5 maggio 1949: nasce il Consiglio d’Europa
Oggi, l’Archivio di Storia delle Relazioni Internazionali intende descrivere, dalle sue origini alle sue attuali funzioni, l’organizzazione internazionale promotrice della democrazia e dei diritti umani: il Consiglio d’Europa.
Da non confondere con il Consiglio dell’Unione europea o il Consiglio europeo, il Consiglio d’Europa viene fondato il 5 maggio 1949 con il Trattato di Londra, conosciuto come lo Statuto del Consiglio d’Europa, stipulato alla fine del Congresso dell’Aia, che ne definisce gli scopi, gli organi e fissa la sede del Consiglio a Strasburgo, nel Palazzo d’Europa. I 10 Stati ratificatori del Trattato, considerati così i fondatori del Consiglio d’Europa, sono Italia, Belgio, Danimarca, Francia, Inghilterra, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia; oggi, i paesi membri del Consiglio sono ben 47.
Gli stati geograficamente europei che non ne fanno parte sono la Santa Sede (che, comunque, per volontà propria partecipa alle attività dell’Ente con lo status di osservatore) e la Bielorussia (a cui è stato negato l’ingresso per mancanza di democrazia). Cinque Stati del Consiglio non fanno parte dell’Europa geografica: Georgia, Armenia, Azerbaigian, Cipro, Turchia. Alcuni Stati non europei sono osservatori al Consiglio d’Europa: Canada e Messico (osservatori alla Commissione ed all’Assemblea); Israele, Giordania, Marocco, Kazakistan e Kirghizistan (osservatori all’Assemblea); Giappone e Stati Uniti d’America (osservatori alla Commissione).
L’esigenza democratica alle radici del CdE
«Oggi trova la sua forma definitiva in questo trattato che apre la strada alla speranza di una nuova vita per l’Europa. Siamo testimoni, per la prima volta nel nostro vecchio continente, della nascita di un’istituzione democratica comune».
Sono queste le parole del politico britannico Ernest Bevin in qualità di segretario di Stato per gli affari esteri, pronunciate nel discorso della firma del Trattato. Infatti, l’esigenza primaria dei paesi firmatari del Trattato, come ben si evince dalle parole di Bevin, è quella di istituire un’organizzazione sovranazionale che possa rimediare agli errori commessi durante la Seconda Guerra Mondiale; caratterizzata, essa, dalla negazione tout court dei diritti umani e civili, oltre che da un antidemocratico utilizzo del potere politico.
È per questo motivo che le primarie funzioni del Consiglio d’Europa sono le seguenti: tutela dei diritti dell’uomo, della democrazia parlamentare e garanzia del primato del diritto; sviluppo dell’identità europea, basata su valori condivisi, che trascendono le diversità culturali; conclusione di accordi europei per armonizzare le pratiche sociali e giuridiche degli Stati membri.
Un nuovo Consiglio d’Europa
Dopo il 1989, il ruolo del Consiglio d’Europa cambia insieme ai nuovi assetti ed ai nuovi bisogni che la comunità europea richiede alla fine della Guerra Fredda. Le sue funzioni cambiano: essere l’ispiratore di un modello politico e il custode dei diritti dell’uomo per le democrazie post-comuniste d’Europa; assistere i paesi dell’Europa centrale e orientale ad attuare e a consolidare le riforme politiche, legislative e costituzionali, parallelamente alle riforme economiche; fornire competenze in settori quali i diritti dell’uomo, la democrazia locale, l’educazione, la cultura, l’ambiente.
Questo nuovo mandato politico del Consiglio d’Europa viene ridefinito durante il Vertice del Consiglio d’Europa, svoltosi a Vienna nell’ottobre 1993. I Capi di Stato e di governo decidono che il Consiglio d’Europa debba essere il garante della sicurezza democratica basata sul rispetto dei diritti dell’uomo, della democrazia e dello Stato di diritto. La sicurezza democratica è un complemento essenziale della sicurezza militare, poiché da essa dipendono la stabilità e la pace nel continente.
Al Vertice di Strasburgo, nell’ottobre 1997, i Capi di Stato e di governo adottano un piano d’azione per rafforzare le attività del Consiglio d’Europa in quattro settori; democrazia e diritti dell’uomo, coesione sociale, sicurezza dei cittadini, valori democratici e diversità culturale.
