Overtourism: origini, conseguenze e soluzioni sperimentali

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Le cause dell’overtourism, il lato negativo del turismo per cui si stanno cercando soluzioni in tutto il mondo e in Italia

La gestione dei flussi turistici è un tema caldo in molte città europee e italiane: al centro del dibattito pubblico c’è la convivenza-tensione tra turisti e abitanti del luogo, schiacciati soprattutto dal mercato degli affitti brevi. Le cause dell’overtourism sono diverse e altrettante potrebbero essere le soluzioni. Tuttavia in Italia il governo non ha ancora intrapreso alcuna misura a riguardo, e l’unica sperimentazione tentata finora ha sollevato molti dubbi.

Da Barcellona a Venezia, un problema comune

Ogni estate si torna a parlare di turismo presentandone i dati con entusiasmo o preoccupazione. A Barcellona invece il sentimento più comune da qualche anno a questa parte è la rabbia. Sabato 6 luglio si è svolta una manifestazione organizzata da alcune associazioni che da anni combattono il turismo non controllato nella città. Gli slogan della protesta sono “il turismo uccide le città” e “turisti tornate a casa”, come riporta il giornale online il Post. I manifestanti durante il percorso hanno perfino spruzzato dell’acqua con delle pistole giocattolo sui turisti seduti nei dehor per le strade. Questo segno di insofferenza e di protesta rappresenta quello che pensano molti abitanti della città, che accusano il sindaco di non fare abbastanza per contrastare il sovraffollamento. Eppure Barcellona è una delle città che più si sta adoperando in Europa per contrastare gli effetti negativi del turismo di massa.

A luglio il dibattito e le polemiche sul tema dell’overtourism hanno coinvolto anche l’Italia. In particolare a Firenze la neo-sindaca Sara Funaro ha cercato di prolungare il limite degli affitti brevi nel centro storico. Il provvedimento era stato emanato dalla precedente amministrazione, ma il TAR ne ha dichiarato l’illegittimità il 10 luglio. Tuttavia la sindaca il 31 luglio ha provato nuovamente a proporre la misura, scontrandosi con la ministra del turismo Daniela Santanché. In questo caso si scontrano un tentativo di regolamentare un mercato in crescita a danno dei residenti e la tutela della libertà della proprietà privata.

 Anche Venezia ha messo fine alla principale misura attuata finora per contrastare il sovraffollamento turistico; il 14 luglio è infatti terminata la sperimentazione per il pagamento dell’ingresso in città nei weekend. Per capire la validità o meno delle misure è tuttavia necessario andare alle origini del termine e del fenomeno, per capirne le cause profonde e l’impatto.

Overtourism: l’origine di una parola e le cause di un fenomeno

Il termine overtourism non è nuovo e ha una data di nascita precisa: è stato coniato il 14 giugno 2016 dalla rivista Skift. Come spiega lo stesso inventore del termine Rafat Ali in un articolo del 2018, il termine venne coniato per dare alle persone un senso di allarme. In quel periodo infatti l’agenzia delle Nazioni Unite per il turismo (UNWTO) aveva dichiarato che si era superato il miliardo di turisti nel mondo. Contemporaneamente, la redazione aveva iniziato a discutere sulla rapidità e sugli effetti di questa crescita, ponendosi una domanda: «le persone e le loro culture sono abbastanza resilienti per resistere all’ondata di overtourism?»[1].

La redazione della rivista ha inventato la parola, eletta parola dell’anno del 2017 sul Telegraph, partendo da una discussione sugli effetti della democratizzazione dei viaggi. Una delle cause dell’aumento del numero dei turisti può infatti sembrare banale, ma consiste nel fatto che globalmente le persone hanno più soldi e più opportunità di viaggiare. I prezzi dell’industria del turismo sono anche scesi incredibilmente: con l’avvento delle compagnie low-cost e delle piattaforme per affittare appartamenti a breve termine viaggiare è diventato incredibilmente semplice e alla portata di tutti.

