Neuralink, a metà tra fantascienza e realtà
Neuralink è una delle varie aziende co-fondate dall’eccentrico scienziato miliardario Elon Musk, e ha come obiettivo lo sviluppo di interfacce neurali impiantabili. Un’interfaccia neurale è un mezzo che mette in comunicazione diretta il sistema nervoso centrale con un device elettronico esterno, ad esempio un computer. Questa azienda, nonostante conti più di un centinaio di dipendenti, è considerata da Musk alla stregua di una piccola startup, alla quale dedica una bassa percentuale del proprio tempo, che viene occupato dai grandi progetti già in fase di realizzazione delle sue altre aziende SpaceX e Tesla.
Tutto il lavoro svolto all’interno di Neuralink dalla sua fondazione nel 2016 ad oggi, infatti, si limita a studio e ricerca, avvolti da un alone di mistero. Ad oggi, infatti, non è ancora stato commercializzato nessun prodotto, e difatti l’azienda non ha clienti. Sono state rilasciate diverse dichiarazioni riguardo la mission dell’azienda, ponendo spesso l’accento sulle potenzialità mediche e riabilitative delle tecnologie legate all’ingegneria neurale. Si intuisce facilmente, e non è stato nascosto nelle dichiarazioni ufficiali, che il miliardario sudafricano abbia voluto porre delle solide basi per il futuro. La sensazione è che sia proprio futuro la parola chiave per comprendere le dinamiche di questa tecnologia.
MindPong: il primate che gioca a ping-pong senza joystick
Molto scalpore riguardo questo tema ha suscitato un video, rilasciato dall’azienda, in cui viene ripreso un macaco che, interagendo con un computer solamente appoggiando la bocca ad una sorta di cannuccia di metallo, riesce a muovere la sua “racchetta” dell’iconico videogioco vintage di ping-pong, portando avanti la propria partita. La voce narrante spiega come lui riesca a giocare solamente immaginando di fare quei movimenti, poiché all’interno del suo cervello è stata impiantata la tecnologia di Neuralink. Proprio per questo il video è stato battezzato “MindPong”.
Questa prospettiva può facilmente lasciarci interdetti e sollevare una quantità enorme di polemiche ed interrogativi. Una prospettiva che è molto vicina ai film di fantascienza, se non specificamente alla serie “Black Mirror”, come ammesso da Musk stesso. Fantascienza alla quale egli non ha negato di ispirarsi. Oltre ai discorsi etici e animalisti che riguardano questo tipo di esperimenti sui primati o su altre forme di vita, l’obiettivo è quello di essere in grado in futuro di portarla all’interno del cervello umano. E questo genera per forza di cose maggiore dibattito etico, morale, filosofico sulla legittimità di questa prospettiva.
Link: il dispositivo di Neuralink
Ad agosto 2020 è stato presentato da Musk in persona in diretta streaming il dispositivo che rappresenta la tecnologia di Neuralink. Si tratta di un dispositivo, chiamato Link, con le sembianze di un chip, grande all’incirca come una moneta da due euro, attraverso il quale collegare migliaia di elettrodi, cavi flessibili con un diametro di pochi nanometri, a gruppi di neuroni o addirittura a singoli neuroni.
È una sorta di fitbit (dispositivo tracciatore di attività indossabile) che si impianta nel cervello, asportandone di questo una parte, che è in grado di monitorare la nostra salute, ma anche di compiere altre attività, come riprodurre musica. La ricarica è wireless e può essere usato tutto il giorno e ricaricato di notte. L’intera operazione chirurgica viene effettuata da un robot chirurgo che compie tutti i passaggi e lascia solo una piccola cicatrice che resta coperta dai capelli.
Nella presentazione Musk ha mostrato la sperimentazione su tre maialini ed ha garantito che il dispositivo può tranquillamente essere rimosso su richiesta. Lo scienziato sudafricano ha dichiarato che con questa tecnologia solamente pensando si possono trasmettere parole, scrivere, controllare altri macchinari o addirittura implementare i sensi degli esseri umani.
Utopia? Follia? Fantascienza? L’Umanità diventerà una schiera di macchine? È necessario avere un approccio lucido sulla questione.
Una risposta scientifica
Come ci spiega in maniera molto chiara Giacomo di Entropy for Life, canale YouTube di divulgazione scientifica, questa dinamica è tutt’altro che fantascienza; in quanto esseri umani siamo fatti di materia come ogni altra cosa, ed al giorno d’oggi siamo abbastanza bravi a comprenderla e ad utilizzarla. Inoltre, questi studi non sono assolutamente una novità, in quanto alcune cose sono già state realizzate da studi pubblici.
