India, un’economia emergente in continua ascesa

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India: la nuova potenza economica che sta cambiando le regole del gioco

Negli ultimi cinque anni l’India sta vivendo un periodo di fertilità economica che ha superato tutte le aspettative. Sicuramente i fattori cruciali sono state le politiche economiche strategiche adottate in combinazione alle riforme strutturali, analizzate di seguito brevemente biennio per biennio.

Il background dell’India

Per comprendere meglio il boom economico indiano, è fondamentale contestualizzare la sua storia economica, determinata da tre elementi fondamentali:

  1.  l’eredità coloniale: il dominio britannico ha lasciato un’impronta profonda sull’economia del Paese, caratterizzata da una forte dipendenza dalle esportazioni di materie prime e da una struttura industriale essenzialmente debole;
  2.  la pianificazione economica: dopo l’indipendenza, l’India ha adottato un modello di sviluppo socialista, contraddistinto da un forte intervento statale nell’economia e da una protezione del mercato interno;
  3. le riforme liberiste: a partire dagli anni ’90, l’India ha avviato un processo di liberalizzazione economica, aprendosi agli investimenti stranieri e deregolamentando molti settori.

Il rallentamento economico

Nel biennio 2019-2020 la crescita del PIL indiano, dapprima in aumento, rallentò drasticamente. Il Paese affrontò diversi problemi dovuti alla scarsa domanda interna e agli alti livelli di indebitamento delle banche, conseguenza indiretta della crisi del settore non bancario che influenzò investimenti e consumi. Per far fronte alla crisi sono state applicate diverse politiche dal governo Modi. Tra queste la più stimolante fu sicuramente la riforma dell’imposta sul reddito e le diverse riforme dell’agricoltura. Il governo, così facendo, ha stimolato in minima parte l’area fiscale, mentre con le riforme agricole modernizzò il settore migliorando i redditi degli agricoltori.

Ma l’India, come il resto del mondo, non era pronta ad affrontare la pandemia del biennio successivo.

Un duro colpo all’economia dell’India

Il biennio del COVID-19 fu un colpo basso per l’economia dell’India. Il PIL nel 2020 diminuì del 7,3%: una delle contrazioni più gravi e pesanti dalla liberalizzazione economica del ’90. Rallentò la produzione industriale, i consumi diminuirono radicalmente e ovviamente aumentò la disoccupazione. Tra le diverse riforme il governo attuò dei “pacchetti” stimolanti per famiglie ed imprese, comprendenti prestiti garantiti dallo Stato e sussidi divisi tra i settori maggiormente colpiti.

India in ripresa

L’India rispetto a diversi Paesi occidentali ha avviato una solida campagna di vaccinazione senza troppe esitazioni: comincia così la ripresa economica nel corso del biennio 2021-22. Nel 2021 il PIL cresce al 9,0% e il fiducioso aumento dei consumi e degli investimenti supportarono la ripartenza industriale. Inoltre, sono state avviate diverse riforme per migliorare la salute del settore bancario e ridurre i crediti di sofferenza. Tuttavia, l’India doveva fronteggiare la resistente inflazione.

Una crescita moderata

L’inflazione resta ancora oggi una preoccupazione nonostante la stabilizzazione dell’economia indiana, influenzando in maniera significativa il potere di acquisto e i costi di imprese e consumatori. Nel dicembre 2022 fu approvata una riforma per rendere più flessibile il mercato del lavoro, portando ad un’inaspettata crescita dell’occupazione. In aggiunta si promossero iniziative per la sostenibilità ambientale, quali investimenti in energie rinnovabili e programmi di riduzione delle emissioni di carbonio.

