Caterina de’ Medici e le Grand Tour de France per il figlio Carlo IX
La monarchia francese in questi secoli è itinerante, dato che l’antico ideale capetingio si fonda su un rapporto personale tra il sovrano e il suo popolo. Il messaggio è chiaro: dove si trova il monarca, c’è lo Stato. Per questo motivo Caterina de’ Medici ha voluto organizzare le Grand Tour de France, ovvero un viaggio che, iniziato il 24 gennaio 1564, avrebbe attraversato l’intera Francia e fatto conoscere il nuovo sovrano Carlo IX ai sudditi.
Il Tour, tuttavia, cela anche altri scopi: la regina sa bene che i francesi sono insofferenti al suo potere, addirittura alla sua persona, perché è una donna, è italiana e proviene da una casata non molto nobile. È accusata di essere una fattucchiera e un’avvelenatrice, di avere a cuore solo gli interessi degli ugonotti e di voler in qualche modo sottrarre il trono al figlio. Tutto questo fa desiderare a Caterina di recuperare il rapporto con la nobiltà di provincia tramite l’ascolto delle richieste e delle critiche provenienti dalle varie giurisdizioni che avrebbe visitato.
Inoltre, in giro affermano che la Corona francese si sia rovinata per le spese delle guerre, quindi è importante dimostrare agli ambasciatori con che sforzo, grandiosità e lusso può permettersi di viaggiare il re di Francia.
Le giornate scorrono in mezzo a celebrazioni di ogni specie, che saranno il modello per tutte le feste a venire, comprese quelle di Luigi XIV. La regina, infatti, deve alle origini italiane il senso del fasto, dell’eleganza e del mecenatismo, ma deve al suocero parte della sua strategia, poiché il sovrano Francesco I era solito ripetere:
«Due cose sono indispensabili per vivere in armonia con i francesi e indurli ad amare il proprio sovrano: divertirli e tenerli occupati con gli esercizi fisici».
L’arrivo di Caterina de’ Medici a Salon
Tantissime sono le tappe del viaggio che scaldano il cuore della regina e dell’intera corte francese, ma una di queste, in particolare, fu voluta ardentemente: è circa metà ottobre e Caterina giunge finalmente a Salon. L’interesse è rappresentato non tanto dalla cittadina, quanto da un suo autorevole abitante di nome Nostradamus. Nonostante imperversi l’ennesima pestilenza, la sovrana si sente protetta e sfida il fato pur di recarsi in casa del negromante.
In questo luogo viene affrontata anche la discussione circa la famosa profezia dello specchio di Chaumont che ossessiona la regina: qualche anno fa nel castello di Chaumont sulla Loira, Caterina aveva dato inizio ad un lungo rituale durato ben 45 giorni, alla fine del quale le era stato concesso di vedere in uno specchio magico l’avvenire.
Ciò che si riflesse sulla superficie lasciò la regina turbata. Nello specchio magico vide una scala intorno alla quale ogni figlio, a turno, fece tanti giri quanti dovevano essere gli anni del suo regno (Francesco ne fece uno, Carlo quattordici ed Enrico quindici): dopo di loro si presentò Enrico di Borbone, il marito di una delle figlie, che fece 22 giri e scomparve.
La regina era andata da Nostradamus con la speranza che contraddicesse la visione, ma il negromante la conferma e afferma che:
«Se Dio vi farà la grazia di farvi vivere sino ad allora, avrete come padrone il signore di Francia e di Navarra».
Abbandonata Salon, gli spostamenti continuano lentamente per nove mesi prima di rivedere Parigi all’orizzonte.
Margherita, la perla dei Valois, convola a nozze con il principe di Navarra
Il 18 agosto del 1972 nella venerabile cattedrale di Notre-Dame si celebrano le nozze tra la bella Margherita – detta Margot –, sontuosa nel suo abito in viola e oro e splendente grazie alla corona in perle e diamanti poggiata sui lunghi capelli corvini, ed Enrico di Borbone, principe di Navarra. Caterina ha deciso di imporre ad ogni costo queste nozze, convinta che siano il sistema migliore per pacificare la nazione di nuovo in fiamme.
Nessuno vuole davvero queste nozze, poiché vedono l’unione di una donna appartenente alla religione cattolica e di un uomo appartenente alla religione ugonotta. In virtù di ciò, Enrico non ascolta la messa e il consenso degli sposi viene dato qualche momento prima su un palchetto costruito per l’occasione sul sagrato della basilica. Pur di arrivare a concludere questo affare, la Medici ha dato prova di una tenacia maggiore del solito.
La coppia costituita da Margherita ed Enrico è destinata, nella sua mente, ad incarnare l’immagine di una nuova era all’insegna della pace e della convivenza tra le due religioni.
