Nosferatu: il leggendario capolavoro di Murnau

Nosferatu

Un capolavoro di portata universale: Nosferatu

Torna in questi giorni al cinema Nosferatu, alla sua terza versione, diretta da Robert Eggers, con Bill Skarsgård nel ruolo dell’iconico vampiro. Due le versioni precedenti del Conte Orlok (tre a voler considerare L’ombra del vampiro): quella di Klaus Kinski, nella versione di Herzog del 1979, e quella originale di Max Schreck, nel film di Murnau del 1922. L’ombra del vampiro (2000) narra una versione romanzata della produzione del film, dove Willem Dafoe interpreta Schreck nel ruolo di Orlok.

All’origine del personaggio: Nosferatu del 1922

Riavvolgendo il tempo fino all’origine di questo personaggio, torniamo a circa un secolo fa. In Germania era il periodo dell’Espressionismo, epoca d’oro dell’arte cinematografica (e non solo), dall’eredità incommensurabile su tutta la settima arte. Friedrich Wilhelm Murnau, tornato dalla Prima Guerra Mondiale, ha all’attivo alcuni film (tutti perduti, fatta eccezione per Il castello di Vogelod) e una buona nomea tra gli addetti ai lavori, quando viene chiamato dai produttori Albin Grau e Enrico Dieckmann della Prana Film per dirigere Nosferatu.

Il film è il vero trampolino di lancio per il regista, a cui seguirono, tra i vari, L’ultima risata (1924) e il celeberrimo Faust (1926), per poi infine essere chiamato a Hollywood dove si chiuse la sua carriera.
Nosferatu è basato sul romanzo Dracula (1897) di Bram Stoker, della quale la Prana Film non aveva i diritti. La sceneggiatura fu scritta da Henrik Galeen, che spostò l’ambientazione dall’Inghilterra alla Germania, e cambiò il nome del vampiro in Conte Orlok.

Tuttavia, l’ispirazione dal libro rimase comunque molto evidente, e il problema dei diritti rovinò economicamente la Prana Film, che chiuse per bancarotta dopo un contenzioso con la vedova di Stoker, Florence Balcombe, nonostante il grande successo riscosso dal film; inoltre impose anche la distruzione di tutte le copie, ma fortunatamente alcune sopravvissero e permisero la ricostruzione del film, oggi reperibile integralmente.

Il film che ha segnato il genere horror

Nosferatu non era né il primo film sui vampiri, né il primo film horror al momento della sua uscita nel 1922, ma è sicuramente il primo che, citando il critico Kim Newman, ha stabilito il modello per l’horror, e ha segnato l’immaginario collettivo negli anni a venire.

Ben diverso dal Dracula “classico” che ha capostipite in Bela Lugosi, Orlok non è un distinto signore col mantello, ma una creatura cadaverica e quasi animalesca, pur in delle nobili vesti che lo rendono una figura imponente, dominatrice, nobile. L’idea di Murnau per il suo aspetto fu una scelta vincente: Orlok unisce in sé tanto la maestà di un aristocratico, quanto la repulsione verso qualcosa di mortifero, di umano e ferino allo stesso tempo. È questo che rende Nosferatu il “padre putativo” di tutta una serie di mostri cinematografici che si sono succeduti fino ad oggi.

L’alchimista del film: il produttore

Albin Grau, il produttore, era un artista, architetto ed occultista, membro dell’ordine magico Fraternitas Saturni.
Scenografo del film, aprì con Dieckmann la Prana Film allo scopo di produrre film a tema occulto, riuscendo però solo a fare Nosferatu, dato che la casa di produzione fallì a causa di esso e dei contenziosi legali che ne derivarono. Sono suoi ad esempio i riferimenti magici nel contratto stipulato tra Hutter e Orlok, e tutto il film è permeato di un significato sotteso di esoterismo e magia. Con il loro linguaggio simbolico, Nosferatu sviscera il lato oscuro della natura umana e le forze che la permeano.

Il male connaturato agli esseri umani

Il romanzo di Stoker nasceva negli ultimi anni della regina Vittoria, a ridosso del nuovo secolo. È l’epoca di maggior progresso tecnico-scientifico fino a quel momento conosciuto dalla specie umana, ma anche del colonialismo, del razzismo biologico di de Gobineau, di classismo e di grandi ipocrisie, soprattutto sulla sessualità, rimossa e negata, soprattutto quella femminile. Ma è anche l’epoca di Freud, della psicanalisi, insomma un’epoca che dietro la faccia razionale e positivista nasconde pulsioni striscianti, mostri nascosti sotto al tappeto pronti a sfociare “dal nulla” con tutta la loro carica violenta e animale.

E non è un caso che sia questa l’epoca di un mostro, terribilmente vero, che agiva a sfondo sessuale, come Jack lo Squartatore. Nosferatu nasce dopo la deflagrazione di quel mondo nella Prima Guerra Mondiale.
Un’epoca di ferite sanguinanti, mangiata viva da un mostro quale la Grande Guerra ma pronto a generare un mostro ben peggiore di lì a pochi anni. Murnau scelse di girare in esterni e in ambienti reali. Una scelta poco utilizzata nel cinema del periodo ma che ha una funzione precisa: ci conduce nel mondo reale, a contatto con la natura.

Cosa rappresenta Nosferatu?

Orlok è questo: la natura umana più profonda e traumatica che emerge da un luogo lontano ma diventa terribilmente vicino, anche nella controllata e civilizzata Europa occidentale, che ben pochi anni prima aveva dimostrato di sapersi annichilire, e presto si sarebbe annichilita una seconda volta.

Kracauer ci ha visto in  Nosferatu una predizione del nazismo: il grande male che si sarebbe diffuso in Germania come la peste portata da Orlok. Al netto delle varie possibili interpretazioni, la sua potenza sta proprio qui: nel manifestare quel mostro connaturato al genere umano, pulsionale e irrefrenabile, che insidia la tranquillità di una giovane coppia, che simboleggia il quotidiano di ognuno di noi.

Nosferatu non è un qualcosa di esotico di terre “barbariche”. È un serpente che striscia anche nell’apparente raziocinio della civiltà, dove natura e cultura confliggono anche quando sembra che la seconda abbia prevalso. È la perfetta nemesi di quell’epoca vittoriana razionale ma pronta ad esplodere, come aveva fatto e di qualsiasi mondo umano che ritiene di aver stabilito l’ordine naturale delle cose, almeno finché quell’ordine naturale non viene a bussare di notte alla tua porta.

Marco De Santis per Questione Civile

Bibliografia

Marriott, James; Newman, Kim, The Definitive Guide to Horror Movies. Londra, Carlton Books, 2018.
Eisner, Lotte N., Murnau. Vita e opere di un genio del cinema tedesco, Alet Edizioni, Padova 2010.
Kracauer, Siegfried, Da Caligari a Hitler. Una storia psicologica del cinema tedesco, Edizioni Lindau, Torino 2001

Sitografia

www.britannica.com
www.imdb.com

+ posts

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *