Dalton Trumbo e i dieci di Hollywood
Dalton Trumbo è stato uno sceneggiatore americano noto non solo per il suo grande successo lavorativo ma anche per essere stato uno dei membri della cosiddetta “Hollywood Ten”.
Tale lista conteneva i nomi di dieci persone appartenenti al mondo dello spettacolo le quali, sotto processo, si rifiutarono di rispondere a domande relative alla loro adesione al partito comunista.
Ai membri della lista nera di Hollywood fu negano di praticare il loro mestiere in quanto accusati di avere simpatie per il Partito Comunista e di ostacolare le indagini sulle attività antiamericane.
Dalton Trumbo: l’amore per la scrittura
Dalton Trumbo nasce in una piccola cittadina del Colorado nel 1905. Da sempre con una grande passione per la scrittura e il giornalismo, egli scrive articoli di cronaca per il giornale della sua città.
Di famiglia umile, Dalton non vive nell’agiatezza economica. Le cose si complicano dopo che il padre muore mentre il giovane sta frequentando il college. Per mantenersi gli studi Trumbo è costretto ad iniziare a lavorare di notte in una panetteria, mentre di giorno frequenta le lezioni.
In questo asso di tempo Dalton riesce a trovare il tempo di scrivere circa un’ottantina di racconti e sei romanzi. Nessuno di questi lavori verrà mai pubblicato.
Tra Università e lavoro, il giovane Dalton inizia a collaborare per alcune note riviste, come Vanity Fair e Hollywood Spectator. Per quest’ultimo giornale ottiene un posto fisso a tempo pieno che gli permette di lasciare il lavoro in panetteria.
Dalton Trumbo: gli inizi nel mondo del Cinema
Negli anni Trenta Dalton inizia a lavorare per gli studios cinematografici. Sostanzialmente, il suo compito è quello di selezionare i testi più adatti a diventare sceneggiature e poi film. Al tempo stesso Trumbo comincia a scrivere di suo pugno alcuni sceneggiati, anche se al momento per piccole produzioni.
Nel 1939 esce il suo romanzo più famoso “E Johnny prese il fucile”, di cui nel 1971 ne farà lui stesso una trasposizione cinematografica, aggiudicandosi il Gran Premio della Giuria a Cannes. L’opera trasmette un messaggio antimilitarista, che verrà utilizzato in seguito come prova del suo essere antiamericano.
Hollywood Black List
Siamo negli anni Quaranta e negli Stati Uniti inizia il periodo del Maccartismo, un momento storico dominato dalla paura del comunismo e dalla persecuzione di spie comuniste sul suolo americano.
È una sorta di caccia alle streghe nei confronti di coloro sospettati di avere comportamenti sovversivi. Questo tipo di atteggiamento politico coinvolge anche il mondo del Cinema e chi ne fa parte.
Nel 1943 Dalton aderisce al Partito Comunista, facendo parte di numerose battaglie sindacali di sinistra e schierandosi contro l’adesione dell’America alla seconda guerra mondiale.
Le scelte politiche dello sceneggiatore lo portano ad essere messo sotto osservazione dalla Commissione per le attività antiamericane.
Parallelamente, dal punto di vista lavorativo Trumbo si sta ormai sempre più affermando, ottenendo stima e consenso nel mondo del Cinema. Egli scrive film celebri come Kitty Foyle (1940) e Joe il pilota (1943), ricevendo per entrambi i film una nomination agli Oscar per il miglior soggetto.
Nel 1946 in un articolo dell’Hollywood Reporter viene stilata una lista di simpatizzanti comunisti, contenente anche il nome di Dalton Trumbo.
L’anno seguente la Commissione per le attività antiamericane si appella proprio a tale lista per mettere sotto processo Trumbo e altri nove colleghi.
Il processo e la condanna
La Commissione vuole sapere se nei film degli sceneggiatori sotto accusa ci siano messaggi propagandistici, oltre che domandare ad ognuno di loro se siano membri o meno del Partito Comunista. Trumbo e pochi altri rifiutano di rispondere, assumendo un atteggiamento di sfida nei confronti del Congresso.
