Identità di genere nei romanzi di Tahar Ben Jelloun

identità di genere

Approfondimento dei temi dell’identità di genere e della condizione femminile che emergono nei romanzi “Creatura di sabbia” (1985) e “Notte fatale” (1987)

L’identità di genere è uno dei temi che permette a Tahar Ben Jelloun di raccontare con occhio critico la storia di quelle persone vittima di retaggi culturali e sociali discriminatori. Tahar Ben Jelloun, infatti, riesce con il suo stile di scrittura scorrevole e immediato a trattare temi così importanti senza però cadere a sua volta nel giudizio e nella polemica.

Chi è Tahar Ben Jelloun?

Tahar Ben Jelloun è uno scrittore marocchino francofono, nato a Fes il 21 dicembre 1944. Si è laureato in filosofia a Rabat, diventando insegnante. È durante gli studi universitari che ha iniziato a scrivere poesie. In seguito all’arabizzazione della disciplina, non essendo abilitato all’insegnamento in lingua araba, fu costretto a emigrare a Parigi. Qui nel 1975 consegue il dottorato in psicologia sociale presso l’università Sorbonne con una tesi sulla condizione di vita degli immigrati nordafricani in Francia, tesi successivamente elaborata nel suo libro “L’estrema solitudine” pubblicato nel 1977. Dal 1972 inizia a collaborare la rivista “Le monde” e dal 2008 fa parte dell’Accademia Goncourt. 

Il successo di Tahar Ben Jelloun è dovuto non solo al suo stile unico di scrittura, ma anche al fatto che i protagonisti dei suoi libri sono persone reiette ed emarginate dalla società: in questo modo, oltre a criticare in modo sottile alcuni retaggi patriarcali e razzisti, riesce ad approfondire il tema dell’identità, sia essa di genere o di provenienza. Oltre a ciò, viene sottolineata indirettamente l’umanità di queste persone che vengono così avvicinate al sentire comune.

Alcuni esempi:

-in “Harrouda” (1973), la protagonista è una prostituta;

– “Moha il folle, Moha il saggio” (1978), è presente un monologo di un pazzo psichiatrico;

-in “Creatura di sabbia” e in “Notte fatale”, la protagonista è una bambina cresciuta come un maschio;

-Le sue poesie scritte dal 1966 al 1999 raccolte in “Poesie complete”, si focalizzano sull’identità del migrante.

La doppia identità di genere di Ahmed/Zahra

La protagonista dei due libri “Creatura di sabbia” e “Notte fatale” è Zahra, nata biologicamente femmina ma cresciuta con un’identità maschile dalla famiglia per volere del padre, che ha sempre desiderato un figlio maschio. Le viene dato il nome di Ahmed. Il travestimento è sia psichico che fisico: le vengono insegnati i comportamenti appropriati per un maschio come, ad esempio, difendersi a scuola anche a costo di picchiare altri bambini.

Le viene effettuata una falsa circoncisione, durante la quale viene tagliato il dito del padre; ogni sera la madre le stringe il seno con una stoffa per nasconderne le forme. Ahmed/Zahra decide persino di sposare sua cugina Fatima. Vivendo come un uomo, la protagonista riesce a godere di libertà e privilegi sociali negati alle donne, tra cui un più facile accesso all’educazione e maggior libertà sessuale.

Dopo la morte del padre, abbandona la sua identità fasulla e si riappropria della propria identità femminile, percorso che avviene soprattutto attraverso la scoperta dell’erotismo, che la porta a scontrarsi con le difficoltà che le donne vivono quotidianamente e a cui lei non era abituata. Ascoltando la storia di altre donne, inoltre, si rende conto di come molte di loro accettino la propria condizione con apatia: rivolgendo la riflessione su sé stessa, riconosce che delle libertà vissute da uomo, quella a cui non può rinunciare è proprio quella di vivere le proprie emozioni senza reprimerle.

Gli espedienti narrativi

In “Creatura di sabbia”, la storia di Zahra/Ahmed viene raccontata dal narratore interno che è venuto a conoscenza della storia dopo aver ricevuto il suo diario personale; solamente dopo la morte del padre e della moglie il romanzo diventa polifonico e diverse figure, non identificate in modo preciso, raccontano versioni diverse della vicenda, lasciando il dubbio su quale sia la verità.

Tahar Ben Jelloun farà raccontare in prima persona alla protagonista il seguito della sua storia nel libro “Notte fatale”, libro in cui emerge il percorso non semplice di riscoperta della propria identità femminile e della propria sessualità. 
Sono gli espedienti narrativi che completano il significato e il messaggio dei due romanzi.

Il primo espediente narrativo utilizzato dall’autore è quello di costruire un personaggio con una doppia identità di genere. In questo modo, egli riesce a far emergere le differenze e le somiglianze tra mascolinità e femminilità e al contempo a denunciare in modo sottile la cultura patriarcale che limita la libertà della donna, ritenendo molte sue esperienze impudiche e vergognose.

Il secondo espediente è quello di far narrare la parte più oggettiva della vicenda al narratore in “Creatura di sabbia” e lasciare che la protagonista stessa narri la propria evoluzione e riscoperta di sé in “Notte fatale”: leggendo i due libri si ha quindi l’impressione di conoscere sempre meglio Zahra/Ahmed a cui viene restituita una propria umanità ed emotività.

L’identità di genere è innata o si crea?

Ahmed/Zahra vive per vent’anni con un’identità maschile fittizia. È il padre a costruirla per lei e a coinvolgere l’intera famiglia, affinché in paese si creda che in famiglia sia nato un erede. Solo con la morte del padre muore anche questa finzione e Zahra ha modo di iniziare a vivere riconoscendosi nel sesso con cui è nata.

Ahmed/Zahra vive con un’identità diversa per pura obbedienza, tuttavia la sua vicenda può celare anche un altro messaggio di inclusività: chi non si riconosce nel proprio sesso biologico ha tutte le possibilità e capacità per vivere con un’identità di genere opposta. Tahar Ben Jelloun con i due romanzi aiuta a restituire dignità alle persone transessuali.

Il primo passo per farlo è distinguere il sesso biologico dall’identità di genere: quest’ultima, infatti, prende forma grazie ad influenze sociali, educative e psicologiche e può sempre subire trasformazioni. È per questo che si parla di “costrutto sociale”. Constatata questa differenza, si riesce a restituire all’individuo la consapevolezza per rispondere alla domanda “chi sono io”, domanda con la quale Ahmed/Zahra stessa si trova a fare i conti e a cui fa fatica a rispondere.

Si può infine pensare che la riuscita del travestimento di Ahmed/Zahra di cui nessuno per vent’anni dubita possa significare che, se lo si accettasse a livello sociale, vivere secondo la propria identità di genere non costituirebbe alcuno scandalo. 

Sonia Barbaro per Questione Civile

Bibliografia

  • Tahar Ben Jelloun ,Notte Fatale, 1988, giulio Einaudi editore, Torino
  • Tahar Ben Jelloun , L’enfant de Sable, 1985, Editions du Seuil

Sitografia

  • www.treccani.it
  • www.ordinepsicologiabruzzo.it
  • /www.superprof.fr
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