Buchmesse e censura: Rovelli escluso dalla Fiera

Carlo Rovelli escluso e poi riammesso alla Buchmesse, Fiera del Libro di Francoforte per le sue affermazioni sul Ministro della Difesa italiano

Nel mondo del libro ci sono poche fiere importanti quanto la Buchmesse di Francoforte, pochi palchi rilevanti per gli intellettuali quanto quello della città tedesca, poche occasioni tanto fondamentali per esprimere il proprio punto di vista quanto quella che si offre qui ogni autunno. Eppure, è proprio da questa fiera e proprio per un personale punto di vista che di recente è stato escluso il fisico e scrittore Carlo Rovelli che, suscitando l’indignazione della quasi totalità degli intellettuali italiani, ha costretto il presidente dell’Aie che lo aveva invitato e poi escluso a tornare sui propri passi.

La Frankfurter Buchmesse: cosa e dove

Gian Arturo Ferrari nella sua Storia confidenziale dell’editoria italiana parla del mondo della pubblicazione del libro come un difficile equilibrio tra Dio e Mammona, tra ispirazione poetica ed economia, convinzioni letterarie e mercato, gusto e denaro.

La Frankfurter Buchmesse è esattamente questo, la più importante fiera del libro per lo scambio e la vendita di diritti dell’editoria europea. È il luogo dove agenti, editori e scrittori fanno i loro affari, mescolando al Dio dell’ispirazione il corpo del denaro che gli concede di esistere e di continuare ad essere ascoltato. È un luogo dove, almeno in linea teorica, domina una meritocrazia letteraria soltanto un po’ limata dal nome, o meglio, dal valore di un nome apposto in copertina e dalla quantità di introiti che esso può generare.  

Essa rappresenta un’occasione di rappresentanza dell’intellighenzia proveniente dai maggiori Paesi europei e del mondo. E per l’Italia ogni anno, in questo periodo, sono l’ICE (Agenzia Italiana per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) e l’AIE (Associazione Italiana Editori) gli enti che organizzano la presenza istituzionale nostrana concentrata in uno stand dedicato. Gli ospiti sono dunque chiamati a rappresentare la propria nazione in una Fiera comunque tutta dedicata all’economia e agli affari del libro, ma che non manca di eventi pubblici e interventi.

Buchmesse

Rovelli all’apertura della kermesse

In tale cornice è per il 2024, anno in cui l’Italia sarà l’ospite d’onore, che il fisico e scrittore italiano Carlo Rovelli era stato invitato ad aprire la Fiera tenendo l’intervento d’inizio della kermesse. Ma qualche giorno fa sui social è proprio lui a denunciare la propria esclusione dalla manifestazione, pubblicando la lettera recapitatagli dal presidente dell’Aie, Riccardo Franco Levi. Il contenuto è chiaro: Rovelli non potrà portare avanti la sua presentazione e neppure presenziare alla Fiera. Il motivo dell’esclusione è un recente discorso tenuto dallo studioso sul palco del Primo Maggio con palesi allusioni all’attuale Ministro della Difesa, Guido Crosetto, sulla questione Ucraina.

Queste le parole di Rovelli:

“È ragionevole che in Italia il ministro della Difesa sia stato per anni legato a una delle più grandi fabbriche di armi del mondo, la Leonardo? E sia stato presidente della Federazione dei costruttori di armi? Il ministero della Difesa serve per difenderci dalla guerra o per aiutare i piazzisti di strumenti di morte?”

La sua presa di posizione non è appresa con troppa positività da parte del volto dell’Aie che scrive (e Rovelli rende pubblico tutto):

“Professore carissimo, è con grande pena che mi accingo a scriverle questa lettera. Con grande pena ma senza infingimenti. Il clamore, l’eco, le reazioni che hanno fatto seguito al suo intervento al concerto del 1 maggio mi inducono a pensare […]” Così si apre la lettera di levi che più avanti afferma: “Ciò che più di ogni altra cosa sento il dovere di evitare – e di questo mi prendo tutta, personale la responsabilità – è che un’occasione di festa e anche di giusto orgoglio nazionale, si trasformi in un motivo di imbarazzo per chi quel giorno rappresenterà l’Italia. E non le nascondo la speranza che il nostro paese sia rappresentato al massimo livello istituzionale”. 

Il resto è noto. Il risultato del cordialissimo scambio epistolare è chiaro: Rovelli è escluso. Ma lui non si arrende.

Le reazioni all’esclusione di Rovelli

Il pubblico deve sapere e, un po’ per convinzione etica un po’ per tirare acqua al proprio mulino, Rovelli decide di rendere nota la questione e le parole di Levi con un post sui social. Le reazioni esterne non si sono fatte attendere. La decisione suscita prima di tutto l’indignazione di Roberto Colajanni, editor di Rovelli steso presso l’Adelphi. Le sue parole sono chiare: “L’autocensura da arte dell’Aie è una pratica imbarazzante in ogni paese che si definisca libero”.  

Editori e scrittori si schierano senza mezzi termini a favore dell’intellettuale italiano, dall’amministratore delegato di Mondadori, Enrico Selva Coddè, secondo cui “l’indipendenza di pensiero, l’universalità delle idee e la pluralità di voci sono tra i valori fondanti”, a Nicola Lagioia, scrittore e direttore del Salone di Torino, che afferma lapidario “così dal mondo dell’editoria passa un brutto segnale”.

Persino lo stesso Crosetto esce allo scoperto con un commento caustico sulla vicenda “Qualcuno decide che Carlo Rovelli non parteciperà alla Fiera di Francoforte. A quanto leggo dalla lettera che lui stesso ha pubblicato, è un suo amico. Che non conosco, se non per essere stato sottosegretario con Prodi. Quindi lasciatemi fuori dalle vostre polemiche”.

L’epilogo e il dietrofront dell’Aie: lo scrittore reintegrato alla Buchmesse

Il clamore suscitato non è stato vano. Tale è stata la risposta da indurre Riccardo Franco Levi a tornare sui propri passi, aggravando, se possibile, la debacle pubblica.

Così viene recapitata a Rovelli una seconda lettera con le scuse e la notizia ufficiale della riammissione alla kermesse. Queste le parole del presidente Levi: “Rinnovo l’invito al professor Carlo Rovelli a partecipare alla cerimonia di inaugurazione di Francoforte 2024, per condividere con tutti noi la bellezza della ricerca e il valore della conoscenza. Non ho ricevuto nessuna pressione”.

E dunque il fatto si è concluso bene, ma non ha mancato di sollevare alcune domande. Cosa sta accadendo alla scena culturale italiana? Lamentiamo la scomparsa di intellettuali socialmente e politicamente impegnati, ma appena uno di loro prende posizione viene messo al bando, rischiando quasi di farci recuperare una parola che pensavamo di poter aver messo in soffitta: censura. Nell’era delle defezioni di intellettuali per motivi politici, come vedere la sfiorata vicenda di controllo d’opinione in uno dei templi moderni della nascita dei libri? È questo che è tornata ad essere la cultura, un ossequio alla sensibilità dei poteri forti? È questo un piccolo incidente dall’insospettata gravità che, auspicabilmente, ci spingerà a riflettere.

Noemi Ronci per Questione Civile

Sitografia

www.ilsole24ore.com

www.repubblica.it

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