Made in Italy: il motore trainante dell’economia

Made in Italy

Il Made in Italy, un viaggio tra tradizione e innovazione

Il Made in Italy promuove un’espansione economica virtuosa, incoraggiando i settori in cui l’Italia eccelle, con un occhio di riguardo alla salvaguardia della nostra identità culturale.

Marchio “Made in Italy”, come nasce?

Il marchio “Made in Italy” è un’espressione che si riferisce a prodotti o beni fabbricati interamente o prevalentemente in Italia e che sono riconosciuti per la loro eccellenza in termini di qualità, design e tradizione.

La storia del Made in Italy ha inizio nel lontano 12 febbraio 1951 a Firenze, quando un imprenditore italiano di nome Giovanni Battista Giorgini invita una cerchia ristretta di interessati, ovvero pochi compratori dei grandi magazzini americani, per mostrare alcuni esempi di moda italiana. Sin da subito dà prova delle capacità di promuovere sul mercato extraeuropeo dei manufatti che esprimessero un forte legame con la creatività artigianale.

L’espressione Made in Italy nasce negli anni ‘80 quando il termine inizia ad essere utilizzato dagli imprenditori italiani per distinguere i loro prodotti dalla concorrenza estera. Dal principio il termine veniva usato solo nei settori dell’abbigliamento, dell’agroalimentare, dell’arredamento e delle automobili, conosciuti anche come “le quattro A”.

L’immagine di italianità definita alla fine del 1800, grazie alle varie collaborazioni tra le manifatture che si autopromuovono in occasione delle esposizioni internazionali e il lavoro dei vari intellettuali impegnati a stimolare la crescita economica, prosegue negli anni del regime fascista.
Tra le sue varie fasi, il fascismo ha utilizza la cultura progettuale facendone “Arte di Stato” e questo approccio riguarda anche l’idea di manufatto semiartigianale

Il prodotto italiano si presenta quindi sulle scene internazionali per rinforzare la costruzione di un’identità. A seguito di un importante sforzo messo in atto per far conoscere le merci italiane all’estero, ma sono solo, anche per presentare l’Italia come una Nazione compatta, diversificata e consapevole delle proprie radici culturali, questa crescita viene interrotta dalla crisi globale del 1929 e in seguito, dalle sanzioni che l’Italia si vede infliggere a causa dell’ennesima svolta autoritaria e della poco prudente politica coloniale.

La globalizzazione e lo sviluppo dell’export

Nel tempo il mercato è cambiato profondamente, la digitalizzazione e la nascita di nuove tecnologie ha permesso di eliminare numerosi ostacoli che si erano creati con il commercio internazionale. In questo modo è stato possibile ridurre i costi di trasporto e favorire lo scambio di conoscenze, in maniera tale da aumentare i benefici dell’export.

La globalizzazione può essere definita come:

“un processo complesso e multidimensionale che ha trasformato profondamente l’economia, la società e la cultura a livello mondiale. Si caratterizza per l’intensificazione degli scambi di beni, servizi, capitali, informazioni e persone tra paesi diversi, con conseguente interdipendenza economica, politica e culturale.”

La globalizzazione ha sicuramente favorito l’integrazione economica tramite un aumento del commercio internazionale, di investimenti esteri diretti e della mobilità dei capitali. Da un’altra parte ha reso possibile lo sviluppo di internet e delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, garantendo una connessione digitale che facilita la comunicazione e gli scambi a livello globale.

Tutte queste caratteristiche hanno favorito una crescita esponenziale dell’export, uno dei fattori trainanti dell’economia italiana. Grazie all’ottima reputazione dei prodotti offerti dal Made in Italy, le esportazioni italiane sono cresciute ulteriormente fino ad arrivare al 16,9%. Oggi, l’export rappresenta il 32% del Pil e contribuisce a un saldo positivo della bilancia commerciale di 44 miliardi di €.

