L’idea di Roma: dal Medioevo alla contemporaneità

idea di Roma

L’idea della Roma del nord-est dal Medioevo all’età Moderna e Contemporanea. Origini e sviluppo di un legame storico tra Russia e Impero Bizantino sentito e sfruttato ancora oggi.

L’idea di Roma: riscoprire il passato profondo di fronte alle tragicità del presente

La dissoluzione dell’Unione Sovietica ha generato – oltre che molti conflitti – un discorso politico e pubblicistico nella Russia post-comunista ma soprattutto post-imperiale. Dopo l’uccisione dei Romanov, l’abbattimento delle statue di Lenin e il fallimento del panslavismo, gli imperatori bizantini sono tornati a essere il faro di una idea della fine dei tempi eurasiatica. Parliamo del processo di translatio imperii, ovvero l’interpretazione della Storia da parte dei governanti e dei loro intellettuali che giustifica la natura imperiale di uno Stato in base all’eredità trasmessa da un altro Impero. In questo articolo si partirà da Costantinopoli per arrivare a Mosca e di nuovo nel Mar Mediterraneo.

La Rus kieviana

I variaghi (come venivano chiamati i vichinghi nell’Europa Orientale) sottomisero gli slavi tra Dnepr e Don negli anni 50-60 del IX secolo e il loro capo Rurik pose la capitale a Kiev. Il suo successore Vladimir nel 988 sposò la principessa bizantina Anna Porfirogenita e si fece battezzare nel Dnepr, aprendo alla cristianizzazione dei rus e degli slavi. Icone e stile architettonico delle chiese bizantine furono adottati dai russi, così come l’alfabeto cirillico deriva da quello greco. Nacque la leggenda per la quale l’apostolo Andrea avesse scelto Kiev come capitale degli slavi cristiani.

Tra il 1237 e il 1242 i tataro-mongoli invasero e distrussero tutte le città russe, Kiev compresa, istituirono tributi onerosi e adottarono l’Islam. Il Granducato di Mosca nacque nel 1283, mentre, nel 1299, il metropolita di Kiev venne trasferito a Vladimir e poi a Mosca. Nel 1380 i russi cacciarono i tatari dalle loro terre. La Lituania aveva inglobato tutti i principati russi distrutti da guerra e peste lungo il Dnepr e si unì alla Polonia nel 1396. Costantinopoli concesse l’autocefalia alla Chiesa di Mosca nel 1448. Nel 1454 Costantinopoli venne conquistata dai turchi. Ivan III Vasil’evič di Mosca sposò Sophia Paleologo, nipote dell’ultimo imperatore bizantino, Costantino XI Paleologo nel 1472.

L’Età Moderna

Nel XVI secolo comparvero testi apologetici del concetto di Terza Roma come l’Epistola di Spiridon-Savva, la raccolta del calligrafo Medovarcev e il Racconto su Augusto-Cesare. La filiazione ricostruita fin dagli anni Ottanta fa discendere tali testi da speculari ed edificanti creazioni lituane. Nei primi trent’anni del Cinquecento i metropoliti Josif e Danil aderirono alla narrazione di Mosca come Terza Roma, per controbattere alla rivendicazione del patriarca lituano che si faceva chiamare metropolita di tutta la Rus. Nel Cremlino si faceva raffigurare su un arazzo Prus, antenato di Rurik, come fratello di Augusto senza alcun problema, collegando così lo Zar alla famiglia Giulio-Claudia.

Il XVI secolo

Tra Cinquecento e Seicento cominciò a circolare tra i russi la leggenda sulla nascita di Mosca, che ricalcava alcune narrazioni sulla fondazione di Roma.  Esse si incentravano sul ritrovamento della testa mozzata e sepolta dell’eroe etrusco Aulo Vibenna da parte di Romolo e Remo, nel territorio della futura città e sotto la guida di un aruspice etrusco. Questa leggenda derivava da un’ interpretazione letterale del termine latino Capitolium, il maggiore tempio di Roma antica. Il racconto si diffuse nel Settecento, finché non fu messo su carta nel 1862, in un volume curato da Tichonravov.

Erano passati sei anni dalla fine della Guerra di Crimea, scoppiata per far conservare il titolo di ‘protettore dei cristiani’ in Turchia allo Zar. In questa storia il Principe di Kiev, Yuri, fece decapitare il crudele boiardo locale nel 1158 e fondò il primo insediamento umano presso il tratto del fiume Moscova che poi diventerà Mosca. Egli lasciò il villaggio in eredità al figlio Andreij, capo della già esistente città di Vladimir. Possiamo trovare collegamenti col rapporto mitologico che Roma aveva con Alba Longa. Le date sono tutte allineate al calendario bizantino, che parte dalla Genesi biblica.

Da Ivan III in poi tutti i re di Moscovia si fecero investire dal patriarca con il cerimoniale bizantino. La nuova potenza sorta dalle ceneri kieviane si sentiva erede di un Impero che non c’era più, custode della vera fede ortodossa, circondato dall’eresia cattolica guidata dal Vescovo di Roma e dai khanati islamici eredi dei mongoli sconfitti. Durante il regno di Ivan IV “il Terribile”, il legato pontificio Antonio Possevino fu inviato per siglare una tregua con la Polonia-Lituania, raggiunta nel 1582. Nella parte russa Ivan IV venne chiamato ‘Czar totius Russiae’ e in quella polacca ‘Dominus Russiae’.  

Il XVII secolo

Ivan IV uccise il suo primogenito in un impeto di rabbia, mentre il secondogenito morì senza lasciare eredi. La famiglia Romanov si era inserita nella linea di successione facendo sposare Anastasia con il Terribile. I polacchi strapparono Smolensk alla Russia nel 1611, poi occuparono Mosca e il pretendente al trono asservito a Varsavia tentò di imporre il cattolicesimo nella Moscovia. Alla fine, Michele Romanov divenne il nuovo Zar di tutte le Russie con il supporto del popolo e del clero. Tra il 1655 e il 1660 i russi sfruttarono il malcontento cosacco (e proto-nazionale ucraino) per far tornare Smolensk a casa e annettere tutti i territori del Commonwealth polacco-lituano a est del Dnepr.

L’idea di Roma: tra Illuminismo e ritorno alla romanità

Nel 1721 lo Zarato di Moscovia strappò alla Svezia alcuni territori che garantirono lo sbocco sul Mar Baltico. L’impero svedese nel XVII secolo era una superpotenza europea che aveva dimostrato la sua forza in Germania e in Polonia; perdendo il monopolio sul Baltico la sua epoca d’oro finì in favore della Russia. Nel frattempo, il regno si rinominò Impero Russo. Poco prima nei territori conquistati era stata fondata San Pietroburgo da Pietro I Romanov, la nuova capitale ‘occidentale’ del nord, a cui in seguito numerosi architetti italiani emigrati in Russia contribuirono nella sua costruzione.

La Zarina Caterina II Romanov entrò in conflitto contro i turchi nel 1766, poiché essi avevano imprigionato degli ambasciatori russi. La regina di origini tedesche e russa di adozione, sconfisse la Turchia nel 1774. Il trattato di Küçük Kaynarca permise alle navi russe di entrare nel Mediterraneo, pose il Khanato di Crimea sotto patronato russo e fece nominare la Zarina protettrice dei cristiani ortodossi nell’Impero Ottomano. Dal 1774 al 1776 i russi utilizzarono come scalo nel Tirreno Portoferraio sull’isola d’Elba, con concessione del Granduca Pietro Leopoldo d’Asburgo-Lorena.

Molti greci, ora liberi di muoversi, emigrarono sulla costa settentrionale del Mar Nero e introdussero l’architettura neoclassica in Russia e l’interesse per i grandi testi romani e bizantini. Il nipote primogenito della Zarina fu chiamato Alessandro e il secondo Costantino, con chiari riferimenti alla Grecia antica e bizantina e non molto velati intenti espansionistici.

Il patto tra Russia e Austria

Nel 1781 fu siglata una alleanza tra Russia e Austria contro la Turchia. In questo patto si prevedeva, dopo la sperata sconfitta ottomana, di dare tutte le terre a est del Dnestr alla Russia, creare un regno ‘dacico’ unendo Moldova e Valacchia, dare Serbia, Bosnia ed Epiro all’Austria, a Venezia il Peloponneso, Creta e Cipro e infine creare nei Balcani, in Grecia e a Costantinopoli un Impero Romano con a capo Costantino Romanov. Il nipote di Caterina non avrebbe potuto ereditare il titolo di Imperatore russo, così da non creare un disquilibrio di potere tra le monarchie europee.

Caterina e l’arciduca austriaco Giuseppe II entrarono in Crimea nel 1786 , contravvenendo alle disposizioni del trattato del 1774. Nel 1787 Russia e Napoli firmarono un accordo commerciale, palesando le ambizioni della Russia anche nel Mediterraneo Occidentale. Nel 1788 scoppiò di nuovo la guerra. La performance militare austriaca fu deludente e, colto da grave malattia, Giuseppe chiamò il fratello Pietro Leopoldo da Firenze, per nominarlo regnante d’Austria in sua vece. Giuseppe morì nel 1790 e nello stesso anno l’Austria uscì dalla guerra grazie alla diplomazia dell’ex granduca, il quale morì due anni dopo.

La Russia sconfisse i turchi sul suo fronte e ottenne gli ampliamenti territoriali ambiti, finalmente divenendo anche un paese mediterraneo, il mare nostrum. Coloni ucraini e russi andarono ad abitare le regioni meridionali del Dnepr, rispettivamente sulle sponde ovest ed est.  La zarina dette nomi greci alle nuove città: Stavropol, Mariupol, Kherson e Odessa.  A Odessa venne eretta una statua in suo onore nel Ventesimo secolo, prima vandalizzata nel 2022 da parte di attivisti che vi hanno visto una legittimazione dell’espansionismo russo e poi smantellata in seguito a un voto della cittadinanza.

