Dal successo alla prematura morte: la vita di Romy Schneider
L’attrice che ha dato il volto all’Imperatrice d’Austria Elisabetta in una trilogia immortale ma anche protagonista di altre pellicole di successo, Romy Schneider resta impressa nella mente di molti. Dal successo alla morte nel 1982, in questo articolo verrà ripercorsa la sua carriera.
Cenni biografici di Romy Schneider
Romy Schneider, nome d’arte di Rosemarie Magdalena Albach-Retty, nasce a Vienna nel 1938 da Magda Schneider, attrice, e da Wolf Albach-Retty, anch’egli attore. Sotto l’influenza della madre, intraprende la carriera cinematografica, esordendo sul grande schermo a soli quindici anni.
Uno dei primi film dove recita e “L’amore di una grande regina”, dove interpreta la giovane e futura Regina d’Inghilterra Vittoria. Il grande successo arriva l’anno successivo con “La Principessa Sissi”.
La trilogia del successo: Sissi
Come accennato poc’anzi, nel 1955 Romy Schneider presta il volto alla giovane duchessa di Baviera e futura Imperatrice d’Austria Elisabetta di Wittelsbach. Il successo porta alla realizzazione di altri due adattamenti cinematografici, nel 1956 e nel 1957.
Recita a fianco della madre Magda, che nel film interpreta la Duchessa Ludovica di Baviera. Altri interpreti sono Karlheinz Böhm, che presta il volto all’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe, Uta Franz nel ruolo di Elena di Baviera e Vilma Degischer, che recita nel ruolo dell’Arciduchessa Sofia.
Il primo film tratta dell’incontro tra la giovane Elisabetta di Wittlesbach, duchessa di Baviera, e l’Imperatore d’Austria, promesso in matrimonio alla sorella di lei, Elena, chiamata Nenè; la pellicola conclude con il matrimonio tra i due giovani sovrani.
Il secondo film, invece, si concentra sul difficile adattamento della giovane Imperatrice alla corte austriaca, a causa del rigido cerimoniale di corte spagnolo e sui contrasti con la suocera. Il film tratta anche una parte di contorno storico ovvero il riavvicinamento tra l’Austria e l’Ungheria e la conseguente creazione dell’Impero Austro-ungarico.
Infine, il terzo film si concentra sulla malattia che colpisce la sovrana, ovvero un’infezione polmonare aggravata da una forma di depressione. La conclusione guarda al viaggio delle loro Maestà in Italia, tra Milano e Venezia (ancora sotto dominio austriaco).
La storia d’amore con Alain Delon
Insofferente del ruolo di “Sissi”, tanto da essere chiamata così anche nel privato, Romy Schneider rifiuta il ruolo in un quarto film (mai prodotto). Nel 1958 arriva la svolta: sul set del film “L’amante pura” ,di Pierre Gaspard-Huit, conosce Alain Delon, affascinante attore alla prime armi. Lui occhi azzurri, viso meraviglioso, lei altrettanto stupenda, già attrice famosa, tra i due è un colpo di fulmine.
Nonostante alcune crisi, il loro sarà un grande amore, che però ha vita breve: nel 1964 Alain Delon, con un bigliettino, lascia Romy per un’altra donna, conosciuta poco tempo prima.
“La piscina” (1969)
Nel 1969 i due si ritrovano, ma da colleghi di lavoro: sono i protagonisti di un’altra pellicola di successo ovvero “La piscina”, diretto da Jacques Deray.
Nella pellicola i due interpretano una giovane coppia, Jean Paul e Marianne, che stanno trascorrendo una vacanza in una villa di amici, dove è presente una piscina, dove amano trascorrere più tempo. L’arrivo di Harry, amico di Jean Paul ed ex amante di Marianne stravolge tutto: gli atteggiamenti affettuosi ed intimi di Harry verso Marianne, spingono Jean Paul a sedurre la figlia diciottenne del suo amico, Penelope. Una sera, dopo aver bevuto qualcosa, tra i due nasce un diverbio che porterà alla morte per affogamento di Harry, in quanto Jean Paul gli tiene la testa sott’acqua. L’uomo confesserà l’omicidio a Marianne; la donna decide di non denunciarlo. Il film si conclude con un abbraccio tra i due.
Gli anni ’70: il rapporto con il cinema italiano e le difficoltà in ambito familiare
Romy Schneider ha lavorato anche in Italia, con i migliori registi dell’epoca. Già negli anni ’60 aveva preso parte al film “Boccaccio ‘70” di Luchino Visconti. Nel 1970 recita nel film “La Califfa” di Alberto Bevilacqua, a fianco di Ugo Tognazzi.
Torna ad interpretare Elisabetta d’Austria sul grande schermo nel 1973 nel film “Ludwig”, regia di Luchino Visconti; la pellicola tratta le vicende del Re di Baviera Ludwig II, (interpretato da Helmut Berger) cugino dell’Imperatrice d’Austria.
Oltre il cinema, Romy Schneider ha una vita tormentata, soprattutto per quanto riguarda i due matrimoni avvenuti dopo la storia con Alain Delon. Il primo è con il regista Harry Meyen, da cui ha un figlio, David, nato nel 1966; il secondo è con il giornalista franco-italiano Daniel Biasini, da cui ha un’altra figlia, Sarah, nata nel 1977. Il fallimento di entrambi porta l’attrice verso la strada dell’alcolismo e della depressione, quest’ultima aumentata a causa del suicidio del primo marito nel 1979.
1981: la morte del figlio David
Il 5 luglio 1981 un altro grave lutto colpisce l’attrice: il figlio quattordicenne David muore trafitto da un ferro del cancello della casa dei nonni, mentre tenta di scavalcarlo. Da questo tragico episodio, Romy Schneider non si riprenderà mai più.
“Fantasma d’amore” e “La signora è di passaggio”: gli ultimi film di Romy Schneider e la morte
Nonostante i lutti e l’asportazione di un rene a causa di un tumore, Romy Schneider riesce a lavorare, tra il 1981 e il 1982, in altri film. Il primo è “Fantasma d’amore”, diretto da Dino Risi, dove recita a fianco di Marcello Mastroianni, mentre il secondo ed ultimo è “La signora è di passaggio”, di Jacques Rouffio.
Il 29 maggio 1982, Romy Schneider viene trovata morta nell’appartamento del suo compagno Laurent Petin, a Parigi: un arresto cardiaco fatale le strappa la vita a soli 43 anni.
Margherita Rugieri per Questione Civile
Sitografia
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