L’Ottocento: un secolo di terremoti in Liguria. Analisi dei maggiori eventi attraverso la sismologia storica in una regione poco conosciuta per la sua sismicità
Ci sono mai stati o potrebbero verificarsi forti terremoti in Liguria? Generalmente la Liguria è rinomata per essere una regione che ha da offrire un ventaglio di esperienze molto ampio e variegato: note località balneari e di villeggiatura in cui sostare; un vasto patrimonio storico-artistico da scoprire, con borghi e piccoli centri di incomparabile bellezza; una suggestiva cornice paesaggistica; nonché tipiche specialità eno-gastronomiche da gustare.
Sono poche, però, le persone che conoscono un altro aspetto altamente rilevante di questo straordinario territorio: la sua sismicità. Abbiamo imparato a distinguere molto bene, negli ultimi anni, le regioni maggiormente soggette a forte pericolosità sismica. Sappiamo per certo che lo sono l’Umbria, la parte settentrionale del Lazio, le Marche e l’Abruzzo. Lo sappiamo a seguito delle violente crisi sismiche che qui si sono abbattute nel 2009, tra il 2016 e 2017 e nel novembre del 2022. Tutti ricordiamo anche i catastrofici effetti dei terremoti del 1976 in Friuli e del 1980 in Irpinia. Diverso è per la sismicità storica della Liguria, in quanto molto meno recente.
Dobbiamo necessariamente tornare indietro fino all’Ottocento, il secolo dei terremoti in Liguria. Ebbene, qui accade qualcosa che è difficile riscontrare in altre regioni italiane. I terremoti rilevanti sembrano concentrarsi nell’arco di un solo secolo – il Diciannovesimo – perlomeno gli eventi di cui vi sono testimonianze documentali e fotografiche. Accedendo al portale digitale conosciuto come ASMI, (Archivio Storico Macrosismico Italiano), si possono osservare gli epicentri conosciuti dei terremoti in Liguria. Questi si concentrano tutti (o quasi) lungo il versante di Ponente, territorio meglio conosciuto come la Riviera dei Fiori, al confine con la Francia sudorientale. Notiamo che solo uno di questi terremoti, per altro avvenuto molto lontano dalla costa, si è verificato più di recente, nel 1963. Gli altri sono tutti molto più ravvicinati, sia nel tempo che nello spazio.
Escalation di terremoti in Liguria dall’inizio alla fine dell’Ottocento: gli eventi sismici più rilevanti dal 1818 al 1854
Il primo dei terremoti in Liguria in questo breve lasso di tempo è quello del 23 febbraio 1818. Secondo le stime fornite dal catalogo parametrico dell’ASMI il sisma ebbe una magnitudo pari a 5,3 della scala Richter. Gravissimi i danni riscontrati in diversi comuni dell’imperiese, primo fra tutti il centro storico di Oneglia. Infatti, secondo il CFTI (Catalogo dei Forti Terremoti Italiani), il sisma provocò moltissime lesioni agli edifici. Gravi danni vennero riscontrati anche oltreconfine, in Francia, nel borgo di Vence. L’anno seguente si verificò una scossa legata alla medesima crisi sismica. Questa volta a subire i maggiori effetti furono i comuni di Cantalupo e Imperia.
Ben più gravi furono i danni provocati dal violento terremoto del 26 maggio 1831. Con una magnitudo di 5,6 sulla scala Richter, il sisma ebbe effetti distruttivi in una quindicina di paesi della Liguria occidentale. Fra questi c’erano Castellaro, Bussana Vecchia e Taggia, dove si ebbero anche alcune vittime (sette in totale). Secondo la ricostruzione degli storici, a Castellaro, il centro maggiormente colpito, crollarono ben 52 case e altre 49 rimasero pericolanti. Crolli e danni anche a Badalucco, Pompeiana, Villatalla, Arma di Taggia, Castelfranco, Ceriana, Cipressa, Perinaldo, Riva Ligure, Sanremo, Santo Stefano al Mare e Terzorio. La scossa fu avvertita distintamente anche in Piemonte, fino a Torino.
Il 29 dicembre 1854, presumibilmente in mare, si verificò un sisma ancora più forte di quelli avvenuti in precedenza. La scossa, di magnitudo pari a 5,7 sulla scala Richter, danneggiò gravemente alcuni centri liguri già devastati dal precedente terremoto. In particolare, Bussana Vecchia, dove trovarono la morte due persone. Questa volta, i danni furono notevoli anche sul versante francese, con gravi danni riscontrati nelle città di Grasse e di Cannes. Il terremoto fu così forte da esser avvertito perfino sulle Alpi tra Francia e Svizzera a nord, a Genova a est e a Marsiglia a ovest. Perfino in Piemonte si ebbero lesioni, in particolare nel comune di Mondovì.
