Etimologia e significato del termine intelligenza
L’etimologia della parola intelligenza risale all’avverbio latino intus = dentro, ed al verbo latino legere = leggere, comprendere, raccogliere idee e informazioni. Quindi è la facoltà di comprendere la realtà andando oltre, in profondità, per coglierne gli aspetti nascosti e non immediatamente evidenti. Un’altra interpretazione etimologica (meno diffusa) del termine preferisce ad intus la preposizione inter = tra. Intelligenza sarebbe la capacità di (…tra le righe), scoprire relazioni ed interconnessioni fra aspetti della realtà per giungere ad una comprensione più completa di essa.
L’intelligenza è un complesso di facoltà psichiche e mentali che, mediante processi cognitivi (come l’apprendimento, la riflessione, la comprensione), consentono di elaborare concetti e significati. Ciò permette di organizzare il proprio comportamento sia nel campo delle idee sia nel campo dell’attività pratica per risolvere un problema e raggiungere un obiettivo.
È indispensabile precisare che con “intelligenza” si intende fondamentalmente la capacità di trovare soluzione ai problemi che si incontrano. Questo significa che questa qualità serve nei più diversi ambiti della vita e non per una applicazione meramente intellettuale, come comunemente si pensa. Una persona intelligente è quella che riesce a trovare una buona soluzione in un conflitto interpersonale; è in grado di comprendere il motivo per cui si sente emotivamente in un certo modo; oppure può esprimersi in un modo articolato che risulta potente ed evocativo attraverso la parola scritta, le immagini, o altra espressione creativa.
Da cosa è influenzata?
Nonostante ci possa in parte essere una componente genetica di base, lo sviluppo dell’intelligenza è grandemente influenzato dall’ambiente. Un contributo fondamentale per il suo miglioramento è dato da un ambiente ricco di stimoli, che sottopone alla mente nuovi contenuti e nuove sfide.
Naturalmente, anche l’atteggiamento con cui ci si pone nei confronti dell’apprendimento è molto importante: è essenziale essere disponibili e mantenersi aperti a diverse prospettive.
L’intelligenza non è una capacità monolitica, ma varia nel corso degli anni. Infatti, quando siamo giovani essa èpiù fluida; nell’età adulta e nella terza età, diviene più cristallizzata che si basa fondamentalmente sull’esperienza che abbiamo accumulato e la formazione che abbiamo acquisito. Molti anni fa, la convinzione scientifica prevalente era che l’uomo nascesse con un numero fisso di neuroni (le cellule cerebrali). Si pensava inoltre che con l’avanzare dell’età fosse inesorabilmente destinato a perderne una buona parte. Secondo questa visione, una persona nasceva con un certo grado di intelligenza, (che era quindi geneticamente predeterminata).
Se non avesse danneggiato il proprio cervello con sostanze nocive, avrebbe potuto solo sperare di invecchiare riducendo al minimo il declino delle sue facoltà mentali. Successivamente, si è scoperto invece che l’intelligenza può̀ aumentare (o anche diminuire) nel corso di tutta l’esistenza. Studi e ricerche sulla neuroplasticità̀ del cervello hanno evidenziato che si possono creare nuovi neuroni anche a tarda età.
Correlazione tra memoria di lavoro e intelligenza
Gli scienziati sono giunti alla conclusione che, nel determinare l’intelligenza, un ruolo predominante sia svolto dalla «memoria di lavoro». La memoria di lavoro, non solo immagazzina temporaneamente informazioni, ma ne consente la manipolazione; essa è descritta come quello “spazio di lavoro mentale” che rende possibile attività complesse come il ragionamento, il calcolo, l’applicazione della logica, l’apprendimento, la comprensione. Per migliorare il funzionamento della memoria di lavoro, andrebbero ridotti carichi quali ansia e stress.
L’incapacità di inibire gli impulsi (l’impulsività, gli automatismi, gli scatti d’ira e le “reazioni d’istinto”) è strettamente correlata a una scarsa memoria di lavoro. Essa è importante nel guidare il processo decisionale e nel regolare il comportamento. In modo indiretto, lavorando sul tuo comportamento, finirai per migliorare la tua memoria di lavoro con ricadute positive su quell’abilità che comunemente chiamiamo intelligenza. Infatti, un deficit nella memoria di lavoro non solo si traduce in un basso QI, ma anche in un minor controllo della risposta emotiva e una ridotta autoregolazione emotiva dopo un feedback negativo (elevata reattività). Insomma, l’intelligenzanon è solo una misura da vantare, ma si tratta di una serie di abilità che possono concretamente migliorarti la vita.
Recenti studi hanno dimostrato che, a causa della tendenza al multitasking, la nostra intelligenza stia calando. In realtà, questo avviene perché a calare è la memoria di lavoro. In caso di attenzione divisa in più compiti, ci disabituiamo ad usare un’attenzione sostenuta; più ci stimoliamo, più perdiamo le nostre capacità attentive e meno siamo capaci di ragionare.
La tendenza a vivere una vita frenetica, lascia davvero poco spazio all’allenamento di funzioni superiori. La nostra memoria di lavoro sembra essere ridotta ai minimi termini.
Attitudini utili al miglioramento della tua intelligenza
Esercita la memoria a breve termine attraverso le tue passioni: Se si ha interesse in ciò̀ che si legge o ascolta, lo si ricorderà più facilmente, e sarà utile per creare nuove connessioni mentali.
Studia una nuova lingua: Le persone bilingue hanno un maggior volume di materia grigia nei lobi frontali e parietali, le aree del cervello coinvolte nel controllo esecutivo.
Leggi di più: prediligi letture che promuovono la riflessione, oppure romanzi di buon livello che permettano di immedesimarsi nei personaggi, garantiscono benefici per l’intelligenza. Esistono infiniti tipi di letture, ma non tutte sono efficaci per stimolare l’intelligenza.
Segui eventi dove si approfondiscano idee stimolanti: Impara a dare forma a quanto pensi riguardo ciò che approfondisci, esprimendo opinioni e considerazioni in forma scritta. Questo aiuta ad articolare meglio il pensiero e a trovare nuovi punti di vista, che sappiamo essere importanti attività per espandere l’intelligenza.
Mantieni una mentalità da apprendista: Quando le persone si considerano esperte in un determinato campo, hanno maggiori probabilità di avere una mentalità chiusa in quel settore, credendo ormai di sapere. In questo modo non fanno altro che chiudersi alle nuove scoperte e alle prospettive più aggiornate, che sono proprio quelle che rappresentano una sfida per l’intelligenza.
Medita con una certa regolarità: Ciò porta ad un miglior livello di comunicazione tra le diverse aree del cervello legate alla memoria, l’attenzione e la comunicazione. Praticare abitualmente una meditazione aumenta la concentrazione di materia grigia.
Dormi a sufficienza: Il cervello delle persone che dormono poco ha cambiamenti che producono instabilità cognitiva.
Attenzione al consumo di grassi: una dieta ricca di grassi nuoce alla concentrazione e alla memoria. Una dieta ricca, invece, di frutta, verdura, pesce e olio di oliva ha mostrato di migliorare le capacità di apprendimento.
Maria Di Lanno per Questione Civile
Sitografia:
Ilcorpoinmente.it
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