L’11 aprile 2024 è arrivata su Netflix “Baby Reindeer”, una serie tv destinata a sovvertire definitivamente i paradigmi finora adottati dai prodotti cinematografici “ispirati a storie vere”
In Baby Reindeer, Richard Gadd fa una cosa mai fatta prima su una serie tv: si rende regista, attore protagonista e inevitabilmente anche vittima degli eventi reali che narra, in quanto quella è a tutti gli effetti la sua storia.
Baby Reindeer e la rappresentazione dell’abuso
Nella serie tv Baby Reindeer (2024) di Richard Gadd, ispirata ai fatti reali accaduti a Richard Gadd (regista e attore protagonista), viene rappresentato, senza veli, un doppio abuso.
Primariamente, la narrazione ci introduce immediatamente l’altra protagonista, nonché “villain” di questa tremenda storia vera, Martha Scott (nome inventato). Martha si prospetta come il vero cattivo di questa vicenda, la stalker pazza e squilibrata, la molestatrice indecente, morbosa, ossessiva, esasperante in ogni senso possibile.
Il personaggio di Martha, divinamente costruito e interpretato, ci fa entrare senza filtri nell’inferno vissuto in prima persona dalla vittima, il protagonista, che subisce tale abuso apparentemente senza contrastarlo. Ciò che viene da chiedersi, in quanto spettatori, è: come mai Donny non contrasta immediatamente Martha? Perché cerca comunque di essere gentile con lei, nonostante si renda conto che lei è un soggetto pericoloso e che sia stata già perseguitata legalmente? Perché non si adopera per denunciarla immediatamente alle autorità? All’ultima domanda troveremo una risposta più esauriente nel prossimo paragrafo, ma c’è una questione di fondamentale importanza che spiega e “giustifica” i comportamenti incerti e troppo accomodanti del protagonista: Donny è già stato abusato da un suo conoscente, anni prima.
L’abuso sessuale subìto dal protagonista viene crudamente rivelato verso metà serie, mostrando allo spettatore che, anche in quel caso, la vittima non aveva denunciato il suo stupratore. Un atteggiamento molto realistico e comune nelle vittime di stupri. Le conseguenze scaturite da tale stupro sono molteplici e le analizzeremo man mano; una di queste è proprio l’atteggiamento accomodante, permissivo e quasi sottomesso verso la nuova abusante.
Di grande impatto emotivo è la scena in cui Martha palpa il corpo di Donny, e questo, invece di ribellarsi, si paralizza, incapace di muoversi e di reagire.
Baby Reindeer e la realtà di cui nessuno vuole parlare: l’uomo abusato e la donna abusante
Il Donny della serie riceve centinaia di mail al giorno da parte di Martha, tutte sconclusionate, sgrammaticate e colme di inquietanti tentativi di flirt, di approcci più o meno violenti, pesanti molestie in piena regola. Ciò che salta subito all’occhio, e che rende Baby Reindeer un prodotto singolare e fuori dal comune già dalla prima puntata, è il fatto che lo stalker non sia un uomo, bensì una donna. Ad oggi esistono davvero pochissime rappresentazioni cinematografiche di donne abusanti e uomini abusati, di donne carnefici e uomini vittime.
Certamente al giorno d’oggi è più che mai essenziale sensibilizzare sui temi femministi, a causa dei recenti fatti di cronaca accaduti, e grazie ad una nuova consapevolezza acquisita. Tuttavia, per quanto meno sentiti e meno chiacchierati, esistono anche casi di donne stalker, di donne molestatrici e violentatrici, e di uomini vittime degli abusi di tali donne. È più raro, in quanto la società odierna ha sempre convinto gli uomini di avere più potere e di avere il diritto di esercitarlo in qualsiasi modo sulle donne, rendendo queste ultime le vittime per eccellenza. Eppure, è giusto parlare anche del rovescio della medaglia, scoperchiare un vaso di pandora molto scomodo da scoprire, per molteplici motivi.
Il nostro retaggio culturale
Fortunatamente, negli ultimi tempi i temi su cui sensibilizzare stanno diventato sempre più e sempre più ampi, ragion per cui si sta iniziando a parlare senza filtri anche delle molestie e degli abusi fisici e verbali subìti dalla controparte maschile.
Il retaggio culturale di cui siamo soggetti rende sempre molto difficile, per un uomo, ammettere di essere stato debole in una determinata situazione; di non essere stato “abbastanza forte”, “abbastanza virile” da difendersi, specialmente se da una donna. In questo, Richard Gadd è stato di grande aiuto: Gadd si è messo a nudo in prima persona, essendo stato uno dei pochissimi ad ammettere, tramite una serie tv autobiografica, di aver subìto un abuso da parte di una donna.
