Vita, amori, giochi di potere e morte di Cleopatra, ultima grande regina d’Egitto
Cleopatra VII, anche conosciuta come Cleopatra Filopatora, è senza alcun dubbio una delle figure più carismatiche e controverse di tutti i tempi, la cui fama è spesso imbrigliata a cliché e stereotipi. Bella, seducente, carismatica e sagace, Cleopatra governò sapientemente uno dei regni più longevi e potenti della Storia antica, fino alla sua morte avvolta, ancora oggi, da un interessante alone di mistero.
Infanzia e giovinezza
Poche sono le notizie giunte fino a noi dell’infanzia e dell’adolescenza di Cleopatra. Nata intorno al 70 a.C., Cleopatra Filopatora, ovvero “colei che ama il padre”, era figlia di Tolomeo XII, detto Aulete “il flautista”, sovrano della dinastia greco-macedone dei Tolomei. Incerta, invece, è la figura di sua madre: non se ne conoscono né le fattezze né la provenienza. Tuttavia, secondo alcuni studiosi, si tratterebbe di Cleopatra Tryphaena, secondo altri una concubina del sovrano, probabilmente di alto lignaggio.
Nonostante si sappia ben poco dei primi anni di vita di Cleopatra, è molto probabile che la giovane avesse trascorso la sua fanciullezza e giovane età nelle sontuose dimore del faraone, circondata dal lusso e attorniata dalla servitù, ricevendo un’educazione raffinata e prestigiosa, grazie agli insegnamenti dei suoi precettori: l’eunuco Potino e Achilla, generale dell’esercito. L’ultima grande regina d’Egitto era, infatti, una donna eccezionalmente colta: in grado di parlare, nonché leggere e scrivere, alla perfezione diverse lingue, tra cui l’egiziano, il greco antico, il latino e altri idiomi del Nord-Africa, aveva anche compiuto diversi viaggi per conoscere la Nazione che avrebbe governato, e possedeva incredibili doti amatorie e politiche.
L’ascesa al potere
È il 51 a.C. quando la giovane Cleopatra ascende a suo padre, ereditando uno dei regni più importanti dell’antichità. Le sue abilità politiche e diplomatiche non tardarono a farsi notare: la nuova regina, infatti, impose da subito una politica accentratrice, mirata all’esclusione dinastica di suo fratello minore, che aveva appena dieci anni. L’estromissione del fratello avvenne tramite azioni volte a fare emergere la figura della regina come unica guida del grande regno d’Egitto: non a caso, le monete erano battute con il suo volto scolpito sopra, i suoi primi ritratti erano in stile alessandrino, per rimarcare il collegamento con Alessandro Magno e per legittimare il suo potere e persino i documenti ufficiali erano firmati solo dalla sovrana in persona.
Inoltre, la sua spiccata capacità linguistica le aveva consentito di intrattenere rapporti politici diretti con diplomatici stranieri, senza l’ausilio di un interprete, consentendole di prendere decisioni cruciali per il suo Stato in totale autonomia, agendo senza il consiglio dei funzionari della corte. Tuttavia, questo atteggiamento indisponente unito al suo spirito indipendente, spinsero i funzionari a congiurare contro di lei, rovesciandola e ponendo sul trono suo fratello, Tolomeo XIII. Cleopatra e sua sorella si rifugiarono in Siria.
Cesare e Cleopatra: un primo incontro plateale
Dopo lo scoppio della guerra civile a Roma e la fuga di Pompeo, Cesare si recò in Egitto per regolare i conti con il suo nemico. Tuttavia, non appena sopraggiunse con le sue truppe, gli venne consegnata la testa mozzata di Pompeo, il cui assassinio era stato ordinato da Tolomeo XIII, dietro consiglio del suo retore, Teodoto. Cesare andò su tutte le furie: come aveva osato un sovrano straniero uccidere un figlio di Roma e farlo senza consultare il Senato? L’uccisione di Pompeo fu per Cesare il pretesto perfetto per imporre l’autorità romana su un regno che ormai era solo un protettorato di Roma.
