Terremoti in Friuli: ad Ampezzo il più forte di gennaio 2025
Nel mese di gennaio 2025, si sono verificati tre terremoti in Friuli superiori alla magnitudo 3. Uno ha raggiunto la magnitudo 4, finora il più forte dall’inizio del nuovo anno sul suolo italiano. La storia dei terremoti nell’area interessata: la Carnia.
A gennaio tre terremoti in Friuli
Ogni anno sono migliaia gli eventi sismici che colpiscono il nostro Paese. Secondo le stime fornite dall’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), l’anno scorso sono stati registrati tra i 16.000 e i 17.000 terremoti. Di questi solo 2.082 hanno avuto magnitudo pari o superiore a 2.0 e, di questi, “solo” 26 hanno fatto registrare una magnitudo compresa fra 4.0 e 4.9 e uno ha raggiunto la magnitudo 5.0. Sono eventi che si verificano ripetutamente in un territorio come il nostro, contraddistinto da una sismicità elevata. Pochi di questi eventi, fortunatamente, sono stati in grado di provocare danni in superficie.
Il nuovo anno ha già fatto registrare numerosi eventi sismici, 11 dei quali hanno avuto una magnitudo pari o superiore a 3.0 sulla scala Richter. Ben 3 di questi si sono verificati in Friuli, per la precisione fra i comuni di Ampezzo e Socchieve, entrambi in provincia di Udine. Il primo dei tre terremoti in Friuli si è registrato alle 2:42 di notte del 10 gennaio e ha avuto una magnitudo di 3.6. Il secondo, di magnitudo 4.0, il più forte registrato in Italia nel mese di gennaio, si è verificato appena due giorni dopo, alle 14:51, provocando un po’ di apprensione in gran parte della provincia di Udine, dove il sisma è stato avvertito sensibilmente dalla popolazione. L’evento è stato seguito, circa un’ora dopo, da una scossa minore, di magnitudo 3.3 sulla scala Richter. Questi tre eventi segnano lo sciame sismico più intenso avvenuto nel mese di gennaio 2025.

I recenti terremoti in Friuli e nelle sue immediate vicinanze
Secondo l’archivio digitale recente fornito dall’INGV, dal 1985 a oggi, sono stati ben 13 i terremoti in Friuli (o nelle sue immediate vicinanze) con magnitudo pari o superiore a 4.0. Le più forti in questo lasso di tempo, in realtà, si sono entrambe verificate sul versante sloveno delle Alpi orientali, non lontane dal comune di Bovec, conosciuto in Italia come Plezzo. La prima il 12 aprile 1998 e la seconda il 12 luglio 2004, ambedue con magnitudo superiore 5.0. Sul suolo italiano, il più forte è stato di magnitudo 4.8 con epicentro nel comune di Moggio Udinese (UD), il 14 febbraio 2002.
Detto ciò, sappiamo tutti molto bene che il Friuli è un territorio soggetto a un forte rischio sismico. Molti di noi hanno in mente la violentissima sequenza sismica del 1976, dove furono rasi al suolo interi borghi e centri abitati e in cui persero la vita ben 1000 persone. C’è da dire, tuttavia, che l’area geografica interessata dai terremoti che si sono verificati a gennaio di quest’anno non è la medesima, essendo circa 90 chilometri più a nord-ovest rispetto alla zona dei grandi terremoti del ’76. Infatti, Gemona, Venzone e Osoppo, città e paesi distrutti da quegli eventi, sorgono tutti lungo la fascia esterna delle Prealpi friuliane, mentre Ampezzo e Socchieve sono decisamente più a settentrione, immersi nel paesaggio alpino della Carnia.
Terremoti in Friuli che hanno interessato la Carnia nel Medioevo e nell’Età moderna
Ebbene, anche la zona della Carnia, pur essendo lontana da quella dei grandi terremoti che hanno segnato la storia sismica del Friuli e del nostro Paese nel 1976, presenta una sismicità forte e ricorrente. Secondo il CFTI (Catalogo dei Forti Terremoti in Italia), sono avvenuti almeno sei forti terremoti in Friuli che hanno direttamente interessato la zona della Carnia, altri due che si sono verificati appena al di fuori dei suoi odierni confini.
Il primo di cui si ha un resoconto risale al 1389, ma di questo terremoto, purtroppo, come spesso accade per i terremoti medievali, si hanno scarse notizie. Si sa che il comune di cui si hanno segnalazioni di danni evidenti è quello di Moggio Udinese, anche se i ricercatori affermano che il sisma ha interessato il versante meridionale delle Alpi Carniche.
In ordine cronologico poi compare il terremoto del 28 luglio 1700. Con una magnitudo stimata fra 5.5 e 6.0, il sisma colpì in pieno l’area, provocando danni gravi nei comuni di Enemonzo, Quinis e Raveo. Crolli anche nei comuni di Ovaro, Preone e Socchieve. Più di 20 le vittime totali. Nel 1788, un terremoto di magnitudo 5.0 colpì Tolmezzo. Da 40 a 70 le case crollate e tutte le altre registrarono danni più o meno gravi. Almeno 30 le vittime. Appena sei anni dopo, si ebbe una forte sequenza sismica costituita da due terremoti principali avvenuti il 7 e il 30 giugno del 1794. L’epicentro esatto fu tra i comuni di Tramonti di Sopra e di Sotto, in provincia di Pordenone, ma interessò, di fatto, in modo diretto anche alcuni comuni della Carnia. Danni rilevanti si registrarono, infatti, nei comuni di Socchieve e Tolmezzo. Solo 4 le vittime.