Il più forte e devastante dei terremoti in Liguria, il disastroso terremoto di Diano Marina del 23 febbraio 1887
Bisogna aspettare il 23 febbraio 1887 per il più grave terremoto mai registrato in Liguria. Una violentissima scossa di magnitudo pari a 6,3 della scala Richter cambiò il volto del Ponente ligure. Devastò numerosissimi centri storici e provocò danni e vittime in tutta la provincia di Imperia, nella vicina provincia di Savona e perfino in quella di Genova. Crolli, vittime e feriti anche in Francia. Il conto totale delle vittime fu più elevato dei recenti terremoti di Amatrice e L’Aquila messi insieme, raggiungendo la cifra di almeno 640 morti.
La scossa fu ampiamente risentita in tutta l’Italia settentrionale e provocò danni diffusi non solo in Liguria, ma anche nel vicino Piemonte. L’evento fu avvertito anche in tutta la Francia sudorientale, fino alle porte della città di Digione, in Svizzera e in Corsica, dove provocò danni rilevanti a Olmi-Cappella. Fu risentito persino al centrosud della nostra penisola, fino a Mignano, in provincia di Caserta.
Si tratta del quinto terremoto che ha causato più morte e distruzione nel corso dell’Ottocento in Italia, dopo il grande terremoto della Basilicata del 1857 (circa 19.000 morti), quello del Molise del 1805 (più di 5.500 morti), quello dell’isola d’Ischia del 1883 (più di 2.300 morti) e quello del Vulture del 1851 (circa 1.000 morti).
Giuseppe Mercalli in Liguria dopo il terremoto del 23 febbraio 1887: la descrizione degli effetti sul territorio attraverso l’osservazione
Il sacerdote Giuseppe Mercalli, nonché noto geologo, sismologo e vulcanologo italiano, si recò nella regione disastrata per rilevare i gravi effetti sul territorio. Attraverso la nota scala che prende appunto il suo nome, e che si divide in dodici gradi, dal I (impercettibile o strumentale) al XII (catastrofico) stila una classifica dei comuni maggiormente danneggiati. A Diano Castello viene assegnato un effetto pari al X grado della scala Mercalli, con 32 morti e la quasi totalità degli edifici completamente o parzialmente crollati. Bussana Vecchia, oggi conosciuto come il borgo degli artisti, subì effetti pari al IX grado. Qui vi trovarono la morte 53 persone, ricordate oggi da una targa commemorativa in una delle pittoresche piazzette del paesello arroccato. Bussana fu ricostruita più a valle, in una posizione ritenuta all’epoca più sicura e l’antico borgo rimase abbandonato per quasi settant’anni.
I comuni dove si registrarono più vittime furono quello di Diano Marina, dove si ebbero a contare 190 morti, e quello di Baiardo, dove morirono 220 persone, la maggior parte delle quali uccise dal crollo della chiesa madre, oggi monumento commemorativo di quel tragico evento.
Conclusione: forti terremoti in Liguria sono rari rispetto ad altre regioni d’Italia, ma sempre possibili
Insomma, sembrerebbe proprio che il Ponente ligure abbia subito un’escalation sismica per tutto l’Ottocento e che poi non vi sia stato più alcun fenomeno di rilievo. Ciò non significa che bisogna abbassare la guardia. Infatti, come ricorda la mappa di pericolosità sismica dell’area, compilata e diffusa dall’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), la Liguria occidentale è considerata una zona sottoposta a medio rischio sismico. Perciò, forti terremoti in Liguria sono dunque possibili, anche se non particolarmente frequenti.
Riscoprire gli eventi sismici del passato può aiutarci a comprendere meglio le azioni preventive da intraprendere nell’immediato futuro. Per questo lo studio della sismologia storica andrebbe ulteriormente incentivato.
Luigiandrea Luppino per Questione Civile
Sitografia:
www.storing.ingv.it
www.emidius.mi.ingv.it
Bibliografia immagini:
Foto di Diano Marina – www.ingvterremoti.com
Foto di Giuseppe Mercalli – www.divinamilano.it
interessante scoprire la storia delle attività sismiche di questo territorio della Liguria.
Grazie. E’ importante diffondere la conoscenza di questi fenomeni. Altrettanto importante è non dimenticare la nostra storia. Grazie anche per la chiarezza dell’esposizione (e per aver pubblicato la foto di Mercalli!)