Baby Reindeer e la scoperta della sessualità
Un altro fenomeno rappresentato con magistrale realismo in Baby Reindeer è la sindrome di Stoccolma vissuta dal protagonista e vittima, oltre alla scoperta di quest’ultimo della propria sessualità in seguito all’abuso.
Ebbene, un’altra tematica ostica e di difficile trattazione che Baby Reindeer scoperchia con facilità, è proprio il modo in cui l’abusato scopre la propria sessualità. Donny, infatti, solo dopo esser stato violentato da quello che credeva un suo amico, inizia a mettere in dubbio i propri gusti, la propria sessualità, il suo rapporto con la sua ragazza. Da qui, lo spettatore scopre che la miniserie non è solo “la storia della stalker Martha”, bensì l’intero percorso di scoperta, di lotta, di redenzione del protagonista dal primo abuso subìto, fino al secondo.
Il percorso interiore delle vittime di violenza
Molte vittime di stupri hanno attraversato lo stesso percorso attraversato da Gadd, gli stessi dubbi, le stesse paure, lo stesso rigetto verso il proprio corpo e quello che è in grado di provare. Non è raro che una vittima di violenza sessuale scopra di avere un orientamento sessuale del tutto diverso da quel che credeva prima di essere abusato. Anche questo processo non è esente da sofferenze, da autosabotaggio, da atti fortemente contestabili, dannosi per se stessi e per gli altri, come ci mostra la serie. E anche qui Gadd non risparmia nulla allo spettatore, non addobba, non abbellisce qualcosa che non è bello, lo mostra in tutta la sua dolorosa crudezza.
Significativa è la relazione che il protagonista costruisce con il personaggio di Teri, la donna transessuale con cui riesce a stringere l’unico vero rapporto di amore sincero mostrato nella serie. Ed è a dir poco struggente vedere come, nonostante ci provi in ogni modo, Donny non riesca ad accettare l’idea di uscire con una donna queer e di non vergognarsene, nonostante riconosca e senta di amarla.
Perché Richard Gadd ha rivoluzionato la cinematografia odierna
Cos’ha fatto di tanto rivoluzionario Richard Gadd, dunque? Basterebbe dire che si sia esposto alla gogna mediatica, che abbia scelto di darsi in pasto al “giudizio degli spettatori” in prima persona, mettendoci la faccia. Non solo di qualche amico o familiare, bensì di persone sconosciute di ogni sorta, che hanno guardato la sua storia con occhio oggettivo, estraneo ed esterno, condannandolo quanto Martha.
Baby Reindeer non santifica la vittima come invece fanno la maggior parte dei film e delle serie tv, tutt’altro. Gadd in Baby Reindeer ci mostra la realtà, la sua realtà, sapendo che non ci piacerà, sapendo che in molti lo definiranno persino “più pazzo” della sua stalker. Si potrebbe pensare che il motivo di tale realismo e assenza di buonismo risieda nel fatto che sia una storia ispirata a fatti reali. Eppure, esistono molte altre serie tv ispirate a fatti reali (ma quasi mai recitate da attori che hanno vissuto sulla propria pelle gli eventi narrati), ma nessuna di queste fornisce una rappresentazione della vittima come quella che fornisce Gadd. La vittima, sia nei biopic, sia nelle opere di finzione, è sempre e comunque nel giusto, sempre da compatire, mai da condannare. Persino nei documentari emerge tale intento, ed è proprio questo che rende Baby Reindeer unica nel suo genere.
L’unicità di Baby Reindeer
In conclusione, Richard Gadd ha fuso i generi di documentario e di serie tv autobiografica. Invece di selezionare un attore per interpretare se stesso, si è inserito in prima persona nell’opera ispirata alla sua vita, personalmente scritta, elaborata e realizzata; come unico baluardo di verità, unico non-attore in mezzo ad un cast di professionisti. Gadd ha accelerato l’opera di sensibilizzazione di moltissime tematiche differenti, tematiche spaventose spesso lasciate indietro, spesso bistrattate ed evitate. Possiamo dire tutto su Richard Gadd, tranne che non abbia avuto coraggio e che non abbia operato una concreta rivoluzione nella cinematografia odierna.
Alice Gaglio per Questione Civile
Bibliografia e sitografia
- Richard Gadd, Baby Reindeer, Clerkenwell Films, 2024.
- https://www.nocturno.it