Trumbo viene per questo condannato per disprezzo del Congresso e nel 1950 è costretto a scontare undici mesi in un penitenziario del Kentucky.
Tuttavia, il carcere non rappresenta la conseguenza più sofferta per Trumbo, quanto invece il fatto che non può più lavorare ad Hollywood se non rinnega ufficialmente la sua adesione al Comunismo.
Il lavoro in incognito
Sembra che la carriera da sceneggiatore di Dalton Trumbo sia finita definitivamente, ma le cose prendono una piega diversa. L’industria cinematografica non può fare a meno della sua bravura, e per questo motivo Trumbo continua a scrivere film senza però firmare i suoi lavori.
Egli compone una trentina di sceneggiature sotto falso nome o firmate da altri colleghi. Dalton scrive per lo più film di serie B in quanto più richiesti e rapidi da elaborare. È un periodo in cui lo sceneggiatore sceglie la quantità piuttosto che la qualità in quanto i soldi scarseggiano per lui e la sua famiglia.
Tuttavia, i titoli di un certo spessore non mancano. Si ricorda il celebre film con Audrey Hepburn Vacanze Romane (1953), vincitore del premio Oscar per la miglior sceneggiatura.
Si può nominare, inoltre, la pellicola del 1956 La più grande corrida, il cui Oscar alla sceneggiatura non viene ancora una volta attribuito a Trumbo in quanto lo script portava la firma dello pseudonimo di Robert Rich.
Insomma, alla fine Trumbo continua a lavorare e pure tanto, scrivendo per ore dentro la sua vasca da bagno senza però ricevere alcun riconoscimento.
Tuttavia, le voci e i sospetti che continui a scrivere per gli studios si fanno sempre più insistenti. Di tutta risposta Dalton gioca sulla situazione: da una parte non ammette in maniera esplicita di continuare a scrivere, dall’altra alimenta i sospetti con le sue risposte ambigue.
La fine dell’esilio: Spartacus
Le cose cambiano negli anni Sessanta, quando Trumbo decide di collaborare con l’attore Kirk Douglas scrivendo la sceneggiatura del film di successo Spartacus (1960), diretto da Stanley Kubric.
Anche se lo sceneggiatore è ancora nella lista nera, Douglas annuncia pubblicamente chi aveva scritto il film e lo stesso presidente degli Stati Uniti John Kennedy va in sala ad assistere alla proiezione.
Nel 1960 finisce così la messa al bando di Dalton Trumbo. In quel periodo, infatti, il Maccartismo sta piano piano svanendo ad Hollywood e il grande successo che ottiene Spartacus, e Exodus (1960), altro film frutto della penna di Trumbo, fa sì che lo sceneggiatore torni a firmare pubblicamente le sue opere.
I continui successi e la morte
Sono gli anni Settanta e ormai Trumbo torna a lavorare apertamente per il Cinema. C’è il film con Steve McQueen e Dustin Hoffman Papillon (1973), una produzione parecchio costosa ma che ottiene dei buonissimi risultati al botteghino.
Bisogna, inoltre, nominare la pellicola E Jhonny prese il fucile (1971), film scritto e pure diretto da Dalton Trumbo. L’opera rappresenta il primo e unico esordio alla regia dell’ormai sessantenne sceneggiatore.
Solo nel 1975 l’Academy riconosce ufficialmente Dalton Trumbo come scrittore dello sceneggiato del film La più grande corrida, mentre negli anni Novanta è il turno di Vacanze Romane.
Dalton Trumbo muore all’età di settant’anni nel settembre del 1976 per un attacco di cuore. Viene ricordato non solo per essere stato uno dei più celebri sceneggiatori nella storia del Cinema, ma per non aver mai voluto rinnegare le proprie idee contro tutto e tutti.
Camilla Miolato per Questione Civile