Terremoti in Friuli che hanno interessato la Carnia nel Novecento
La fama del terremoto friulano del 1976 ha in parte oscurato la frequente sismicità storica della Carnia. Una sismicità che, tuttavia, si è fatta sentire lungo tutta la prima parte del Novecento, con eventi anche molto importanti.
Il 7 ottobre 1908, un terremoto di magnitudo stimata fra 5.0 e 5.5, colpì un’area fortunatamente ristretta della Carnia, senza provocare vittime, ma solo danni alle abitazioni, mai totalmente crollate. Il 27 marzo del 1928 si registra uno dei più forti terremoti in Friuli con epicentro nella Carnia. Il sisma, secondo l’ASMI (Archivio Storico Macrosismico Italiano), avrebbe avuto una magnitudo momento di 6.0 e sarebbe stato risentito, oltre che in tutto il nordest italiano, anche nella Germania meridionale, in Slovenia, nella Croazia settentrionale e in tutta l’Austria. I danni più gravi e la maggior parte delle 13 vittime si concentrarono nelle località e frazioni dei comuni di Tolmezzo e Verzegnis, con effetti rispettivamente dell’VIII e IX grado della scala Mercalli.
L’ultimo terremoto forte nell’area della Carnia risale al 1959, quando, il 26 aprile, una scossa stimata di magnitudo 5.2 interessò in particolare il comune di Zuglio, dove quasi tutte le abitazioni furono lesionate. Danni anche nei comuni di Amaro e Ovaro.

Conclusione: la Carnia è zona ad alta pericolosità sismica
Il disastro immane provocato dai terremoti del Friuli del 1976 non è mai stato raggiunto, neanche lontanamente, da nessuno degli eventi sismici avvenuti nella Carnia. Ciononostante, questa rimane un’area soggetta ad elevato rischio sismico, come testimoniato dalla pericolosità riscontrata attraverso la sismologia storica.
Abbiamo potuto constatare, infatti, che terremoti in grado di provocare distruzione estese e vittime sono possibili e che questi eventi si sono ripetuti in modo frequente nel corso dei secoli. Ovviamente, possiamo notare come più ci allontaniamo dai nostri giorni, più gli eventi si fanno rari. Questo perché mancano, molto spesso, le necessarie testimonianze documentali. Perciò è sempre utile stimolare alla ricerca nel campo della sismologia storica. Infatti, la pericolosità sismica (data appunto dagli eventi storici già accaduti di cui si ha contezza) è uno dei tre criteri essenziali per stabilire in modo adeguato il rischio sismico di una determinata area. Scoprendo tracce di forti terremoti avvenuti nel passato, possiamo ridisegnare le mappe del rischio sismico e mettere in campo misure preventive sempre più efficaci per proteggerci da questo evento ciclico naturale.
Luigiandrea Luppino per Questione Civile
Sitografia
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Bibliografia immagini
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Rappresentazione grafica dei maggiori eventi sismici nel Friuli e nella Carnia a cura di Luigiandrea Luppino