Tech Right: la svolta conservatrice della Silicon Valley

Tech Right

Con le sue contraddizioni innate e la sua ideologia di fondo, la Tech Right è pronta a cambiare per sempre il mondo

Si sta facendo strada nel linguaggio politico il termine “Tech Right”, il quale descrive un movimento nato in seno alla Silicon Valley che ha sostenuto Trump. Tale movimento riunisce buona parte degli imprenditori del settore tech, di cui il più famoso è Elon Musk, proprietario di Tesla e X (il vecchio Twitter). Recentemente, proprio il magnate sudafricano ha lanciato dalla sua piattaforma il movimento MEGA (Make Europe Great Again), sul modello di quanto sta succedendo in America. Per capire quale potrebbe essere l’influenza di questo fenomeno a livello globale, dobbiamo fare un passo indietro e comprenderne l’idea di fondo.

TESCREAL: sacrificare il presente in nome del futuro e della Tech Right

Il termine “TESCREAL” è un acronimo coniato da Timnit Gebru e Émile Torres nel 2023, usato per definire criticamente le tendenze riscontrate all’interno delle aziende tech. La critica al tempo era legata principalmente allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, la cui regolamentazione è un’ipotesi presa in considerazione dai governi nazionali. “TESCREAL” sta per “Transumanesimo, Estropianesimo, Singolaritanismo, Cosmismo, Razionalismo, Altruismo Efficace, Lungoterminismo”: stando allo studio di Gebru e Torres, queste filosofie sono da considerarsi sovrapponibili tra loro. Sempre nello stesso studio, i due coautori hanno ipotizzato un collegamento tra questa visione e l’eugenetica, nonché una certa similitudine con un culto escatologico. La migliore espressione del tescrealismo sta nel dibattito intorno allo sviluppo dell’intelligenza artificiale generale (AGI), che viene vista come la massima espressione di ciò in cui i tescrealisti credono: l’AGI aiuterebbe l’umanità a superare la propria condizione mortale, a prendere decisioni razionali, a evitare una estinzione della specie che sembra comunque probabile.

Molti imprenditori del settore tech, tra cui Musk e Peter Thiel, hanno espresso apprezzamento o sostegno verso il tescrealismo, nonostante (o proprio per) la sua natura utopistica. Nel suo blog, Richard Hanania ha stipulato un collegamento tra il tescrealismo e il movimento politico derivato, ovvero la Tech Right: secondo Hanania, tale visione del mondo combinerebbe l’apertura al cambiamento, tipicamente di sinistra, con l’accettazione delle diseguaglianze, tipicamente di destra. Le differenze significative con la sinistra stanno, appunto, nella mancanza di preoccupazione verso le diseguaglianze, il cambiamento climatico o la disinformazione, ma anche nell’opposizione all’ideologia woke. Rispetto alla destra classica, invece, la destra tecnologica non avversa la spesa pubblica, almeno per il settore tech, sempre al fine di far progredire l’umanità; inoltre, sembra favorevole all’immigrazione legale e all’eutanasia. Insomma, questo movimento parrebbe non allineato con nessuno degli schieramenti politici classici; allora, da dove viene la vicinanza al partito repubblicano e a Trump?

L’ascesa politica della controélite sotto il segno della Tech Right

La campagna presidenziale di Trump ha rivelato al mondo una possibile commistione tra il populismo conservatore e gli obiettivi della nuova controélite, ovvero la Tech Right. Entrambi partono da una convinzione fondamentale: il sistema vigente, dal mondo accedemico ai media, è marcio fino al midollo e deve essere completamente cambiato. A un livello superficiale, non potrebbe essere più semplice: Trump è storicamente contro le regolamentazioni, il che aiuterebbe lo sviluppo senza freni delle compagnie tech. Tuttavia, c’è di più: per esempio, il recente supporto di Trump per le criptovalute, viste come il modo migliore per liberarsi dalla schiavitù delle valute fiat; oppure, sia Trump sia gli imprenditori di questa controélite sostengono di sentirsi censurati dai media “liberal”, il che rappresenta una notevole affinità. Il risultato finale è che entrambe le parti, dal loro essere antisistema, si sono unite per diventare loro stesse il sistema, consacrandosi come nuovo centro del potere.