Era tarda notte, e Cesare si trovava nelle sue stanze private ad Alessandria, nel Palazzo Reale, quando gli venne consegnato un tappeto arrotolato dal quale sarebbe uscita la giovane Cleopatra, entrata in gran segreto nel palazzo. Secondo Cassio Dione, Cesare rimase ammaliato dall’astuzia della regina, dal suo portamento regale e soprattutto dalla sua incredibile dialettica. Dopo quel primo mitico incontro, Cesare e Cleopatra diventarono amanti.
Amore o convenienza: cosa univa Cesare e Cleopatra?
Entrambe le cose. Cesare aveva intenzione di ristabilire l’ordine in Egitto, non potendosi più fidare di Tolomeo XIII che gli aveva dimostrato di essere un alleato subdolo, dopo l’uccisione di Pompeo. Cleopatra, dal canto suo, voleva spodestare definitivamente suo fratello e l’unico modo per farlo era legarsi a uno degli uomini più potenti di Roma.
In altre parole, entrambi fecero le loro mosse sul tavolo delle trattative e sia l’uno che l’altra riuscirono nel loro intento; Tolomeo XIII morì affogato nel Nilo, ucciso dai sicari di Cesare (secondo una versione molto accreditata), consentendo a Cleopatra di ereditare il trono; Cesare, d’altro canto, aveva sancito definitivamente l’unione tra Roma e l’Egitto. Tuttavia, a causa delle ostilità nascenti nei confronti di Cesare dovute alla sua relazione con Cleopatra, vista come un disinteresse nei confronti della Città Eterna e della sua patria, il console fu costretto a fare ritorno a Roma.
Nel bel mezzo degli intrighi di corte, nel 47 a.C. Cleopatra diede alla luce Cesarione, il figlio di Cesare. L’anno successivo, lo raggiunse a Roma, insieme al loro figlio e lì ne divenne l’amante ufficiale. Dopo qualche anno, nel 44 a.C., Cesare venne assassinato e Cleopatra fu costretta a ritornare in Egitto.
Marco Antonio, il grande amore di Cleopatra
Dopo la morte di Cesare, Ottaviano e Marco Antonio uccisero i cesaricidi nella battaglia dei Filippi, nel 42 a.C. I due vincitori esclusero Lepido dal triumvirato e si spartirono le aree di influenza romane. A Marco Antonio andarono le province della Gallia e quelle Orientali. Il proconsole, quindi, aveva bisogno di azzardare delle mosse sulla scacchiera politica orientale, stringendo alleanze economiche e politiche. Per queste ragioni, una volta a Tarso, in Cilicia, convocò la regina d’Egitto per discutere di questioni diplomatiche. Plutarco ci restituisce l’arrivo sontuoso di Cleopatra, che giunse su una grande nave allestita con la poppa d’oro, sdraiata sotto un padiglione decorato, vestita esattamente come “Afrodite nei dipinti”.
I due raggiunsero un accordo e Cleopatra ottenne delle importanti concessioni dal console romano. Secondo Cassio Dione, Marco Antonio non solo riuscì a patteggiare con la regina, ma se ne innamorò perdutamente, arrendendosi al suo fascino. Cleopatra, le cui intenzioni iniziali erano di ammaliare il proconsole solo per mantenere dei buoni rapporti con Roma, subì a sua volta l’effetto collaterale di quell’incontro, innamorandosene. I due divennero inseparabili. Ad unire i due amanti non era solo l’amore, ma anche un progetto politico temerario, ovvero la creazione di un vasto regno compreso tra il Mediterraneo e l’Oriente.
Ancora una volta, a contrassegnare le vicende sentimentali della regina c’era un gioco di amore e potere, che nuovamente non avrebbe portato a nessun lieto fine. Infatti, la vita idilliaca dei due amanti sfumò quando i rapporti con Roma iniziarono a farsi sempre più tesi per Marco Antonio. Nel il 32 a.C., Ottaviano dichiarò guerra all’Egitto dopo aver letto il testamento segreto di Marco Antonio ed averlo accusato di alto tradimento. I due amanti furono costretti a fuggire e Marco Antonio si suicidò, ponendo fine alla storia d’amore più famosa di tutti i tempi.
La bellezza diafana di Cleopatra: verità o epopea?
Liz Taylor, Vivien Leigh, Sophia Loren sono le Cleopatra che il mondo del cinema ci ha restituito e alle quali l’immaginario collettivo si è abituato; quando si pensa alla più famosa regina d’Egitto, infatti, la si immagina con il volto di una di queste attrici, con un viso ovale, il naso alla francese, le labbra sottili, gli occhi penetranti.