La crescita sostenuta dell’India

Il settore tecnologico traina la crescita economica, mentre quello manifatturiero comincia a recuperare. La crescita del PIL nel 2023 al 6,5% è prevista simile per il 2024 secondo diverse stime di analisti. La ripresa dei consumi e l’incremento continuo degli investimenti nel settore tecnologico sono segnali positivi, in particolar modo grazie agli investimenti nelle infrastrutture digitali. Il governo vara nel primo semestre 2023 diverse politiche sociali per migliorare il sistema di protezione sociale, per favorire le famiglie a basso reddito. Queste misure consistevano in delle riforme per migliorare l’accesso ai servizi sanitari, questione cruciale per un Paese come l’India.

La sorpresa

Sebbene ci fossero aspettative di crescita moderata per il 2023-2024, pochi prevedevano l’entità del boom economico che si è invece verificato. Gli analisti avevano previsto una crescita stabile ma non così esplosiva. Sono state applicate svariate forme di politiche fiscali e strutturali. Tra queste l’introduzione del GST (Goods and Services Tax), che con gli anni ha semplificato il sistema fiscale; le modifiche al Codice di insolvenza e fallimento, che ha migliorato la risoluzione delle insolvenze e delle crisi bancarie. Il settore IT e l’incremento degli investimenti stranieri sono stati significativi e di cruciale importanza per una ripresa maggiormente rapida.

La resilienza economica dell’India

L’India ha mostrato una notevole resilienza di fronte a sfide globali come la pandemia di COVID-19, adattandosi rapidamente e mantenendo una crescita robusta. Gli investimenti in infrastrutture hanno migliorato significativamente la connettività e l’efficienza economica, stimolando ulteriormente la crescita. Sono state diverse le iniziative e le politiche applicate dal governo e dalle imprese. Il Make in India, è stata una campagna che ha incentivato la produzione interna, alimentando l’occupazione e le esportazioni. Inoltre, è stata promossa l’inclusione finanziaria con il programma Jan Dhan Yojana, portando milioni di persone nel sistema bancario formale.

L’economia indiana è cresciuta a un ritmo dell’8,2% nel 2023-24, il più veloce tra le maggiori economie mondiali. Al contrario, il deficit fiscale è stato ridotto dal 9% del PIL nel 2020-21 al 4,9% nel 2024-25.

Pillole di India come protagonista globale

L’india secondo alcune stime è una delle poche economie mondiali il cui PIL, secondo le proiezioni, crescerà a un ritmo pari o superiore al 6% nei prossimi dieci anni. È destinata a contribuire a circa il 15% della crescita globale del PIL. Al contempo, altre importanti democrazie come Indonesia e Sud Africa potrebbero sperimentare cambiamenti.

La giovane e sempre più crescente popolazione indiana garantisce al Paese un potenziale enorme per il consumo interno e l’innovazione. La sua forza lavoro è un grande vantaggio per attrarre investimenti e stimolare lo sviluppo economico. Anche da un punto di vista geopolitico, l’India vive in un contesto di rivalità crescente tra grandi potenze, assumendo sempre di più un ruolo strategico. Le sue alleanze regionali e internazionali e la sua posizione geopolitica la rendono un attore chiave nel bilanciamento dei poteri globali.

La continuità nella politica indiana rafforzerà Modi come figura di spicco nella scena politica globale. Tuttavia, l’espansione del potere dell’India sarà accompagnata da un indebolimento della sua democrazia interna. Il governo di Modi si basa su quattro pilastri fondamentali: il primo di questi è la promozione del nazionalismo indù come ideologia prevalente in India e la trasformazione del Paese in uno Stato con una maggioranza etno-nazionale.

Nonostante queste prospettive positive, l’India dovrà continuare ad affrontare sfide interne e globali, come le disuguaglianze sociali, la gestione delle risorse e le questioni ambientali. Tuttavia, il suo crescente ruolo economico e politico suggerisce che sarà certamente una protagonista globale sempre più rilevante nei prossimi anni.

Sonia Bono per Questione Civile

Bibliografia:

A.Panagariya, India: The Emerging Giant,  U.S.A., 2008, Oxford University Press.

Sitografia:

www.indiatimes.com

www.economictimes.com

www.bankofindia.co.in

www.treccani.it                                                                                                               

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