Non è però solo una questione di numeri, bensì anche di concentrazione di ingenti flussi di persone verso poche destinazioni. Il rapporto The state of tourism and hospitality, mostra come l’80% dei viaggiatori si concentri nel 10% dei luoghi. A questo proposito vengono spesso citati i social come causa scatenante. Il fatto che alcune mete vengano particolarmente sponsorizzate su piattaforme come instagram, ha creato un particolare tipo di turismo, basato su viaggi brevi, dove si ricercano luoghi ed esperienze famose sui social in città sempre più affollate. Questo a discapito di destinazioni meno famose, dell’esperienza turistica e soprattutto dei luoghi coinvolti da questo turismo intensivo.

Un impatto non sostenibile

Non è un caso che si usi l’espressione “industria del turismo”: Rafat Ali nello stesso articolo sottolinea un punto fondamentale: «i viaggi sono la più grande industria del mondo, incominciamo a comportarci di conseguenza»[2]. Con questa affermazione il giornalista richiama a pensare alle soluzioni considerando sia la crescita del turismo globale sia la responsabilità, e dunque la sostenibilità dell’industria dei viaggi. Per questo motivo le Nazioni Unite nel programma sulla sostenibilità (UNEP) inseriscono lo sviluppo sostenibile del turismo tra le sfide cruciali dei prossimi decenni.

Un’altra importante questione riguarda la vivibilità delle città investite dal fenomeno. L’overtourism porta infatti a una redifinizione di queste in funzione dei turisti. Uno dei problemi più sentiti dai cittadini è proprio la perdita d’identità locale. Questo avviene in particolare nei centri storici, dove i commercianti sfruttano le possibilità offerte dal turismo in ogni modo. Il risultato è l’espansione di un’economia a misura di turista, caratterizzata da grandi catene, negozi di souvenir, ristoranti di tutti i tipi per soddisfare tutti i clienti.

Il fulcro di questo tipo di economia è il mercato degli affitti brevi, che moltissime città in tutto il mondo stanno cercando di limitare. Sono sempre di più i propietari invogliati ad affittare le loro case a turisti di passaggio per pochi giorni, aumentando i ricavi e diminuendo i problemi. Allo stesso tempo affittare un appartamento è più conveniente di una stanza d’albergo, più costoso e dai posti limitati. Il risvolto negativo si mostra per i residenti: diminuiscono le case a disposizione e si alzano i prezzi di quelle restanti. Questo spesso aggrava un’emergenza abitativa che in molte città ha già raggiunto livelli preoccupanti. Alla luce di questi problemi la scelta di continuare a investire sul modello tradizionale di turismo, costruendo nuove case e ignorando l’esasperazione dei residenti non pare sostenibile.

Contro l’overtourism: la stretta agli affitti brevi

A livello europeo i tentativi di contrastare il mercato degli affitti brevi, conseguenza più tangibile dell’overtourism, non mancano. Abbiamo già citato il caso di Barcellona, che nel 2011 ha introdotto un sistema di licenze obbligatorie per poter pubblicare annunci di appartamenti sulle principali piattaforme come Airbnb. Tre anni dopo il governo ha deciso di non emettere nuove licenze, istituendo nel 2014 un sistema di identificazione dell’host per agevolare la verifica delle stesse. Fino ad arrivare ad oggi, con la scelta di non rinnovarle. Il 21 giugno infatti il sindaco di Barcellona ha deciso di non rinnovare le licenze per le oltre 10.000 case destinate agli affitti brevi, in scadenza nel 2028. La città si può considerare un’apripista a livello europeo: se la misura venisse approvata dal 2019 gli appartamenti verranno rimessi sul mercato immobiliare spagnolo, per l’affitto o la vendita.

Anche a Berlino nel 2014 è stata promulgata una legge che vieta di lasciare appartamenti vuoti o di affittarli per brevi periodi per incentivare gli affitti a lungo termine. Nel 2021 il governo francese ha deciso di imporre a Parigi un limite al numero degli appartamenti che è possibile affittare. Ad Amsterdam la scelta è stata più radicale: vietare del tutto l’affitto per brevi periodi nelle aree più frequentate del centro storico.

Il problema si pone anche al di fuori dell’Europa: a New York l’anno scorso è stata introdotta la Local Low 18, che impone 3 condizioni ai proprietari che vogliono affittare il proprio appartamento su Airbnb. Le richieste sono molto stringenti: l’host deve essere il proprietario dell’appartamento e deve risiedervi durante il soggiorno degli ospiti, che non possono essere più di due.