La Terza Roma nell’Età Contemporanea

I successori di Caterina dovettero abbandonare i progetti di restaurazione romana per concentrarsi sul combattere la Rivoluzione francese e Napoleone, percepito come l’Anticristo da sconfiggere. Nel XIX secolo l’Impero Russo spostò il suo discorso espansionista sul panslavismo ortodosso, mentre Costantinopoli veniva ora vista come la più importante via d’accesso al Mar Mediterraneo. La difesa della Serbia, la quale era stata tranquillamente assegnata agli Asburgo nei piani settecenteschi di renovatio imperii, divenne ora motivo per cui la Russia entrò in guerra contro Austria e Germania nel 1914, conflitto che poi si allargò alla sfera globale con Francia e Inghilterra.

Con la Rivoluzione bolscevica, Mosca tornò a essere la capitale. Essa si trasformò nella centralina della nuova Terza Internazionale Comunista.  Dagli anni Ottanta ricercatori sovietici, tedeschi, francesi e americani hanno contribuito alle ricerche sul concetto di Terza Roma. La dissoluzione dell’Unione Sovietica ha portato i teorici della geopolitica russa contemporanea a unire ortodossia cristiana e patriottismo sovietico per delineare una nuova proiezione globale della Russia. I rapporti tra il metropolita di Mosca e quello di Istanbul si sono rotti quando questi ha riconosciuto Kiev/Kyiv come patriarcato autocefalo nel 2018, decisione confermata dal parlamento ucraino quest’anno.

Concludo con tre domande al lettore: rimuovere statue storiche è giustificato da eventi attuali, anche se non direttamente collegate con essi? La storia antica deve essere più valorizzata o ancor più marginalizzata per spiegare i conflitti globali in corso? Parte della narrazione storica va sacrificata per il bene della sintesi o abbiamo un problema di progressiva eliminazione della Storia nei curriculum scolastici e nei discorsi pubblici?

Tommaso Balsimelli per Questione Civile

Bibliografia:

A cura di Pierangelo Catalano e Paolo Siniscalco, Da Roma alla Terza Roma. Roma, Costantinopoli, Mosca. Studi I. Seminario 21 aprile 1981, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1981.

Vladimir T. Pasuto, Mosca – Terza Roma. Storiografia e Bibliografia, pp. 459-473.

Mario Scaduto S.I., L’idea imperiale di Ivan Groznyj e i gesuiti Possevino e Bellarmino, pp. 495-501.

Itala Pia Sbriziolo, Un racconto sull’origine di Mosca, pp. 503-509.

Laura Ronchi De Michelis, L’Europa di fronte ad un nuovo imperatore, pp. 511-516.

Angelo Tamborra, La teoria politico-religiosa di «Mosca-Terza Roma» nei secoli XVII-XIX: sopravvivenza e linee di svolgimento, pp. 517-539.

Altra letteratura:

Antonio d’Onofrio, I Presìdi di Toscana nel Mediterraneo. La lunga durata di un piccolo spazio, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2022, pp.171-173

Sergey Ivanov, Catherine the Great’s Byzantium, Quaestio Rossica 9 giugno 2021

Ragsdale, Hugh, Evaluating the Traditions of Russian Aggression: Catherine II and the Greek Project, in The Slavonic and East European Review, vol. 66, no. 1, 1988, pp. 91–117.

Lettere di Caterina II (in francese)

Caterina II (1787). Zapiski kasatel’no Rossiiskoi istorii v 7 ch. [Note sulla storia russa, 7 parti], San Pietroburgo, Imperatorskaya tipografiya, parte 1, p. 416.

Caterina II (1878), Pis’ma Imperatritsy Ekateriny II baronu Mel’khioru Grimmu (gody s 1774 po 1796) [Le lettere dell’Imperatrice Caterina II al barone Melchior Grimm dal 1774 al 1796], San Pietroburgo, Tipografiya Imperatorskoi Akademii nauk, p. 734.

Caterina II (1901), Sochineniya imperatritsy Ekateriny II na osnovanii podlinnykh rukopisei v 12 t. [Gli scritti dell’Imperatrice Caterina II dai suoi manoscritti originali, 12 volumi.], Izdatel’stvo Imperatorskoi аkademii nauk, Vol. 2, San Pietroburgo, Dramaticheskie Sochineniya, p. 547.

Matteo Cartechini, La Rus’ di Kiev, l’origine di Russia e Ucraina, Storica National Geographic, 2022.

Ievgeniia Gidulianova, UKRAINE: The monument to Empress Catherine II in Odesa dismantled, Human Rights Watch Frontier, 2023

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