Pelè ci ha lasciati: quali sono i nostri sentimenti?

Pelè, il calciatore amato da tutti

Triplice fischio. Non c’è più tempo per un’altra azione da gol. Nel tardo pomeriggio del 29 dicembre ’22 ci lascia Edson Arantes do Nascimiento, da tutti conosciuto come Pelè. Ci lascia un’icona indimenticabile dello sport, ma in particolar modo di quel calcio d’altri tempi fatto di talento e difensori duri, di fantasia e tecnica al servizio della propria nazione che ha fatto innamorare tutte le generazioni calciofile della competizione dei mondiali e di quel 10 dietro la maglia, che dal ’58 non è più un semplice numero, ma una vera e propria filosofia.

E il destino lo ha portato lontano da noi proprio pochi giorni dopo la fine di un mondiale, la sua competizione, quella in cui è diventato O Rei: il suo regno. Abbiamo ancora negli occhi l’incoronazione del 10 nostro contemporaneo, Leo Messi, ed è davvero difficile accettare questo boccone amaro. Forse possiamo consolarci interpretando questa coincidenza come un “io devo andare, ma vi lascio in mani sicure”. Una sorta di passaggio di consegne, passando dalla scomparsa dell’altro Diez, Diego Armando Maradona. Da sempre paragonati e messi a confronto, Maradona e Pelé sono stati tra i calciatori più forti di sempre, ma indiscutibilmente sono state le due icone più importanti del calcio mondiale, caricandosi sulle spalle due popoli complicati, incompresi, che si sono sentiti dei giganti grazie alle loro imprese sportive, che vengono tutt’ora celebrate come delle vere gesta epiche.

Le tinte verdeoro

O Rei non era ancora maggiorenne quando nell’estate del ’58 venne buttato nella mischia, spaesato, delle partite del mondiale in Svezia. E fu proprio la spensieratezza di quel ragazzino che permise al Brasile di esprimere al massimo la propria identità e di non copiare il rigido tatticismo europeo. Cosa che si rivelò la chiave per vincere la competizione e raggiungere il tanto agognato tetto del mondo.

Pelè

Ma non solo, perché questa identità permise di aprire un vero e proprio ciclo, composto da tre vittorie in dodici anni, impresa mai eguagliata finora. Nel ’58, nel ’62 e nel ’70. E tra i suoi innumerevoli record è proprio questo quello che spicca e che sintetizza al massimo la sua grandezza: è l’unico calciatore nella storia ad aver vinto tre campionati del mondo. Per campioni di livello assoluto si è dimostrato estremamente difficile anche solo partecipare allo stesso numero di edizioni della coppa del mondo. Sembra quasi utopico pensare di poter vincere ogni edizione.

Spesso nell’analizzare la carriera di Pelé si dà molto peso al fatto che abbia sempre militato nel continente americano e non si sia mai misurato nelle competizioni europee alle quali siamo molto affezionati. Ma poche persone sono a conoscenza della quantità di amichevoli organizzate con le più importanti squadre del vecchio continente durante la sua carriera. E l’esito è sempre stato lo stesso. Rete gonfia e palla al centro.

Giuseppe Russo per Questione Civile

Fonti

– Pelé: Birth of a legend (film)

– Federico Buffa racconta Pelé O Rei (miniserie TV)

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