La magistratura fa quadrato intorno alla sentenza della giudice Iolanda Apostolico, ma la maggioranza politica ne chiede le dimissioni
È innegabile che quella tra magistratura e politica sia una vera e propria “storia infinita”.La giudice Iolanda Apostolico ha firmato la sentenza del tribunale di Catania che ha annullato il fermo di quattro richiedenti asilo ritenendo illegittimo il decreto governativo. La presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, ha attaccato sui social la giudice in questione e, dopo pochi giorni, la Lega di Matteo Salvini ha diffuso un video risalente a cinque anni fa, agosto 2018, in cui la giudice Apostolico è inquadrata durante una manifestazione contro il mancato via libera all’approdo alla nave Diciotti che trasportava uomini salvati in mare durante la traversata dall’Africa.
Il video incriminante e incriminato
È curioso il perfetto tempismo con cui un partito della maggioranza di governo è stato capace di riesumare un video in cui si vede la magistrata nelle fila dei manifestanti, anche se l’atteggiamento della stessa non sembrerebbe aggressivo, anzi la stessa accusata ha dichiarato che si trovava lì per placare gli animi ed evitare il peggio. Una colpa della magistrata, secondo quanto ritiene la compagine governativa, sarebbe anche quella di aver messo like ad alcuni post del marito attivista contro Salvini. Ma la questione diventa un’altra: come ha fatto un partito ad entrare in possesso di un video non postato su nessun social e che le stesse forze dell’ordine hanno dichiarato non essere presente negli atti ufficiali della manifestazione?
La domanda è giusta, il dubbio legittimo, un controllo necessario: ecco perché l’attuale ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, è stato invitato a presentarsi in aula mercoledì 11 ottobre per chiarire le dinamiche della questione. Si sa che durante una manifestazione, sia dal lato dei manifestanti che dal lato delle forze dell’ordine, ci sono degli uomini che hanno il compito ufficiale di filmare quanto accade: il video in questione non è stato girato ufficialmente da nessuno. Il problema che ci si pone è il seguente: come è stato possibile che dopo poche ore che la giudice Apostolico è finita sotto i riflettori della politica sia venuto fuori un video che getta un alone di dubbio sulla sua professionalità? Di quali canali dispone il governo per trovare, in poco tempo, filmati o documenti contro qualcuno?
Lo scontro tra la Magistratura e la politica
Allora Salvini era il ministro degli Interni responsabile di una linea politica intransigente sul tema dell’immigrazione. L’accusa che viene fatta alla magistrata sarebbe quella di inopportunità: non sarebbe giusto che a decidere sulle controversie legali legate ai migranti sia una giudice immortalata in una manifestazione pro-migranti. Certo, il tema dell’opportunità è centrale nel discorso perché possono sorgere dei dubbi circa il metodo deliberativo della magistrata e circa la sua totale terzietà nel merito. Si solleva quindi un altro tema: i magistrati sono cittadini come gli altri? Seguendo un filo di pensiero ideale, i giudici godono degli stessi diritti e doveri di un cittadino qualunque, incluso quindi anche il diritto a manifestare un proprio pensiero politico. Il danno però ricade sulla loro immagine pubblica: nella prassi non sono cittadini come tutti gli altri perché rivestono un ruolo nella società che non può prescindere dalla neutralità.
Il ruolo del magistrato nella società è dato dal suo essere super partes. Il giudice fa parte di un organo, la magistratura, che al pari del potere legislativo e quello esecutivo, costituisce il fondamento dello stato di diritto. Il perfetto equilibrio che si raggiunge tra i tre poteri in questione non può essere messo in dubbio perché se no crolla il sistema democratico. L’assoluta indipendenza dei tre poteri garantisce stabilità. Certo, la magistratura si colloca addirittura sopra il potere esecutivo e quello legislativo dal momento che può indagare sulle persone che fanno parte di quest’ultimi, ed è per questo motivo che la magistratura ha un ruolo ancora maggiore nella società. Nel momento in cui viene meno la fiducia nei magistrati, salta il patto costituzionale.
Alessandro Villari per Questione Civile
Sitografia
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