Vertice di Varsavia
Un Terzo Vertice dei Capi di Stato e di Governo del Consiglio d’Europa si svolge in tempi più recenti a Varsavia; il 16 e 17 maggio 2005. Esso si conclude con l’adozione di una Dichiarazione politica e di un Piano d’Azione che stabilisce i compiti principali dell’Organizzazione per i prossimi anni: promuovere i valori fondamentali comuni come i Diritti dell’Uomo, lo Stato di diritto e la democrazia; rafforzare la sicurezza degli europei combattendo in particolar modo il terrorismo, il crimine organizzato e il traffico di esseri umani; sviluppare la cooperazione con altre organizzazioni internazionali ed europee.
Ad oggi, esso si compone di ben 4 organi: il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, il Segretario generale del Consiglio d’Europa, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa e il Congresso dei poteri locali e regionali. Lo strumento principale d’azione consiste nel predisporre e favorire la stipulazione di accordi o convenzioni internazionali tra gli Stati membri e, spesso, anche fra Stati terzi; le iniziative del CdE non sono vincolanti e vanno ratificate dagli Stati membri.
Il Segretariato Generale del CdE
ll Segretario Generale del Consiglio d’Europa è l’individuo scelto dall’Assemblea Consultiva del CdE (su raccomandazione del Comitato dei Ministri del CdE). Non fa parte dei due organi principali (Assemblea e Comitato), ma ha il ruolo di assisterli dalla medesima sede, ovvero Strasburgo. Egli prende parte nei processi di adesione e di dissociazione di uno Stato rispetto al Consiglio d’Europa: nel primo caso, riceve uno strumento d’adesione di uno Stato che vuole entrare nel Consiglio dopo essere stato invitato dal Comitato; nel secondo caso, riceve la notifica di dissociazione di uno Stato membro del Consiglio.
Il Segretario Generale dichiara solennemente fedeltà ed imparzialità al Consiglio d’Europa di fronte al Comitato, il quale lo ritiene responsabile per l’operato dell’intera Segreteria. Perciò, nomina gli altri componenti della Segreteria oltre a sé ed il Segretario Generale Aggiunto, in maniera conforme al regolamento amministrativo. Sono a lui indirizzate le dichiarazioni solenni dei membri che ha scelto. Il 26 giugno 2019, è eletta quattordicesima Segretaria Generale del CdE la politica croata, Marija Pejčinović Burić.
L’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa
L’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE) ne è l’organo parlamentare. È composta da 324 membri, e un ugual numero di membri supplenti, provenienti dai 47 paesi membri del Consiglio d’Europa. Ha sede presso il Palazzo d’Europa, a Strasburgo.
Il Congresso dei poteri locali e regionali
Il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa è un’istituzione che rappresenta le regioni e gli enti locali dei 47 stati membri del CdE. Esso è composto da due camere: la Camera dei poteri locali e la Camera delle regioni. Il Congresso si riunisce in seduta plenaria due volte l’anno nell’aula semicircolare del Palazzo d’Europa a Strasburgo, dove si trova anche il Segretariato.
Il Congresso rappresenta le 150.000 regioni e comuni in Europa e costituisce uno spazio privilegiato di dialogo, «entro il quale i rappresentanti dei poteri locali e regionali hanno la possibilità di dibattere problemi comuni, di confrontare le rispettive esperienze e di esprimere i propri punti di vista presso i governi». L’obiettivo del lavoro del Congresso è, principalmente, quello di rafforzare la democrazia e migliorare le prestazioni di servizio locali e regionali.
Il Congresso si occupa di temi specifici, come la partecipazione cittadina, la sicurezza urbana, il dialogo interculturale ed interreligioso, la migrazione, lo sviluppo sostenibile degli enti, la cultura, l’istruzione e la lotta contro la tratta di esseri umani. Il Congresso mira ad aiutare gli enti locali e regionali ad affrontare le loro sfide molteplici e a favorire la cooperazione tra i comuni e le regioni. Nella sua funzione consultiva il Congresso promulga raccomandazioni ed opinioni sulle relative tematiche e le presenta al Comitato dei Ministri e/o all’Assemblea parlamentare. Approva anche delle risoluzioni e le presenta agli enti locali e regionali. Tra gli incarichi del Congresso si trova anche l’osservazione di elezioni comunali e regionali.
Martina Ratta per Questione Civile