Venezia: la gestione dell’overtourism in Italia

In Italia l’istituto di ricerca Demoskopika ha ideato un Indice Complessivo di Sovraffollamento Turistico (ICTS), creando una mappa interattiva aggiornata a maggio 2024. L’indicatore classifica le città in base al rischio di sovraffollamento in cinque livelli, da “molto alto” a “molto basso”. Le città più a rischio sono sette, tra cui Rimini e Venezia, mentre Roma e Firenze si trovano nel livello “alto”. Raffaele Rio, presidente di Demoskopika, ha dichiarato che la soluzione al sovraffollamento dovrebbe «implementare politiche di gestione del turismo che includano limitazioni temporali e numeriche per l’accesso ai luoghi più a rischio, insieme a strategie per promuovere destinazioni alternative meno note promuovendo i luoghi anche in periodi meno affollati»[3].

La sperimentazione intrapresa a Venezia e conclusasi il 14 luglio sembra andare in questa direzione. Essa prevedeva un ticket di cinque euro per l’ingresso in città dei turisti nei weekend dalle 8:30 alle 16. Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro si dice soddisfatto dei risultati, sostenendo che «non abbia dato svantaggi», come riporta il Corriere del Veneto. Tuttavia l’obbiettivo dichiarato era di rendere la città più vivibile, diminuendo i turisti, che sono stati invece 1,3 miliardi, non meno di quelli previsti. Inaspettato invece l’incasso, stimato attorno ai 700.000 euro e che ha superato i 2,2 milioni. Quello che emerge è soprattutto un grande guadagno per il comune, che non ha ancora chiarito come spenderà i soldi.

La necessità di misure a lungo termine

Le obiezioni e le proteste dei cittadini sono molte. L’Osservatorio Civico Indipendente di Venezia (OCIO), in un articolo del 18 maggio sottolineava il contrasto tra l’inizio del ticket e la scadenza dei contratti ERP, con il conseguente sfratto di molte famiglie dalle case popolari. Le condizioni per ottenere il rinnovo sono state rese più stringenti e molti non sono riusciti ad accedervi. Provocatoriamente l’associazione proponeva «Un ticket di uscita», per porre l’attenzione su chi è costretto ad andarsene dalla città, non unicamente sui turisti che entrano. Tutti i soldi spesi per creare l’apparato e il sistema del ticket avrebbero potuto essere spesi per aiutare i residenti e incentivarli a rimanere.

Intanto il consigliere comunale Giovanni Andrea Martini propone di seguire l’esempio di Barcellona, ma non riguardo l’impegno virtuoso del governo per gestire il fenomeno. Martini propone infatti ai residenti di armarsi di pistole ad acqua per scacciare i turisti, sul modello dei manifestanti spagnoli. La provocazione viene raccolta in modo divertito da alcuni e presa molto sul serio da altri; in generale mostra solo quanto il clima sia teso in città. I residenti stanno pensando a un referendum nel 2025 riguardo il ticket d’ingresso. Il sindaco sostiene infatti che la città rimarrà sempre aperta ai turisti, mantenendo però la volontà di rendere obbligatorio il ticket, raddoppiandone il prezzo.

Intanto l’estate sta trascorrendo, con numeri da record riguardo alle temperature e ai turisti. E mentre aspettiamo che il governo si faccia carico del problema e proponga qualche soluzione efficace, speriamo solo che la soluzione attuata dai cittadini non sia di ricorrere davvero alle pistole ad acqua.

Arianna Gurreri per Questione Civile

Sitografia

www.valigiablu.it

www.ilpost.it

www.comunefi.it

www.corrieredelveneto.corriere.it

www.skift.com

www.unwto.org

www.unep.org

www.pagellapolitica.it

www.demoskopika.it

www.comune.venezia.it

www.ocio-venezia.it


[1]Rafat Ali, The Genesis of Overtourism: Why We Came Up With the Term and What’s Happened Since, www.skift.com, 14 agosto 2018.

[2]Ibidem.

[3]Dichiarazione di Raffaele del Rio in Overtourism. La mappa di demoskopika per provincia, 15 maggio 2024.

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