Lo Ius Scholae: un nuovo sentiero verso la cittadinanza

Ius Scholae

Ius Scholae: scuola e cittadinanza un binomio vincente?

Lo Ius Scholae si presenta come una novità: questa proposta legislativa lega l’acquisizione della cittadinanza al completamento di un ciclo di studi nel sistema scolastico italiano.  Tale possibile riforma alla l. 5 febbraio 1992, n.91 è al centro dei più recenti dibattiti…

I tradizionali modi di acquisire la cittadinanza

La Costituzione italiana, all’articolo 91, delinea i principi fondamentali per l’acquisizione della cittadinanza. Tradizionalmente, in Italia, è possibile diventare cittadini italiani per nascita (Ius Sanguinis) o per residenza (Ius Soli). Il primo principio attribuisce la cittadinanza ai figli di cittadini italiani, a prescindere dal luogo di nascita. Il secondo, invece, lega l’acquisizione della cittadinanza al luogo di nascita, ma con diverse limitazioni e requisiti.

Lo Ius Scholae: una nuova proposta

In questo panorama, l’Ius Scholae si presenta come una novità. Non esiste un unico “padre” dello Ius Scholae: si tratta di un insieme di opinioni da parte dei diversi partiti: in particolar modo, recentemente Antonio Tajani (Forza Italia) ha espresso un forte sostegno all’Ius Scholae, vedendolo come un modo per favorire l’integrazione e premiare il merito di chi studia e cresce nel nostro Paese. 

Questa proposta legislativa (FI) lega l’acquisizione della cittadinanza al completamento di un ciclo di studi di dieci anni nel sistema scolastico italiano (scuola dell’obbligo). Il centrosinistra potrebbe presto trovarsi diviso sul tema dello Ius Scholae. Mentre Forza Italia propone una versione più restrittiva, legata al completamento di due cicli scolastici, M5S e PD sostengono una formula più flessibile, richiedendo solo cinque anni di scuola. L’ipotesi più recente, avanzata da Paolo Ciani, che include anche i minori ricongiunti, potrebbe ulteriormente allontanare le posizioni di Forza Italia, rendendo difficile un accordo tra le forze politiche.”

 In sostanza, un minore straniero nato in Italia e che abbia frequentato regolarmente la scuola italiana per un certo numero di anni potrebbe ottenere automaticamente la cittadinanza italiana al termine del percorso scolastico.

Lo Ius Scholae nel mondo

L’Italia non è l’unico Paese a discutere l’introduzione dello Ius Scholae. Molti altri Stati europei, come la Francia e la Germania, stanno valutando l’introduzione di norme simili. Nessun Paese europeo però ha adottato una legge che preveda espressamente l’Ius Scholae nella sua forma più pura: non esiste uno Stato membro dell’UE che conceda automaticamente la cittadinanza a tutti coloro che hanno frequentato un certo numero di anni di scuola nel proprio territorio, nonostante ciò, il dibattito è sempre aperto e lo Ius Scholae potrebbe essere lo strumento più efficace per favorire l’integrazione e lo sviluppo delle nuove generazioni.

Cosa ha contribuito a rendere lo Ius Scholae un tema così caldo e dibattuto?

Sono tre i fattori cruciali:

  • Aumento dell’immigrazione: l’aumento del numero di immigrati in Italia ha reso più urgente la necessità di trovare soluzioni per integrare i nuovi arrivati e le loro famiglie;
  • Globalizzazione: la globalizzazione ha reso le società sempre più multiculturali e ha posto nuove sfide in termini di identità nazionale e appartenenza;
  • Evoluzione del concetto di cittadinanza: il concetto di cittadinanza si è evoluto nel tempo, e oggi si tende a valorizzare sempre più il legame con il territorio e con la comunità locale, piuttosto che con la sola appartenenza nazionale.