Ma qual era davvero l’aspetto di Cleopatra? Purtroppo, non disponendo della sua mummia, mai rinvenuta, né tantomeno di ritratti o statue, se non ellenizzate o nel poco realistico stile “egizio”, è impossibile sapere con esattezza che aspetto avesse. Tuttavia, è possibile muovere due ipotesi sulle sue fattezze fisiche; essendo di origine greco-macedone, non è da escludere che potesse avere la pelle chiara e i capelli castani, biondi o rossi e persino gli occhi azzurri o verdi; se invece si accredita l’ipotesi che sua madre fosse di Tebe, si può supporre che avesse la pelle un po’ più scura, gli occhi marroni o neri e i capelli altrettanto scuri.
Per quanto riguarda, invece, la sua statura, è quasi certo che fosse bassa, con un corpo esile e minuto. Plutarco e Cassio Dione la descrivono come una donna irresistibilmente attraente e affascinante e con una mente raffinata. È chiaro, dunque, che l’immagine che oggi si ha di Cleopatra sia frutto di imprecisioni, eccessi, dalla sua aura di femme fatale e delle rappresentazioni cinematografiche; tuttavia, stando alle descrizioni giunte fino ai giorni nostri, è ipotizzabile che il suo fascino fosse solo in parte associato al suo aspetto fisico; ad ammaliare, incuriosire e catturare l’attenzione erano soprattutto i suoi modi di fare, la sua raffinatezza, cultura e perspicacia, ma specialmente la sua rivendicata indipendenza in un mondo che dava spazio solo ed esclusivamente agli uomini.
La morte di Cleopatra
Al di là della sua personalità ermetica e dei suoi rinomati amanti, la fama di Cleopatra è anche legata alla sua morte, non priva di aspetti enigmatici. Dopo il suicidio di Marco Antonio e l’omicidio di Cesarione, voluto da Ottaviano, Cleopatra decise di togliersi la vita.
La sua morte è ricca di ambiguità e punti interrogativi che affascinavano gli antichi e che ancora oggi seducono. Non si sa, infatti, se fosse stato un aspide a ucciderla o un veleno. Secondo Plutarco fu un serpente, un aspide per l’appunto, che venne fatto nascondere da Cleopatra in un cesto di fichi, in modo che l’animale potesse attaccarla mentre lei infilava la mano nella cesta per prenderne uno, simulando l’effetto sorpresa.
Secondo altre versioni, invece, pare che la regina d’Egitto conservasse il veleno in una spilla per capelli. Gli studiosi oggi hanno avanzato una serie di argomentazioni che confuterebbero l’ipotesi della morte dovuta a un morso di aspide, che con molte probabilità sarebbe stato più un cobra egiziano. Tuttavia, il morso di questo serpente provoca una morte lenta e dolorosa, causando lividi e gonfiori su tutta la pelle, che invece viene descritta priva di segni visibili di avvelenamento dagli uomini di Ottaviano, sopraggiunti poco dopo. Si è avvalorata, invece, la tesi del suicidio avvenuto per mezzo di veleni, di cui Cleopatra era peraltro esperta.
Ciononostante, pare che la “tesi del serpente” abbia avuto molto successo in virtù del collegamento di Cleopatra con Iside, divinità legata anche ai veleni e di Ottaviano che, secondo quanto raccontato da Plutarco, pare avesse fatto sfilare un quadro o una statua di Cleopatra avvolta da un serpente durante il suo corteo trionfale a Roma.
Conclusioni
In conclusione, Cleopatra è stata una delle figure più misteriose della Storia. La sua mente brillante e il suo fascino, uniti al suo spirito libero, la resero a tutti gli effetti una leggenda per i suoi contemporanei e per i posteri.
Marta Barbiero per Questione Civile
Bibliografia
Alberto Angela, Cleopatra. La regina che sfidò Roma e conquistò l’eternità, Milano, Harper Collins, 2018.
National Geographic, La grande storia. La Fine dell’Antico Egitto, Milano, RBA, 2014.
Sitografia
www.worldhistory.org
www.storicang.it
www.treccani.it