La mostra “Roma pittrice”: alla scoperta delle artiste che operarono nella Città Eterna tra Cinquecento e Ottocento
“ROMA PITTRICE. Artiste al lavoro tra XVI e XIX secolo” è la mostra inaugurata lo scorso 25 ottobre al Museo di Roma di Palazzo Braschi, curata da Ilaria Miarelli Mariani (Direzione Musei Civici Sovrintendenza Capitolina), Raffaella Morselli (Sapienza Università di Roma) e Ilaria Arcangeli (Università di Chieti Gabriele D’Annunzio).
L’ambizione della mostra “Roma pittrice”: dar luce alle artiste dell’età moderna
L’esposizione si pone l’ambizioso obiettivo di accendere i riflettori su un capitolo fondamentale della storia dell’arte romana – il più delle volte trascurato – e relativo al sostanziale contributo delle donne alla vita artistica della città. Il percorso espositivo, che dal Cinquecento giunge all’Unità d’Italia, presenta circa 130 opere, eseguite da cinquantasei diverse artiste. Di queste si è cercato di ricostruirne le vicende biografiche e professionali, talvolta ignote a causa della mancanza di documentazione o perché le loro opere erano state attribuite ai maestri e familiari uomini.
Numerosi dipinti presenti appartengono ai depositi degli stessi Musei Civici romani: si è così colta l’occasione per riportarli alla luce e studiarli, potendo approfondire l’attività di pittrici quali Maria Felice Tibaldi, Angelika Kauffmann, Laura Piranesi, Marianna Candidi Dionigi, Louise Seidler ed Emma Gaggiotti. Altre opere invece sono giunte in mostra quali preziosi prestiti provenienti da prestigiose collezioni museali, tra cui l’Accademia di San Luca (Roma), l’Accademia di Brera (Milano), le Gallerie degli Uffizi (Firenze), la National Portrait Gallery (Londra) e il Museo Thorvaldsen (Copenaghen).
Il lavoro di ricerca ha restituito al pubblico piccoli e grandi nomi della storia dell’arte, da Lavinia Fontana ad Artemisia Gentileschi, da Giustiniana Guidotti a Ida Botti, nel tentativo di celebrare Roma e le sue artiste, riscoprendole e dando loro voce, in quanto vere protagoniste nella storia dell’arte.
Per scoprire la mostra si parta al titolo: richiama e rimanda alla storiografia sei-settecentesca – a partire dalla Felsina pittrice di Carlo Cesare Malvasia a Bologna nel 1678 –, in un momento in cui le varie scuole pittoriche d’Italia cercarono di rivendicare la loro autonomia rispetto all’egemonia fiorentina. Da qui diparte l’idea di visualizzare con efficacia l’entità della presenza artistica delle donne nella Roma “capitale delle arti” nella lunga età moderna.
“Roma pittrice”: grandi nomi e nuove scoperte
La mostra si dipana in ordine cronologico e tematico, cercando di evidenziare il progressivo inserimento delle pittrici nel mercato internazionale, nonché il faticoso conseguimento del pieno accesso alla formazione e alle più importanti istituzioni della città, tra queste si citano l’Accademia di San Luca e l’Accademia dei Virtuosi al Pantheon. Roma si conferma così luogo preponderante per l’apprendistato e la formazione in campo artistico.
La mostra comincia con il dipinto Ritratto di un’artista, opera del pittore seicentesco Pietro Paolini: rappresenta probabilmente una pittrice che, dallo sguardo inteso e rivolto all’osservatore, si accinge a tracciare un disegno con uno stilo su un supporto con una preparazione bruna, inclinato sul tavolo in primo piano. Eppure il nome dell’artista effigiata risulta ancora ignoto, perfetta rappresentazione della condizione femminile nell’arte del passato. Le due sale successive sono dedicate alla bolognese Lavinia Fontana – della quale si alternano dipinti inediti e meno noti – e Artemisia Gentileschi, con tre opere che ne ripercorrono la folgorante operosità: Cleopatra, L’Aurora e Giuditta con la testa di Oloferne.
