lungi dall’essere completamente attrezzate”

Così ha dichiarato Hans-Peter Bartels, un deputato socialdemocratico incaricato di monitorare il Bundeswehr per il Parlamento, in un rapporto pubblicato alla fine di gennaio.

Durante un recente viaggio in Lituania, dove circa 450 soldati tedeschi erano di stanza come parte di una missione NATO per scoraggiare l’aggressione russa, i funzionari statunitensi sono stati sgomenti nello scoprire il personale della Bundeswehr che comunicava su telefoni cellulari non sicuri a causa della carenza di apparecchiature radio sicure.

“Non importa dove guardi, c’è disfunzione”, ha detto un ufficiale tedesco di alto rango di stanza presso la sede della Bundeswehr a Berlino. A questi problemi di natura tecnica si aggiungono problemi legati proprio all’assoluto distacco creato tra popolazione e forze armate.

La Bundesweher è in piena crisi di identità e manca totalmente di appeal nei confronti dei giovani, tanto che la stessa Difesa tedesca aveva paventato l’ipotesi di arruolare cittadini stranieri nelle forze armate.

Il suo arrivo alla Commissione europea

Tuttavia, la pessima esperienza al Ministero della Difesa non ha fermato Ursula von der Leyen.

Viene ufficialmente eletta il 16 luglio dal Parlamento europeo con 383 voti favorevoli, 327 contrari, 22 astensioni e una scheda nulla.
Guardando al comportamento dei partiti italiani, il Movimento 5 Stelle sembrerebbe essere stato determinante nella votazione. Dichiarano infatti:”Senza i nostri voti, oggi saremmo davanti a una crisi istituzionale senza precedenti in Europa. Siamo stati l’ago della bilancia”.

Completamente opposto il comportamento della Lega, assolutamente contrario all’elezione della von der Leyen:

“È gravissimo il voto europeo, von der Leyen passa grazie all’asse Merkel, Macron, Renzi, 5stelle”.


A favore della von der Leyen si è espresso lo schieramento delle forze pro-europee rappresentato dal gruppo dei Popolari, di cui fa parte la tedesca, dai Socialisti e democratici e da Renew Europe, i liberal-centristi di Macron.

È stato decisivo anche il consenso dei Paesi del blocco di Visegrad.
Contrari, invece, il gruppo dei sovranisti Identità e democrazia (di cui fa parte la Lega, il partito di Marine Le Pen e i tedeschi di Afd), i Verdi e la sinistra Gue.


A sorpresa la Merkel si è astenuta dalla decisione di nominare von der Leyen perché i partiti che compongono la coalizione socialdemocratica si sono opposti alla lista di leadership dell’UE prevista.

Ursula von der Leyen tra i vertici europei

Dunque, in ultima analisi, la Germania risulta, insieme alla Francia di Macron che è riuscita a piazzare Christine Lagarde a capo della BCE, vincitrice di queste elezioni europee.

L’Italia sembra essere soddisfatta nel dialogare con l’Europa.

Ciò è possibile anche grazie anche al “no” sull’iniziale nome di Frans Tiemmermans (socialista inizialmente scelto al posto della von der Leyen), che spudoratamente metteva in luce un’alleanza franco-tedesca sulla scelta dei nomi per le elezioni.

Questo però non basta a tranquillizzare gli animi; von der Leyen rappresenta per molti “la classe dominante”, colei che propose nel 2011 di ipotecare le riserve auree greche durante la grave crisi economica della Grecia. Allora anche lo stesso governo Merkel decise di prenderne pubblicamente le distanze.

Cosa aspetterà all’Italia non possiamo ancora definirlo, l’era von der Leyen inizierà ufficialmente il 1 novembre, quando prenderà la carica. Le premesse, tuttavia, non possiamo negarlo, non sono rassicuranti.

Martina Ratta per Questione Civile

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