Il sostegno che Musk ha dato alla campagna di Trump è stato evidente, tant’è che alcuni documenti federali stimano una spesa di circa $290 milioni. Ma non solo: la sua piattaforma social, X, si è trasformata repentinamente nella cassa di risonanza del movimento MAGA, alimentata da disinformazione e meme contro i democratici. Si stima che anche altri imprenditori della Silicon Valley, aderenti al movimento, abbiano donato vari milioni di dollari alla campagna del neoeletto Presidente. Il tescrealismo ha in sé una componente accelerazionista, che ha anche contraddistinto i primi giorni di presidenza di Trump, caratterizzati da ordini esecutivi a raffica. Uno di questi riguarda la deregolamentazione del settore energetico (il famoso “drill baby drill”), che risponde anche alla richiesta del settore tech di più energia. Se oggi la destra tecnologica e il trumpismo condividono nemici e obiettivi, in futuro potrebbero trovarsi su fronti opposti riguardo a questioni etiche ed economiche.

L’improbabile convergenza dei due mondi

Abbiamo già accennato a come la Tech Right abbia delle differenze importanti con il movimento MAGA, ma è il caso di parlarne più estensivamente. In materia di immigrazione, se i MAGA sono più preoccupati da una possibile invasione o sostituzione etnica, la controélite ha sostenuto la necessità di attirare immigrati ad alta specializzazione. Al momento, sembra che Trump stia cercando un compromesso tra queste posizioni: rinforza i controlli al confine col Messico e contemporaneamente supporta i visti per i lavoratori stranieri laureati presso, per esempio, la Caltech o il MIT. Questa discrepanza si ritrova anche nel difficile equilibrio tra il mantenimento del mercato libero e la globalizzazione, di cui il discorso sulla migrazione è una parte. Trump e i MAGA sono favorevoli all’introduzione di misure protezionistiche, come i dazi; la destra tecnologica, invece, pensa allo sviluppo e alla grandezza dell’America, unica nazione capace di grandi cose, in una dimensione internazionalista.

La Tech Right, come abbiamo già detto, accetta di sacrificare un presente fatto di diseguaglianze politiche ed economiche in nome di un progresso che salverà l’umanità. È per questo che sostiene lo sviluppo dell’AGI e vorrebbe contemporaneamente maggiori finanziamenti e minori regolamentazioni. El País esplicita questo concetto, sottolineando come questa controélite si senta migliore degli altri, abbia il controllo effettivo dei social e si basi su un’ideologia fatta su misura per sé. C’è anche un certo gusto per il potere autocratico e oligarchico, di cui il movimento si serve per realizzare i propri obiettivi. All’indomani della cerimonia d’insediamento di Trump, le prime fratture tra i due mondi sembrano già evidenti, sulla base di differenze di vedute che appaiono inconciliabili, con Trump a fare da equilibratore. Sarà interessante osservare se questo equilibrio, che sembra precario, riuscirà a resistere abbastanza a lungo da mantenere le promesse di cambiamento che sostiene con veemenza.

Francesco Paolo Vitrano per Questione Civile

Bibliografia

  • Gebru, T., & Torres, Émile P. (2024). The TESCREAL bundle: Eugenics and the promise of utopia through artificial general intelligence. First Monday, 29(4)

Sitografia

  • richardhanania.com
  • city-journal.org
  • linkiesta.it
  • cdt.ch
  • politico.com
  • theconversation.com
  • elpais.com
  • greeneuropeanjournal.eu
  • theatlantic.com
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