I pro dello Ius Scholae

  • Integrazione: lo Ius Scholae promuove l’integrazione dei minori stranieri nella società italiana, rafforzando il loro senso di appartenenza e creando un legame più profondo con il Paese;
  • Riconoscimento dei meriti: valorizza l’impegno nello studio e premia chi sceglie di investire nel proprio futuro formativo;
  • Combattere la dispersione scolastica: potrebbe incentivare la frequenza scolastica tra i minori stranieri, riducendo il fenomeno della dispersione;
  • Superare le disuguaglianze: offre a tutti gli studenti, indipendentemente dalla loro origine, le stesse opportunità di crescita e sviluppo.

I contro dello Ius Scholae

  • Impatto sui servizi: l’aumento del numero di cittadini potrebbe comportare una maggiore pressione sui servizi pubblici (sanità, scuola, ecc.);
  • Temi identitari: la discussione sull’Ius Scholae spesso si intreccia con temi identitari e di sicurezza, generando dibattiti polarizzati;
  • Aspetti burocratici: l’implementazione di una nuova legge sulla cittadinanza richiederebbe una riorganizzazione delle procedure amministrative e conseguenti lunghe pratiche burocratiche;
  • Il tutto deve essere sviluppato ed inserito in un contesto che comprenda politiche migratorie complessive: lo Ius Scholae deve essere inserito in un quadro più ampio di politiche migratorie che regolino i flussi migratori e l’integrazione degli immigrati.

Il dibattito da un punto di vista economico sociale

Cosa ci si potrebbe aspettare a livello extra giuridico? In una prospettiva multidimensionale socioeconomica i benefici potrebbero essere diversi:

  • Aumento della forza lavoro qualificata:

Integrazione nel mercato del lavoro: i ragazzi che crescono in Italia frequentano le scuole italiane e apprendono la lingua e la cultura italiana saranno più preparati a inserirsi nel mercato del lavoro locale.

Competenze specifiche: un sistema scolastico italiano di qualità può fornire competenze specifiche richieste dalle aziende italiane, riducendo il divario tra domanda e offerta di lavoro.

  • Riduzione dei costi sociali:

Integrazione sociale: l’acquisizione della cittadinanza può favorire l’integrazione sociale, riducendo tensioni e conflitti e diminuendo così i costi legati alla gestione dell’immigrazione.

Minor criminalità: studi suggeriscono che l’integrazione scolastica e sociale possa contribuire a ridurre i tassi di criminalità, con un conseguente risparmio per le forze dell’ordine e il sistema giudiziario.

  • Potenziali costi immediati:

Servizi scolastici: l’aumento del numero di studenti potrebbe richiedere maggiori investimenti in infrastrutture scolastiche e personale docente.

Servizi sociali: potrebbero essere necessari maggiori investimenti in servizi sociali per l’integrazione dei nuovi cittadini.

  • Incertezze a lungo termine:

Impatto sul mercato del lavoro: un afflusso massiccio di nuovi lavoratori potrebbe influenzare il mercato del lavoro, in particolare in alcuni settori.

Pressione sui servizi pubblici: un aumento della popolazione potrebbe aumentare la pressione su servizi come la sanità e i trasporti.

L’efficacia dello Ius Scholae dipenderà in gran parte dalla qualità dell’integrazione scolastica e dalla capacità del sistema educativo di accogliere e supportare tutti gli studenti. Lo Ius Scholae rappresenterebbe una sfida e un’opportunità per l’Italia: da un lato, offre la possibilità di costruire una società più inclusiva e coesa. Dall’altro, solleva interrogativi complessi che richiedono un dibattito approfondito e una valutazione attenta dei possibili impatti.

Esso rappresenta una possibilità di affermare i propri valori di inclusione e di costruire un futuro più equo e prospero. Tuttavia, è fondamentale che questa scelta sia accompagnata da una serie di misure volte a garantire un’accoglienza efficacie, una gestione equilibrata dei flussi migratori ed infine una integrazione autentica e di qualità.

Sonia Bono per questione Civile

Sitografia:

www.treccani.it

www.savethechildren.it

www.camera.it

www.asgi.it

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