Una sala è interamente dedicata a Laura Bernasconi e Anna Stanchi, pittrici che nel XVII secolo eseguirono abili nature morte ricolme di piante e fiori. A queste si aggiunge l’ascolana Giovanna Garzoni, in quanto dall’Accademia di San Luca è giunto in mostra un prezioso album con dettagliate miniature di frutti, fiori e animali realizzate con attenta e precisa minuzia. Prima di proseguire si pone uno sguardo all’unica opera ascritta a Giustiniana Guidotti, un’Allegoria della Poesia e della Musica. Ancora, nel Seicento, spicca in mostra l’ambiente riservato alla grafica, con un approfondimento dedicato all’architettrice Plautilla Bricci e alcuni prospetti ottocenteschi del suo progetto più noto, la Villa del Vascello.
“Roma pittrice”, la stagione antiquaria di pieno Settecento e la ritrattistica d’Ottocento
Di Angelika Kauffmann sono esposti ben cinque dipinti: fin dal suo arrivo in Urbe la pittrice svizzera frequenta i protagonisti della grande stagione antiquaria romana, guidata da Gavin Hamilton, Anton Raphael Mengs, Johann Joachim Winckelmann e Giovanni Battista Piranesi. Fu quest’ultimo che presenziò nel maggio del 1765 alla nomina della pittrice quale accademica di merito dell’Accademia di San Luca. A sua volta lungo il percorso espositivo sono accolte alcune incisioni di Laura Piranesi, figlia primogenita del citato Giovanni Battista e Angelica Pasquini, le cui vedute sono affiancate ad opere di pittrici altrettanto capaci di stabilirsi con forza nelle accademie e nel mercato dell’arte, tra queste si citano Maria Luigia Raggi, Élisabeth Vigée, Caterina Cherubini e Maria Felice Tibaldi.
Beatrice
1880, Olio su tela, 113 x 65,5 cm
Roma, Museo di Roma a Palazzo Braschi
Sorprende la ricchezza della sala dedicata all’Ottocento: ritratti e autoritratti si rivolgono all’osservatore, sono ripresi in celebri pose che restituiscono ambizione e determinazione, piena metafora di quelle donne e quelle artiste che cercarono di ritagliarsi uno spazio nel complicato mercato dell’arte. È qui esposto il dipinto La famiglia Gaggiotti Richards, nel quale la pittrice Emma Gaggiotti dipinse tutta la propria famiglia: sulla destra l’artista si ritrae di tre quarti accanto a una grande tela con in mano gli strumenti del mestiere.
Concludono il percorso tre sale, distinte tematicamente, in cui si espongono le opere legate ai soggetti religiosi e di storia, al ritratto, infine al paesaggio e alla natura morta. Chiude infine la mostra una mappa, sia esposta che stampata in un agevole dépliant, per continuare la visita in città, con le indicazioni di tutte le opere di artiste esposte in luoghi pubblici e accessibili.
Il punto di partenza per nuovi sguardi alla storia dell’arte
La mostra è progettata per essere fruibile dal più ampio pubblico possibile: è disponibile la possibilità di ascolto di approfondimenti tramite podcast e di funzione tattile di alcune opere in riproduzione.
Il lavoro di ricerca alla base di questa mostra ha restituito alla luce numerose opere dimenticate, riportandole al pubblico attraverso un accurato restauro. Emerge da parte delle artiste un lavoro straordinario, il tutto legato alle difficoltà imposte dal coevo mercato dell’arte. Sfidando convenzioni, cimentandosi in nuove forme artistiche e divenendo protagoniste nella società dell’epoca le numerose pittrici in mostra hanno contribuito a dare nuova forma alla storia dell’arte, rafforzando non solo il mito di Roma, ma divenendo testimonianza di un panorama artistico in gran parte ancora da scoprire.
Matteo Mazzonetto per Questione Civile
Bibliografia
Miarelli Mariani I., Morselli R., Arcangeli I., Roma pittrice. Artiste al lavoro tra XVI e XIX secolo, catalogo della mostra (Roma, Museo di Roma di Palazzo Braschi, 25 ottobre 2024 – 23 marzo 2025), a cura di Ilaria Miarelli Mariani, Raffaella Morselli, Ilaria Arcangeli, Officina Libraria, Roma 2024.