Lascaux: un celebre esempio di arte preistorica

Lascaux

Le grotte di Lascaux e lo sviluppo delle espressioni artistiche preistoriche

La maggior parte dei siti preistorici che hanno restituito pitture e incisioni parietali si trovano in Francia e in Spagna, nella regione franco-cantabrica, e tra queste una delle più maestose e suggestive è quella presente nella grotta di Lascaux.

Nel Paleolitico superiore si assiste per la prima volta a un gran numero di espressioni artistiche. Tra queste si distinguono le opere d’arte mobiliare, ovvero oggetti d’arte in pietra, osso, avorio e, più di rado, legno e argilla, e le grandi opere d’arte immobiliare o parietale. Queste ultime sono diffuse in luoghi in cui c’erano grotte o grandi pareti rocciose che potevano ospitare pitture e incisioni.

La rivoluzione del Paleolitico superiore

Prima di addentrarci nell’analisi dell’arte rupestre occorre inquadrare il periodo in cui nasce. Il Paleolitico superiore è il momento in cui Homo Sapiens dà vita a numerose innovazioni in diversi campi. Si assiste, per esempio, al perfezionamento delle tecniche di lavorazione della pietra e di altri materiali in campo tecnologico o alla codificazione del rituale funerario in quello culturale.

E tra i fenomeni culturali si inserisce anche l’arte e la pittura parietale.

Il Paleolitico è un periodo piuttosto lungo, suddiviso in numerose fasi, differenziate in base alle aree geografiche e alle acquisizioni tecniche e culturali.

Per la grotta di Lascaux è stata proposta una datazione all’incirca a 17000 anni fa, in una fase chiamata Maddaleniano, che prende il nome da un sito francese della Dordogna.

Il fenomeno della pittura parietale si può datare già a circa 35000 anni fa; gli studiosi hanno distinto quattro differenti periodi: il prefigurativo, il primitivo, l’arcaico e il classico. Le pitture della grotta di Lascaux appartengono a quest’ultimo periodo.

Le opere d’arte parietale, però, non sempre sono facili da datare. Al contrario degli oggetti d’arte mobiliare, ritrovati solitamente associati ad altri materiali come strumenti o oggetti di uso quotidiano di cui gli studiosi conoscono la datazione, non sempre all’interno delle grotte dipinte si trovano sufficienti reperti riconducibili con certezza a un determinato periodo.

Per conoscere la cronologia di questi dipinti, perciò, spesso si ricorre all’ausilio di sistemi di datazione tramite indagini scientifiche, come le analisi al radiocarbonio 14, effettuato sui pigmenti o sui leganti di origine organica usati per stendere e proteggere i colori.

Come venivano realizzate le opere d’arte parietale?

Le tecniche utilizzate potevano essere differenti, a seconda anche della tipologia di parete rocciosa. Se la superficie della roccia aveva una patina argillosa, i segni o le figure potevano essere tracciati tramite l’uso delle dita o tramite incisione con l’ausilio di strumenti. In altri casi la superficie veniva raschiata e la parete era preparata con l’asportazione delle sporgenze per poi dipingere le figure. Queste potevano essere solo tracciate a contorno oppure venire campite o sfumate.

I pigmenti utilizzati avevano origine differente: terre colorate, argille, ocre, polvere d’osso o corno, ossido di manganese, carbone, conchiglie. I materiali venivano trasformati in polvere e mescolati con acqua o albume per creare la miscela da stendere sulla parete.

La scoperta della grotta di Lascaux e la musealizzazione

Le pitture di Lascaux furono scoperte casualmente nel settembre del 1940 da alcuni giovani su una collina presso il villaggio di Montignac, nel Perigord, una regione del sud della Francia. La grotta fu visionata dall’archeologo preistorico Henri Breuil che iniziò subito il suo studio.

Pochi anni più tardi il complesso fu aperto alle visite, ma già negli anni Sessanta il Ministero della Cultura dovette decretarne la chiusura al pubblico e renderlo visitabile solo agli studiosi. Questo perché la visita di milioni di persone ne aveva compromesso il fragile equilibrio ambientale; si erano infatti formate alghe, batteri, funghi e cristallizzazioni sulle pareti che rischiavano di mettere a repentaglio la conservazione stessa delle pitture, che dal 1979 sono state inserite nella lista delle opere Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Per permettere, perciò, di godere di questa immensa opera, nel 1970 iniziò la costruzione del cosiddetto Lascaux 2, una riproduzione fedele di gran parte delle pitture della grotta. Seguì Lascaux 3, una mostra itinerante internazionale che ha portato in giro per il mondo le riproduzioni di cinque importanti pitture.

Infine, di recente è stato realizzato il cosiddetto Lascaux 4, una riproduzione integrale delle pitture ottenuta con innovative tecniche di 3D modeling e virtual reality; questo per rendere quanto più realistica e immersiva la visita di questo monumento dell’arte preistorica. L’architettura dello spazio espositivo è perfettamente integrata nel paesaggio con un edificio di 8.000 mq in parte scavato nella collina, un groviglio di stanze evoca l’esperienza in grotta.

