Cenni storici inerenti al santuario di Apollo a Delfi
Siamo giunti alla fine del viaggio, all’ultimo articolo della rubrica sugli oracoli di Delfi. Abbiamo avuto modo di trattare solo alcuni degli innumerevoli esempi di consultazione oracolare che costellano il panorama della storia e della letteratura antiche.
L’anfizionia di Delfi
In questo articolo si trattano alcuni aspetti prettamente storici che hanno coinvolto il santuario di Delfi. Intorno ad esso si era costituita un’anfizionia, ovvero una confederazione di città e popoli che si prefiggevano il compito di amministrare e custodire il santuario e le strade che conducevano all’oracolo e al tesoro del dio. I membri erano tenuti ad inviare periodicamente ciascuno due delegati (ieromnemoni) in occasione del sinedrio anfizionico, l’organo collegiale preposto al controllo della confederazione. Venivano, inoltre, inviati dei pilagori, cioè osservatori esterni, da parte delle comunità escluse dalla anfizionia delfica.
La prima guerra sacra
Tra il VI e il IV secolo a.C. ebbero luogo quattro “guerre sacre”, così chiamate perché avevano come causa scatenante il controllo del santuario di Delfi.
La prima guerra sacra fu combattuta dal 592 al 582 a.C. circa, quando l’Anfizionia si scagliò contro i Focesi di Crisa (sull’identificazione di questa città ci sono diverse interpretazioni), accusati di aver commesso pesanti soprusi nei confronti dei pellegrini che si dirigevano al santuario.
L’assedio della città di Crisa è noto per le molteplici testimonianze che lo riguardano. Pare che il comandante dell’assedio fosse il tiranno Clistene di Sicione, che usò la sua potente flotta per bloccare il porto della città prima di utilizzare l’esercito anfizionico alleato per assediarla. La prima, e quindi probabilmente più affidabile, fonte è quella dello scrittore e medico Tessalo, figlio di Ippocrate. Egli racconta delle gesta di un suo antenato, un medico chiamato Nebro, che avvelenò l’acqua destinata alla città, dopo che un cavallo aveva accidentalmente rotto un tubo. I difensori, deboli per la dissenteria, non furono in grado di continuare a resistere all’assalto. Crisa venne espugnata e tutta la popolazione venne trucidata.
La sconfitta di Crisa
Gli storici successivi raccontavano storie diverse. Secondo Frontino, dopo aver scoperto il tubo, la lega anfizionica lo interruppe, sospendendo così il rifornimento d’acqua alla città. Gli abitanti furono colti da una grande sete e quando qualche giorno dopo il collegamento idrico venne ripristinato, l’acqua giunse avvelenata e gli abitanti morirono dopo averla bevuta. Secondo Polieno, uno scrittore del II secolo, dopo la scoperta del tubo, gli assedianti aggiunsero l’elleboro alla sorgente da cui proveniva l’acqua, senza mai sospenderne l’erogazione.
Polieno attribuì la strategia non a Clistene, ma al generale Euriloco, che consigliò ai suoi alleati di far arrivare una grande quantità di elleboro da Anticira, dove era abbondante. Le storie di Frontino e Polieno hanno entrambe lo stesso risultato, come del resto anche il racconto di Tessalo: la sconfitta di Crisa.
L’ultimo storico importante ad avanzare una nuova ipotesi sull’assedio è stato Pausania, che fu attivo nel II secolo. Nella sua versione dei fatti, Solone di Atene deviò il corso del fiume Pleisto in modo che non passasse più attraverso Crisa. Solone aveva sperato di sconfiggere gli abitanti di Crisa assetandoli, ma il nemico fu in grado di ottenere abbastanza acqua dai suoi pozzi e dalla raccolta dell’acqua piovana. Solone aggiunse poi una grande quantità di elleboro all’acqua del Pleisto e la lasciò fluire verso Cirra. L’avvelenamento consentì così agli alleati di sterminare gli abitanti della città.
La seconda guerra sacra
La seconda guerra sacra, che coincide in parte con la cosiddetta “prima guerra del Peloponneso”, fu combattuta dal 448 al 446 a.C. Fu combattuta da Delfi, sostenuta da Sparta, contro i focesi, sostenuti da Atene. Dunque, si tratta di una guerra che l’Anfizionia di Delfi combatte contro i focesi (nel cui territorio si trova il santuario di Apollo) per garantire l’indipendenza della città e del santuario dal popolo focese che occupa la regione.
