C’è un rapporto tra Sviluppo Sostenibile e Tecnologia?
Negli ultimi articoli abbiamo approfondito il significato di “sviluppo sostenibile“, ovvero la capacità della specie umana di riuscire a vivere, in maniera dignitosa ed equa per tutti, senza distruggere i sistemi naturali da cui si traggono le risorse per vivere, e senza oltrepassare le loro capacità di assorbire gli scarti e i rifiuti dovuti alle nostre attività produttive.
A tal fine è stato adottato un programma d’azione globale, in maniera unanime dai 193 Paesi membri delle Nazioni Unite con la risoluzione 70/1 del 15 settembre 2015, finalizzato a sradicare la povertà, proteggere il pianeta e garantire la prosperità e la pace.
Prende così forma l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, comprendente 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile – (Sustainable Development Goals, SDGs) –, che gli Stati si sono impegnati a perseguire entro il 2030. Tali obiettivi risultano articolati a loro volta in 169 ‘target’ o traguardi specifici, tra loro interconnessi e indivisibili; si supera così l’idea di una sostenibilità intesa come una questione unicamente ambientale e si afferma una visione dello sviluppo, che bilancia le sue tre dimensioni – economica, sociale ed ambientale.
I 17 obiettivi di sviluppo sostenibile sono:
- Sconfiggere la povertà.
- Sconfiggere la fame.
- Salute e benessere.
- Istruzione di qualità.
- Parità di genere.
- Acqua pulita e servizi igienico-sanitari.
- Energia pulita e accessibile.
- Lavoro dignitoso e crescita economica.
- Imprese, innovazione e infrastrutture.
- Ridurre le disuguaglianze.
- Città e comunità sostenibili.
- Consumo e produzione responsabili.
- Lotta contro il cambiamento climatico.
- Vita sott’acqua.
- Vita sulla Terra.
- Pace, giustizia e istituzioni solide.
- Partnership per gli Obiettivi.
Dal Rapporto della Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition emerge la necessità di riportare la nostra economia e la nostra società su un percorso sostenibile. Come? Mediante un’ondata coordinata e ambiziosa di riforme.
L’agroalimentare e i suoi effetti
Uno dei contributi più importanti per un futuro sostenibile deve venire dalla trasformazione del settore agroalimentare, oggi responsabile in misura considerevole delle emissioni di gas serra e del riscaldamento globale.
Tale settore, che provoca un utilizzo eccessivo di suolo, acqua dolce (70% dei prelievi totali) e pesticidi tossici, causa perdite e sprechi alimentari eccessivi (un terzo del totale) e induce ad adottare diete poco sane e non sostenibili.
Le conseguenze sono paradossali: più di 820 milioni di persone sono attualmente in stato di denutrizione e quote sempre più elevate della popolazione rischiano di morire prematuramente a causa di diete poco sane.
Tali squilibri costituiscono un fattore di rischio per il riscaldamento globale e per la biodiversità, nonché per la sostenibilità economica e sociale. I cambiamenti climatici di origine agroalimentare rischiano di causare l’estinzione di un gran numero di specie e di far insorgere nuovi casi di povertà, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, innescando flussi migratori.
La diffusione delle tecnologie digitali nella filiera agroalimentare può consentire di ridurre gli sprechi e innescare cambiamenti nei modelli di consumo, contribuendo quindi in maniera significativa al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs).
La sfida fondamentale del nostro tempo sarà quella di sfruttare questo potenziale non solo per scopi commerciali, ma anche per raggiungere la sostenibilità.
La tecnologia per uno sviluppo sostenibile
Sul panorama mondiale, potenti tecnologie digitali, complementari tra loro e in grado di rivoluzionare molte parti della filiera agroalimentare, stanno facendo la loro comparsa.
Importante risulta essere l’adozione di attrezzature connesse che inviano e ricevono dati mediante diverse forme di connettività e architetture di rete, innescando specifiche azioni mediante attuatori (per esempio, l’irrigazione).
Secondo il Rapporto della Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition, l’intelligenza artificiale, in combinazione con Internet, apre nuove prospettive nel campo del consumo alimentare, basti pensare ai consigli nutrizionali personalizzati e alle varie forme di cosiddetto hyper-nudging (“iper-incoraggiamento” o “iper-spinta”), in grado di aiutare i consumatori a considerare le implicazioni più ampie delle proprie scelte, per se stessi, per la società e per l’ambiente.
La possibilità di avvalersi di attrezzature tecnologiche come i droni potrebbe conferire maggiore potere ai piccoli agricoltori e fornire loro accesso a tecnologie di nuova generazione.
Infine, la natura “end to end” di Internet consente potenzialmente di creare nuove forme di cooperazione tra gli agricoltori e nuove opportunità di incrociare rapidamente l’offerta di cibo in surplus con la domanda esistente, riducendo ulteriormente gli sprechi.
I casi studio
In agricoltura, start-up come Ignitia o GAIA dimostrano quali siano le potenzialità delle tecnologie di imaging satellitare e di analisi dei dati, in grado di aiutare gli agricoltori ad aumentare la produttività e a ridurre le perdite di raccolto.
WeFarm fornisce agli agricoltori con scarse risorse finanziarie nell’Africa sub-sahariana una piattaforma Q&A che permette loro di accedere alle conoscenze dei propri omologhi ovunque nel mondo, senza bisogno di avere una connessione Internet.
Per ridurre sprechi e perdite alimentari, Winnow dimostra come la visione artificiale di ciò che viene gettato negli scarti e nei rifiuti della cucina e l’apprendimento automatico aiutino a ridurre del 40% gli sprechi da sovrapproduzione; la catena di negozi alimentari Albert Heijn/Ahold Delhaize sta sperimentando l’uso di etichette elettroniche da scaffale (ESL) e prezzi dinamici per incentivare ad acquistare prodotti prossimi alla scadenza, mentre la start-up Too Good to Go fornisce un’app che mette in contatto aziende e consumatori per vendere prodotti alimentari sottocosto prima che vengano gettati.
Per migliorare la salute e la nutrizione, Nutrino sta costruendo un database su alimentazione e persone volto a fornire raccomandazioni personalizzate sulla dieta da seguire per contrastare il diabete. FarmVR si avvale di tecnologie di realtà virtuale e aumentata per migliorare i risultati in ambito di istruzione e formazione agricola.
La trasformazione digitale può dare potenzialmente più potere ai piccoli agricoltori, ma in assenza di politiche pubbliche mirate può escluderli dalla catena di approvvigionamento, o lasciarli in una nuova situazione di dipendenza economica, nella quale, pur essendo proprietari della terra che lavorano, devono ricorrere a grandi aziende agroalimentari o persino a giganti della tecnologia per avere a disposizione dati e attrezzature digitali.
Conclusione
Nel prossimo articolo, sempre mediante l’ausilio del Rapporto della Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition, vedremo alcune aree di intervento su come rendere il rapporto tra tecnologia e sviluppo sostenibile più concreto.
Alessandro De Bari per Questione Civile