Enrico, duca d’Angiò, nuovo luogotenente generale dell’esercito
Il matrimonio non rasserena gli animi in Europa; anzi, per certi versi li infervora. Questo porta Caterina, che non si fida di nessuno, a far nominare luogotenente generale dell’esercito il figlio Enrico, che ha solo sedici anni ma è il suo cocco.
Bello, intelligente, affascinante, raffinato, conscio del proprio ruolo e innamorato del lusso, questo ragazzo è considerato da tutti il più fiorentino dei figli. Allo stesso tempo, però, manca di equilibrio e passa da un estremo all’altro, dimostrando una sempre maggior attrazione per gli abiti femminili, tanto da indossarli egli stesso o trascorrere molte ore nella toilette della sorella Margherita. Spesso abbigliano lui le signore, impartisce loro lezioni di portamento e ne acconcia le chiome. Adora ingioiellarsi e truccarsi ed è piuttosto incline a dipendere da uomini più anziani, forti e autorevoli.
Nonostante quel che possa sembrare, Enrico è attratto dalle donne e avrà numerose amanti. Sarà l’unico tra i fratelli a scegliere personalmente la promessa sposa per amore. È religioso a tal punto da praticare il digiuno e la flagellazione, trascorrendo ore in preghiera o in chiesa.
Tante stravaganze e tante contraddizioni non arriveranno mai ad intaccare l’amore cieco che Caterina nutre per questo figlio, che susciterà le gelosie dei fratelli. Spesso nella storia delle grandi regine c’è una pietra d’inciampo, una debolezza: nel caso della Medici è proprio il figlio Enrico.
Un letale braccio di ferro tra Caterina de’ Medici, Elisabetta I e Maria Stuart
Nel settembre del 1567, Caterina con la famiglia reale è costretta a fuggire dal castello di Montceaux-en-Brie a causa di notizie allarmanti circa un ennesimo tentativo di colpo di Stato da parte degli ugonotti. Da un lato Caterina vorrebbe optare per la linea dura, trovare nuovi soldi e mettere insieme un esercito che possa definitivamente porre fine ai disordini; ma dall’altro sa bene di dover propendere per la trattativa, poiché i sovrani degli altri Stati europei si fingono vicini alla Corona francese mentre interiormente gioiscono della guerra civile in atto.
A complicare ulteriormente le cose è la sovrana d’Inghilterra Elisabetta I, che sostiene gli ugonotti e non fa mancare loro aiuti materiali ed economici. L’animo battagliero di Caterina vacilla, soprattutto considerando le notizie provenienti dall’Inghilterra.
La nuora della regina di Francia, Maria Stuart, aveva fatto ritorno in Scozia nel 1561. Elisabetta, sua cugina, vedeva Maria come una rivale poiché era cattolica e in Inghilterra vi era ancora qualcuno che sperava nel ritorno del cattolicesimo, cosa che non sarebbe potuta succedere con Elisabetta, fervente protestante. Quando si pose il problema delle nuove nozze di Maria, Elisabetta propose come candidato il suo favorito, colui che era sospettato di essere suo amante. Questo ferì l’orgoglio della Stuart, che rifiutò e scelse inaspettatamente Lord Darnley, scatenando le ire della cugina.
Il matrimonio tra i due durò poco, ma bastò per far nascere un bambino di nome Giacomo. In seguito ad alcune rivolte interne alla Scozia, Maria è costretta ad abdicare e chiede rifugio ad Elisabetta, la quale invece sceglie di imprigionarla. La testa di Maria sarà violentemente tagliata via l’8 febbraio 1587 in seguito alla condanna per alto tradimento firmata dalla regina d’Inghilterra.
L’ultima goccia che fa traboccare il vaso di Caterina
In questo quadro funesto si colloca la morte della regina di Spagna Elisabetta di Valois, figlia tanto amata dalla Medici. Dalle notizie che giungono, sembra essere morta a 23 anni dando alla luce una bambina prematura. Non mancheranno le dicerie sulla morte della giovane, eppure il crudele e gelido Filippo II sembra aver voluto bene alla moglie francese, tanto da erigere una piramide funebre in suo onore e chiamarla «la Santa».
L’immenso dolore causato dalla notizia fa ammalare gravemente Caterina, la quale decide per un breve periodo di ritirarsi nelle sue stanze, accudita dalla figlia Claudia e dalla figlia Margherita.
Questo breve periodo di riposo le servirà per affrontare quanto si sta preparando per i mesi successivi.
Maria Rita Gigliottino per Questione Civile
Bibliografia:
A. Necci, Caterina de’ Medici. Un’italiana alla conquista della Francia, Marsilio, 2019, Venezia.