Il santuario di San Casciano dei Bagni stupisce ancora con il suo sensazionale deposito votivo
La notizia dell’ultima sensazionale scoperta avvenuta a San Casciano dei Bagni è di quelle che si sentono poche volte nella storia. Non a caso a diffonderla sono state le personalità più autorevoli del panorama culturale italiano, ovvero il Ministro della Cultura Sangiuliano e il Direttore Generale Musei Osanna. Infatti l’antico santuario delle acque salutari del piccolo comune della provincia di Siena ci ha stupiti ancora una volta, restituendo ben 24 statue bronzee, che vanno ad aggiungersi ai numerosi reperti eccezionali rinvenuti nelle scorse campagne.
Il lavoro, coordinato dalla Soprintendenza nella figura della dottoressa Salvi, dall’Università per Stranieri di Siena nella figura del direttore scientifico Tabolli e condotta sul campo dal dottor Mariotti, vede all’opera numerosi scavatori provenienti da numerose università italiane e straniere e coinvolge esperti e tecnici di diversi settori, impegnati in un progetto multidisciplinare che, com’è evidente, sta portando grandissimi risultati.
Tanto più che il lavoro sul campo non è per niente semplice per gli archeologi, che lottano quotidianamente contro la rapida risalita dell’acqua della sorgente termale e che li costringe letteralmente a scavare nel fango caldo. Ma l’accurata pianificazione e il sostegno dell’amministrazione e di professionisti ha permesso loro di portare avanti nel migliore dei modi le campagne di scavo.
San Casciano dei Bagni: storia di una scoperta
Questo affascinante scavo, infatti, in pochi anni di lavoro non solo è riuscito ad aggiungere un importantissimo tassello alla storia del territorio in cui è situato, ovvero l’area di influenza dell’antica città di Chiusi, ma sta scrivendo pagine di archeologia, di storia, di storia dell’arte e di architettura antica.
Che lo scavo dovesse riservare sorprese fuori dal comune si presagiva già con le prime importanti scoperte del 2020. Gli archeologi compresero sin da subito, infatti, di aver individuato un santuario legato alle acque termali, di cui San Casciano dei Bagni è ricca, e ai poteri salutari che gli antichi a esse attribuivano. A testimonianza di ciò furono rinvenuti una serie di altari votivi deposti lungo il bordo di una vasca sacra, alcuni dei quali riportanti le dediche di importanti famiglie di età imperiale, oltre che oggetti cerimoniali e una raffinata statua della dea Igea.
Le successive campagne hanno dato la conferma agli scavatori di trovarsi davanti a un contesto unico. All’interno della vasca sacra sono state rinvenute migliaia di monete di epoca romana, deposte con intento rituale, insieme a piccoli bronzi votivi, rappresentanti soprattutto parti anatomiche e bambini in fasce.
Contemporaneamente lungo il bordo della vasca furono rinvenuti dei piedi, sempre in metallo, appartenenti con tutta probabilità a sculture che un tempo dovevano essere qui fissate a memoria di un voto a una delle numerose divinità qui venerate (Apollo, Igea, Iside).
Tra i bronzi merita una menzione a sé l’effige di un bambino seduto, con al collo una bulla (tipico gioiello che veniva messo al collo dei bambini) e con un braccio alzato, probabilmente a tenere un uccellino con cui stava giocando. A rendere ancora più straordinario il reperto è un’iscrizione in lingua etrusca lungo una delle gambe del bambino: ancora in fase di studio, il testo sicuramente fornirà importantissime informazioni riguardanti il santuario di San Casciano e le pratiche legate ai culti delle acque termali.
Le statue di bronzo
E giungiamo infine alla scoperta sensazionale dell’ultima campagna di scavo. Il prosieguo dell’indagine all’interno della vasca sacra, giustamente denominata “vasca delle meraviglie” dagli archeologi, ha portato alla luce ben 24 statue in bronzo. Le sculture bronzee di questo deposito votivo sono riferibili in parte a divinità, sono state riconosciute infatti le effigi di Apollo e Igea, e in parte agli stessi frequentatori che facevano i loro voti all’interno del santuario, come matrone, efebi e altri personaggi di classi abbienti.
Stupisce l’eccezionale stato di conservazione dei reperti, che è stato possibile grazie alle particolari condizioni di giacitura nel fango di queste acque termali, la cui composizione chimica è attualmente in fase di analisi da un’equipe di esperti. Lo studio preliminare delle opere d’arte ha permesso una datazione delle opere tra il II secolo a.C. e il I secolo d.C. ovvero tra la tarda età etrusca e la prima età imperiale.
Queste coprono quindi solo una parte della storia del santuario, infatti le ricostruzioni degli archeologi hanno permesso di inquadrarne la vita tra il III secolo a.C. e il V secolo d.C. Dopo questo momento, quando il Cristianesimo ormai era largamente diffuso e i culti pagani erano stati abbandonati definitivamente, il santuario fu rispettosamente abbandonato, le opere d’arte deposte nella vasca e l’area fu ricoperta da una grossa colmata comprendente colonne e frammenti architettonici. Il santuario da allora ha dormito per secoli e solo da poco ha deciso di svegliarsi nuovamente, di cominciare a restituire i suoi tesori e a svelare i suoi segreti, troppo a lungo conservati nel fango caldo.
Carmine De Mizio per Questione Civile
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