L’indole umana è connaturata agli istinti primitivi, ed è la violenza quella difficile emozione che porta l’uomo ad avvicinarsi il più possibile al proprio istinto animale
Le emozioni che pervadono gli esseri umani sono molteplici e una di queste è la violenza, che prende forme diverse a seconda di chi la possiede, la vive, la percepisce e la esercita. Mille forme per mille possibili tentativi di privare il proprio istinto di sopravvivenza, di protezione e di errore.
L’origine
L’animo umano si contraddistingue per gli impulsi, siano essi buoni e sia cattivi. Bisogna solo scegliere quale parte far prevalere, se cedere al momento di forte rabbia oppure fare in modo che l’educazione, il buono che risiede in ognuno di noi e i sentimenti sani abbiano la meglio.
L’origine della violenza è anche e soprattutto annodata ad alcune componenti inconsce, fatte di aggressività ed istinti di sopravvivenza violenti. La rabbia si scatena e diventa atto violento, quando un essere umano non ha la capacità di frenare quel fuoco che spinge la forza fisica ad esplodere. Ripetuti studi scientifici e sociologici ci spiegano, che spesso questi atti violenti vengono esplicitati da persone con svariate problematiche della personalità e con un vissuto interiore e familiare corroso da devianza e criminalità e anche abusi e violenza assistita.
È bene aggiungere che questi soggetti devianti sfogano la loro potente incapacità di gestire la rabbia soprattutto nei confronti di coloro che sono considerati i più fragili all’interno della società.
Sono coloro che, di fatto, hanno spesso meno possibilità di difendersi e si trovano in quel preciso momento in una situazione di svantaggio. Ad esempio, potremmo discutere di violenza di genere, violenza sui bambini e gli anziani. Il più delle volte il violentatore consuma la propria indole tra le mura domestiche aggravando la situazione emotiva e generando a sua volta una forma di dipendenza a causa dell’elevata tensione psicologica. Nonostante questa riflessione apparentemente razionale, rimane un forte interrogativo, quello di scoprire ed indagare le profonde debolezze di un essere umano e comprendere dunque: come fa un uomo ad essere violento verso un altro essere umano?
La violenza di genere
Le Nazioni Unite in occasione della Conferenza Mondiale sulla Violenza contro le Donne tenutasi a Vienna nel 1993, la definiscono come:
ogni atto legato alla differenza di sesso che provochi o possa provocare un danno fisico, sessuale, psicologico o una sofferenza della donna, compresa la minaccia di tali atti, la coercizione o l’arbitraria privazione della libertà sia nella vita pubblica che nella vita privata (Art. 1, Dichiarazione delle Nazioni Unite sull’Eliminazione della Violenza contro le Donne, Vienna, 1993).
Per violenza di genere si intende la violenza diretta ad una persona sulla base della sua appartenenza ad un genere, ovvero la violenza agita dagli uomini contro le donne proprio perché donne ( siano esse nel ruolo di compagne, figlie, sorelle, madri, conoscenti). Pertanto, la violenza di genere si distingue da altre forme di violenza, ed è bene evidenziarlo per comprenderne le origini, le cause e le ripercussioni sulla società odierna.
La specificità del fenomeno della violenza contro le donne rispetto ad altre forme di violenza, permette di iscrivere tale fenomeno nella cornice della nostra cultura ancora fortemente sessista e discriminatoria che permea e governa la nostra società e le relazioni tra i suoi componenti.
La violenza contro le donne è un problema di cultura, ovvero da una parte riflette e dall’altra rafforza le profonde disuguaglianze e i diversi ruoli che la società affida all’uomo e alla donna in relazione del loro sesso alla nascita. Come se vi fosse ancora una reale necessità di difendere il dominio maschile, da quello che in tempi remoti voleva essere definito “sesso debole”. E la debolezza in questo contesto non è accostabile al valore di un genere o alla prestanza di un fisico imponente, alla presenza degli agenti ormonali o alle corde vocali pronunciate. L’unico metro di paragone utilizzabile è l’uguaglianza e la parità di merito.
Le ripercussioni della violenza di genere sulla società
Il problema della violenza contro le donne è e deve essere un problema di tutti, non solo in quanto fenomeno sociale diffuso e quindi in capo alla collettività, alla politica e alla scienza, ma anche in quanto manifestazione esasperata di uno svilimento del femminile che si manifesta attraverso la strumentalizzazione delle donne. La quale può essere del corpo, della limitazione dell’individualità e della propria capacità di essere, della visibilità sociale e mediatica, dell’autorevolezza delle donne nella vita economica e politica, ma anche nelle mille sfaccettature della vita familiare e delle relazioni affettive.
Nessuno dovrebbe mai permettersi di strumentalizzare il ruolo di una donna e di alludere alla facilità dei successi personali strettamente connessi al proprio essere. La violenza di genere è da considerarsi lesiva. La legge pur non sanzionando espressamente la violenza di genere, ha introdotto alcune modifiche al codice penale in modo da punire le condotte commesse nei confronti delle donne e delle categorie ritenute fragili.
Sensibilizzare alla non-violenza
Il Dipartimento delle Pari Opportunità sostiene da anni le campagne di comunicazione per sensibilizzare l’opinione pubblica e per costruire la consapevolezza rispetto al fenomeno della violenza degli uomini contro le donne, al fine di promuovere una cultura sana, soprattutto tra i più giovani. È importante dunque rafforzare il messaggio che una società libera dalla violenza e dagli stereotipi di genere sarà una società migliore. Ed è fondamentale rinnovare l’importanza dell’art. 3 della nostra Costituzione Italiana.
Nel prossimo futuro, il DPO prevede di realizzare campagne di comunicazione per donne lavoratrici vittime di violenza domestica e campagne di sensibilizzazione dedicate ad una audience maschile. Sono molte le regioni promotrici di attività di sensibilizzazione contro la violenza. Alcune portano avanti dei veri e propri corsi e danno concrete indicazioni su come riconoscerla e prevenirla, indicando anche i servizi di aiuto per uscirne, frutto di un lavoro congiunto tra realtà istituzionale e centri antiviolenza.
Daniela Zema per Questione Civile
Sitografia:
www.istat.it
www.comunedivenezia.it
www.interno.gov.it
www.laleggepertutti.it