La terza guerra sacra
La più famosa tra le guerre sacre è certamente la terza: un conflitto che coinvolse Greci e Macedoni. Essa durò dal 356 a.C., anno dell’occupazione di Delfi da parte dei Focesi, al 346, anno in cui venne stipulata la pace di Filocrate. Il conflitto vide i Beoti e i Tessali opporsi ai Focesi, i quali ricevettero l’appoggio di Spartani ed Ateniesi (senza contare gli alleati di questi ultimi), che scelsero l’alleanza focese per risentimento nei confronti di Tebe e degli eventi che la videro protagonista nella Guerra del Peloponneso.
La quarta guerra sacra
La quarta guerra sacra (339-338 a. C.) fu provocata da una denuncia dell’ateniese filomacedone Eschine, allora pilagoro, contro i Locresi di Anfissa, amici dei Tebani. Questa permise, grazie all’appoggio dei Tessali che presiedevano l’anfizionia, quell’intervento di Filippo nella Grecia centrale risoltosi poi nella vittoria di Cheronea (338) che lo rese arbitro della Grecia.
Delfi e la colonizzazione
Pare che la consultazione del santuario di Delfi fosse uno dei passi preliminari necessari per l’invio di un contingente di uomini a fondare una nuova colonia. Quale sia il ruolo dell’oracolo, effettivamente, nella fondazione di una nuova polis, non è chiaro. Sarebbe necessario accertare se la prescrizione che viene analizzata sia inventata o ricostruita più tardi, per ridefinire l’identità delle colonie. Dunque, la discussione sul ruolo di Delfi nella colonizzazione è legata a quella sulla colonizzazione stessa.
Per comprendere quanto la consultazione oracolare fosse fondamentale anche in questo ambito è possibile, come al solito, far riferimento ad Erodoto. Nel quinto libro (42.2-43) si parla dello spartano Dioreo, fratello di Cleomene I. Egli si ritiene migliore del fratello e non sopporta che il fratello possa essere il successore al trono del padre. Quando muore il Re spartano Anassandrita, i Lacedemoni, seguendo la norma, indicano come nuovo sovrano Cleomene, il più anziano. Dioreo, mal sopportando la situazione, rifiuta di essere governato dal fratello, raduna degli uomini e li conduce a fondare una colonia senza aver consultato l’oracolo di Delfi, domandando “verso quale terra fondare la colonia”. Erodoto racconta il fallimento della spedizione di Dioreo, in quanto partita in maniera “irregolare”, sotto cattivi presagi. Lo storico di Alicarnasso sembra dare per scontato che l’oracolo andasse consultato.
A questo punto verrebbe da domandarsi: è vero che a Delfi si chiedeva “dove andare a fondare colonia”? Effettivamente potrebbe essere una possibilità. Dopotutto, il santuario si trovava in una posizione strategica che lo poneva al centro di rapporti tra diverse terre. Questo lo rendeva, forse, depositario di cospicue informazioni su di esse.
Conclusione
Al termine di questa rubrica, si auspica che risulti chiaro quanto fosse importante e cruciale il santuario di Apollo a Delfi. Il fatto che si combatterono delle guerre intorno ad esso e che per fondare una città fosse norma chiederne l’approvazione, rende inequivocabile la sua centralità nel mondo greco.
Tuttavia, ognuno con la sua immaginazione può lasciarsi trasportare dai racconti che vedono la Pizia, in preda all’estasi, pronunciare responsi in distici elegiaci oppure, rimanendo più realistici, ridimensionare il contenuto degli oracoli, senza intaccarne però la centralità.
Marco Alviani per Questione Civile
Bibliografia e sitografia
MUSTI 2002: D. Musti, Guerra santa e guerra giusta dal mondo antico alla prima età moderna, Studi Storici, Jul. – Sep., 2002, Anno 43, No. 3
MUSTI 2006: D. Musti, Storia greca. Linee di sviluppo dall’età micenea all’età romana, Bari 2006
SCOTT 2014: M. Scott, Delfi. Il centro del mondo antico, Bari, 2014
https://it.wikipedia.org/wiki/Guerre_sacre