A livello microscopico, la quasi totalità di quello che succede nel nostro cervello è riconducibile a degli impulsi elettrici che avvengono da un neurone ad un altro. Il nostro cervello è sostanzialmente una grande rete di neuroni percorsa da impulsi elettrici, microscopici passaggi che attivano o meno un neurone. Sono delle vere e proprie porte logiche, con un funzionamento analogo a quello dei transistor per i computer.
A livello pratico, ogni atto che noi compiamo attraverso i nostri sensi e tutti i nostri movimenti sono riconducibili a particolari eventi di impulsi elettrici con una certa caratteristica spazio-temporale. Ogni sequenza di impulsi in una specifica area del cervello corrisponde una determinata nostra azione. Al giorno d’oggi è conosciuta l’area del cervello corrispondente a molte attività, come quelle motorie, mentre vi è un dibattito ancora aperto su molte altre.
I micro-elettrodi
Possedere qualcosa in grado di leggere e decifrare un evento spazio-temporale, quella sequenza di impulsi elettrici in una certa area, significa comprendere le intenzioni del cervello umano. Questo permette di vedere dall’interno, con precisione, l’attivazione di singoli neuroni o di interi gruppi. Il metodo di Neuralink è quello di inserire dei micro-elettrodi vicino ai neuroni; in questo modo, ogni volta che un neurone fa partire dell’elettricità, quest’ultima passa anche attraverso il micro-elettrodo e può essere letta all’interno di un computer. Potenzialmente, così come l’elettricità può entrare nell’elettrodo, allo stesso modo può uscirne compiendo il percorso inverso, quindi indurre un impulso elettrico dall’esterno sui neuroni.
Il know-how del settore di Neuralink
Da diverso tempo possediamo tecnologie in grado di fare questa cosa. Il primo impianto di questo tipo è stato inserito per la prima volta in un essere umano nel 2002; si tratta di persone tetraplegiche che per motivi medici hanno accettato di far impiantare nella zona che riguardava la parte motoria della propria corteccia cerebrale una placchetta con cento elettrodi. Poter collegare un impulso elettrico che non viene realizzato all’interno del corpo ad un dispositivo esterno come un braccio meccanico significa dare una soluzione alla paralisi. Tanti progetti in questo campo stanno tutt’ora seguendo un normale trial clinico biomedico che permetta la sicurezza sull’utilizzo da parte delle persone.
In poche parole, quindi, Elon Musk è entrato in un settore già esistente ed in qualche modo avanzato; ma quella che può essere considerata la rivoluzione di Neuralink, che è un’azienda privata e non un ente pubblico di ricerca, è la volontà di rendere accessibile questa tecnologia al grande pubblico, non semplicemente come cura, ma anche come prevenzione. E magari successivamente per altro. Per adesso Neuralink è ancora nella media delle potenzialità dei risultati già raggiunti, ma ha tutte le carte in regola per affermarsi come leader in questo settore. Sempre nello stesso agosto l’azienda ha ricevuto l’approvazione della Food and Drug Administration per testare la tecnologia su un numero ristretto di pazienti umani; non abbiamo ancora nessuna notizia a riguardo.
Le tempistiche per una concreta commercializzazione di un prodotto al grande pubblico sono ancora molto lunghe. Non sono assenti, ovviamente, criticità nella realizzazione e critiche da parte di esperti del settore. Gli investimenti e le dichiarate intenzioni che possiede fanno intravedere, però, un plausibile sviluppo futuro, con risvolti che non possiamo ancora immaginare.
Intelligenza artificiale e transumanesimo
Questa progressiva integrazione fra l’essere umano e la macchina è qualcosa che spaventa e affascina allo stesso tempo. Il progetto di Neuralink sfuma sempre di più i contorni tra noi ed un dispositivo meccanicizzato. Elon Musk ha spesso dichiarato di essere spaventato dal progressivo sviluppo dell’intelligenza artificiale, ritenendo che l’essere umano non possa competere con essa, come sosteneva anche il grande Stephen Hawking. Così, alle macchine che tentano di assumere sembianze umane, egli sembra voler rispondere con la prospettiva del transumanesimo; potenziare le capacità fisiche e cognitive dell’essere umano attraverso la tecnologia. Uomo e macchina accorciano sempre di più le proprie distanze.
Se tutto dovesse realizzarsi come delineato, è difficile immaginare gli impulsi dei nostri neuroni direttamente collegati ad internet? La nuova frontiera dell’innovazione sembra spostarsi da fuori a dentro di noi.
Giuseppe Russo per Questione Civile – XXI
Fonti
Canali YouTube:
- Out of Body: Neuralink – Elon Musk;
- Nuralink: Monkey MindPong;
- Alessandro de Concini: Elon Musk metterà la tua mente in un computer?;
- Entropy for Life: Mettere un Chip nel cervello? Parliamo di Neuralink;
- Interesting Engineering: How Neuralink works.