Lascaux

Le pitture di Lascaux

Veniamo ora ad analizzare più da vicino la grotta e le sue pitture.

La grotta di Lascaux con i suoi circa 100 m in lunghezza risulta piuttosto piccola al confronto con altre grotte della Dordogna. All’interno sono presenti vari ambienti, che gli studiosi hanno distinto con nomi diversi per facilitarne il riconoscimento e lo studio. Le pareti sono decorate con figure a contorno nero ottenuto dall’ossido di manganese e solo alcune sono campite.

Dall’ingresso della cavità si procede verso una zona buia, chiamata la Rotonda. Sulle pareti di questa camera sono presenti le figure mastodontiche (circa 5 metri di lunghezza) di due uri, bovini oggi estinti, noti anche come bos primigenius; essi sono seguiti in una teoria da altri uri, cavalli e cervi più piccoli e anche da un animale fantastico soprannominato liocorno.

Proseguendo all’interno della caverna si giunge al Diverticolo, sulle cui pareti sono rappresentati altri animali. Alcuni di questi, probabilmente, sono prede di una battuta di caccia, perché accanto sono raffigurate frecce ed elementi interpretati da alcuni come trappole.

Raffigurazioni di animali sono presenti anche sulle pareti degli altri ambienti, chiamati il Passaggio, l’Abside e la Navata; in alcuni casi sono associati ancora a frecce e trappole. Sulle pitture dell’Abside sono presenti migliaia di incisioni, poste spesso le une sopra le altre, cosa che le ha rese spesso di difficile lettura e interpretazione. Altre incisioni sulle pareti del Diverticolo riproducono, invece, gruppi di animali.

Dall’Abside si scende nel Pozzo, al cui interno sono stati trovati gli unici pochi reperti presenti nella grotta: sulle sue pareti sono presenti figure di animali probabilmente feriti o morti e un uomo steso a terra. Probabilmente rappresenta un fatto realmente accaduto durante una battuta di caccia, anche se l’interpretazione non è sostenuta da tutti gli studiosi.

Gli schemi compositivi

Le grotte dipinte, come questa di Lascaux, sono interpretate come santuari, luoghi non adibiti alla vita quotidiana. Ciò, infatti, spiegherebbe la quasi totale assenza di oggetti di uso comune. Secondo lo studioso Leroi-Gourhan, la disposizione delle figure e delle rappresentazioni nei vari ambienti doveva seguire uno schema preciso; infatti gli ingressi erano spesso spogli o decorati solo con segni, mentre le figure compaiono nelle zone interne e solo in determinate parti. Nella parte più interna è presente la decorazione principale, sulla quale spesso vengono incisi migliaia di graffiti.

Determinati animali sono raffigurati in coppia, mentre altri sono rappresentati molto spesso feriti. Non è raro trovare rappresentazioni di animali fantastici, come nel caso del liocorno di Lascaux. Le pitture, che non sono da intendersi mai come scene di un racconto, sono sempre prive di uno sfondo o di una qualsivoglia ambientazione. Le figure umane sono rare, spesso gli uomini rappresentati hanno fattezze animalesche; probabilmente si tratta di sciamani calzanti maschere, forse per evocare i rituali che si dovevano tenere in queste grotte e a cui dovevano partecipare sia uomini che donne.

Interrogativi e interpretazioni: Lascaux e le altre grotte

Sono diverse le interpretazioni fornite per queste pitture. È da scartare l’idea dei primi studiosi, che le interpretavano come opere di abbellimento delle caverne, dal momento in cui queste non erano abitate. Le ipotesi oggi ritenute più plausibili parlano di raffigurazioni magico-simboliche. Queste avrebbero avuto valore propiziatorio nei confronti della caccia, cosa che spiegherebbe la presenza di animali feriti, come sulle pareti di Lascaux. Secondo questa lettura, anche i numerosi graffiti eseguiti sulle pitture avrebbero avuto valore rituale: chiedere protezione durante la battuta di caccia o un’invocazione per riuscire a cacciare l’animale su cui il segno era stato graffito.

Ma le rappresentazioni dovevano avere anche valore protettivo della fecondità animale e umana. In questo senso si può leggere la maggiore presenza di alcune figure sulle pareti delle grotte, ovvero bovini e cavalli: questi starebbero a indicare la dualità uomo-donna, con riferimento alla fecondità.

In queste grotte dovevano avvenire dei rituali di tipo sciamanico, per mettere in contatto uomini e donne con gli spiriti. Le impronte di mani che si trovano quasi sempre dipinte sulle pareti potrebbero aver avuto quindi l’intento di rimarcare e rendere più concreto il contatto tra uomo e spirito.

Non si può escludere, infine, che all’interno di queste caverne avvenissero anche riti di iniziazione; in questo caso le impronte delle mani dei frequentatori, sia adulti che giovani, indicherebbero la partecipazione a questi rituali.

Carmine De Mizio per Questione Civile

+ posts

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *