Funzioni di Propp: gli elementi portanti della fiaba

le funzioni di propp

La struttura della fiaba analizzata attraverso le funzioni di Propp

L’antropologo Vladimir Propp presenta quelle che sono tutt’oggi chiamate Funzioni di Propp in “Morfologia della fiaba” pubblicato nel 1928. Si tratta di uno dei primi studi teorici svolti sulla fiaba, poiché all’epoca per lo più si cercava solamente di trascriverle creando delle raccolte.

Dovendo le fiabe rispondere a delle esigenze culturali e sociali, si può affermare che in esse ritornano degli archetipi con la funzione di rispondere a quelle domande universali dell’uomo e che vengono solamente adattati alla cultura specifica. Le Funzioni di Propp costituiscono lo scheletro della fiaba, facilitandone anche la trasmissione orale. Non a caso fiabe appartenenti a culture più o meno lontane tra loro condividono degli elementi simili tra loro, come vedremo nella fiaba proposta alla fine di questo articolo.

“Affabulati: il folklore visto da dentro”
– N. 3
Questo è il terzo numero della Rubrica di Area dal titolo “Affabulati: il folklore visto da dentro”, appartenente all’Area di Scienze Umane

La struttura della fiaba

Generalmente la struttura della fiaba viene semplificata come segue:

  • Equilibrio iniziale
  • Rottura dell’equilibrio e/o allontanamento del protagonista
  • Peripezie e superamento di queste
  • Lieto fine

L’antropologo Vladimir Propp ha approfondito ulteriormente l’argomento esponendo la sua teoria In “Morfologia della fiaba” (1928). I suoi studi in merito dimostrano che esistono alcuni elementi riscontrabili in tutte le fiabe, a prescindere dalla loro origine geografica e culturale.

Innanzitutto Vladimir Propp riconosce sette personaggi della fiaba:

  • Eroe, ovvero il protagonista che parte per una missione;
  • Antagonista, che cerca di ostacolare l’eroe;
  • Mandante, colui che avvisa l’eroe di dover partire per l’avventura;
  • Aiutante, che aiuta l’eroe;
  • Premio, che consiste in un oggetto oppure in un personaggio ed è l’obiettivo dell’eroe;
  • Donatore, che fornisce all’eroe un oggetto magico per poter superare le peripezie;
  • Falso eroe o anti-eroe, si finge l’eroe tramite la menzogna e cerca di ottenere il premio.

Esistono delle azioni specifiche che questi personaggi compiono e che determinano il corso della vicenda, sono le cosiddette “Funzioni di Propp”. Sono in totale trentuno ma non è obbligatorio che tutte compaiano nella stessa fiaba:

  1. Allontanamento
  2. Divieto
  3. Avvertimento ignorato
  4. Investigazione
  5. Informazione
  6. Tranello
  7. Connivenza
  8. Danneggiamento
  9. Inizio della reazione
  10. Decisione
  11. Partenza
  12. Test
  13. Risposta
  14. Viaggio
  15. Arrivo
  16. Lotta
  17. Marchiatura
  18. Sconfitta
  19. Vittoria
  20. Ritorno
  21. Persecuzione.
  22. Salvataggio
  23. Arrivo in incognito
  24. Pretese infondate
  25. Prova
  26. Soluzione
  27. Identificazione
  28. Smascheramento
  29. Trasfigurazione
  30. Punizione
  31. Premio

È fondamentale evidenziare che esse si susseguono in ordine. Per questo è possibile studiare una fiaba suddividendola secondo le funzioni: risalterà all’occhio una struttura logica in cui gli eventi narrati assumono significato.

La correlazione tra le funzioni di Propp e i riti

È importante sottolineare come Propp abbia studiato in modo particolare le fiabe di magia; infatti, in queste si ritrova un’evidente relazione con i riti di iniziazione.
Si pensi alla sequenza:

  • Allontanamento;
  • Fornitura di mezzi magici;
  • Superamento delle prove;
  • Matrimonio.

I riti di passaggio all’età adulta sono stati studiati in molte culture: in questi generalmente i ragazzi vengono portati nel bosco dove uno stregone dona loro quanto necessario per superare delle prove; sopravvivendo a queste essi dimostrano di essere in grado di avere le capacità per superare le difficoltà e vengono quindi annoverati tra gli adulti, si veda ad esempio il popolo Ndembu in Zambia.

Walter Bulcket applica le funzioni di Propp anche al genere femminile, la cui vita tradizionalmente è segnata da tre momenti fondamentali che ne cambiano il corso: il menarca, l’accoppiamento e la gravidanza, le quali nelle narrazioni fiabesche corrispondono rispettivamente alla segregazione, all’incontro sessuale e al parto.

Bulcket nota questo parallelismo in modo particolare nella società dell’antica Grecia e nella società Maya. Solitamente la donna partorisce di nascosto infrangendo un tabù ed è costretta ad abbandonare il figlio che in compenso avrà un futuro glorioso, l’esempio più antico risale alla favola del Re Sargon, il primo re della Mesopotamia.

La favola marocchina “Lalla Khallal El Khadra”

In “Lalla Khallal El Khadra” la protagonista è una ragazza orfana di madre, viene per questo affidata ad una vicina che diventerà la sua matrigna. La donna invidiosa della bellezza della ragazza la allontana dal padre portandola in campagna e legandole i capelli ad un arbusto di spine. Lalla Khallal El Khadra viene liberata da una gazzella e nelle vicinanze trova una casa dove vivono sette fratelli cacciatori: in loro assenza prepara da mangiare e pulisce la casa.

Il fratello più giovane rimane a casa fingendo di dormire, in questo modo scopre chi è entrato nella loro casa e vedendo la bellezza della ragazza le chiede di sposarlo. Un giorno un venditore ambulante passa nella via, la protagonista lo riconosce: proviene dalla sua città. Gli chiede notizie della sua famiglia. Questi riporta alla matrigna di aver trovato la ragazza, la quale gli ordina di donarle un anello con del veleno soporifero.

Dopo aver accettato il dono, Lalla Khallal El Khadra mentre cucina mette l’anello tra i denti e perde i sensi. Quando i cacciatori la vedono pensano sia morta, ma ha ancora un aspetto troppo bello per riuscire a seppellirla. La mettono allora sopra un cammello e comandano ad esso di camminare e fermarsi solo se qualcuno chiama il suo nome.
Il sultano promette una ricompensa a chi riesce a fermare il cammello: ci riesce un contadino.

Il Sultano vedendo il corpo apparentemente morto ordina di seppellirlo, ma non appena le tolgono l’anello dalla bocca Lalla Khallal El Khadra torna in vita. Non sapendo come tornare dai cacciatori accetta di sposare il Sultano. Un giorno però sentendo la mancanza del suo primo marito si nasconde in un cesto sul cammello e ordina al cammello di fermarsi solo presso la casa dei suoi proprietari. Riesce così a ricongiungersi con il marito.

Le funzioni di Propp: breve analisi della favola

Analizzando la fiaba secondo le strutture di Propp, si riconoscono almeno quattro personaggi:

  • L’eroe: Lalla Khallal El Khadra;
  • L’antagonista: la matrigna;
  • Aiutanti: i sette cacciatori e il cammello;
  • Il premio: il cacciatore che sposa Lalla Khallal El Khadra.

Invece le funzioni di Propp presenti sono le seguenti:

  • Allontanamento: costretto dalla matrigna di Lalla Khallal El Khadra;
  • Investigazione: quando la matrigna invia il venditore ambulante in cerca di informazioni su di lei;
  • Informazione: la matrigna riceve le informazioni che ha chiesto al venditore;
  • Tranello: il venditore porta l’anello avvelenato a Lalla Khallal El Khadra facendole credere che sia un dono da parte della sua famiglia;
  • Connivenza: Lalla Khallal El Khadra crede al tranello;
  • Danneggiamento: Lalla Khallal El Khadra perde i sensi;
  • Partenza: il corpo di Lalla Khallal El Khadra viene messo in viaio su un cammello;
  • Arrivo in incognito: Lalla Khallal El Khadra torna presso i cacciatori nascosta in un cesto;
  • Premio: Lalla Khallal El Khadra si ricongiunge con il suo primo marito.

Confronto con la fiaba “Biancaneve”

Si può infine notare come questa fiaba abbia diversi punti in comune con la fiaba europea di Biancaneve: le protagoniste entrambe di bella presenza e descritte con attributi positivi entrano in una casa di sette persone, nella fiaba marocchina si tratta di cacciatori mentre i quella europea di nani.
In entrambe le fiabe l’antagonista è la matrigna e l’eroe perde i sensi a causa di un oggetto avvelenato, per Lalla Khallal El Khadra è un anello mentre per Biancaneve è una mela.
Infine i cacciatori/nani desistono a seppellire il corpo di Lalla Khallal El Khadra/Biancaneve seppure appaia privo di vita per via della sua bellezza.
Questo prova come la diffusione orale delle fiabe e la loro struttura basata su azioni in grado di riflettere i periodi più cruciali nella vita di una persona abbiano contribuito alla nascita di fiabe che si differenziano tra loro quasi esclusivamente per i connotati culturali propri del luogo in cui sono diffuse.

Sonia Barbaro per Questione Civile

Sitografia

  • www.adrianopiacentini.it
  • www.scritturacreativa.org
  • www.crossroadsculturalexchange.com
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