I principali paesi con cui si interfaccia l’Italia, quando si parla di export, sono quelli dell’Unione Europea, in particolare Germania, Francia e Spagna. Nel 2024, le esportazioni italiane hanno raggiunto 623,5 miliardi di euro ma, nonostante ciò, è stato registrato un leggero calo che corrisponde al -0,4% rispetto al 2023.

Il calo è dovuto ad una combinazione di fattori sia interni, come l’aumento del prezzo dell’export e la contrazione dei volumi esportati, oppure fattori internazionali, come le tensioni geopolitiche e il rallentamento della domanda globale.

Quanto è importante tutelare il Made in Italy?

La tutela del Made in Italy è fondamentale per preservare l’autenticità e l’integrità del nostro patrimonio produttivo.

A tal proposito, è stata introdotta la legge n. 206 del 27 dicembre 2023, intitolata “Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy” entrata in vigore l’11 gennaio 2024. Questa normativa rappresenta un quadro organico per la tutela e la promozione del Made in Italy, con l’obiettivo di valorizzare l’eccellenza italiana e proteggerla dalla contraffazione.

Uno degli obiettivi principali di questa legge è quello di rafforzare il ruolo assunto dalle imprese culturali e creative, che rappresentano un punto di forza e un elemento distintivo del nostro paese.

Viene data particolare attenzione alla tracciabilità dei prodotti attraverso l’utilizzo di tecnologie innovative come la blockchain, che permette di creare un registro digitale di dati condiviso, sicuro e immutabile. Questo sempre per favorire prodotti unici e originali. 

Questa normativa mira a sostenere le aziende italiane per agevolare l’internazionalizzazione e l’export dei prodotti italiani, così da poterne rafforzare la presenza sui mercati esteri.

La tutela del Made in Italy è un’attività che coinvolge diversi attori, sia a livello nazionale che internazionale.

Questi sono :

  • Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT);
  • Istituto per la Tutela dei Produttori Italiani (ITPI);
  • Agenzia delle Dogane e dei Monopoli;
  • Autorità giudiziaria;
  • Associazioni di imprese e di produttori.

Anche i consumatori assumono un ruolo fondamentale nella protezione del marchio Made in Italy, attraverso le loro scelte di acquisto. Possono svolgere il compito di segnalare alle autorità competenti i prodotti di dubbia provenienza o  contraffatti.

Com’è andato il commercio con l’estero nel 2024?

Visti i dati forniti dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), sia l’import che l’export sono cresciuti dello 0,8% nel quarto trimestre del 2024.

Si può percepire che è aumentato il valore dell’export su base annua del 2,9%, mentre diminuisce dello 0,5% in volume.

“La crescita delle esportazioni in valore è più ampia per i mercati extra Ue (+4,2%) rispetto a quelli Ue (+1,4%).”

Comunicato stampa Istat

Nel 2024, sono diminuite su base annua le esportazioni di mezzi di trasporto, esclusi gli autoveicoli. Per questo motivo nel complesso del periodo sopracitato, l’export in valore ha registrato una lieve flessione, equivalente a -0,4%.

Gli articoli che, tendenzialmente, hanno contribuito alla crescita dell’export del 2024 sono: articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+35,5%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+10,0%), macchinari e apparecchi non classificati altrove (n.c.a.) (+4,2%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+18,2%) e sostanze e prodotti chimici (+9,7%).

L’export del settore agroalimentare nel 2024 cresce dell’8% rispetto al 2023, e segna il record di sempre. L’Italia ha raggiunto un traguardo eccezionale nelle esportazioni di prodotti alimentari e agricoli, con un valore totale di 69,1 miliardi di euro e il vino si conferma come il prodotto più richiesto all’estero.

La Germania si conferma il Paese dove l’Italia vende più prodotti alimentari, con un valore di 10,6 miliardi di euro e le vendite in Germania sono aumentate del 6% rispetto all’anno precedente. Gli Stati Uniti sono il principale acquirente di prodotti alimentari italiani al di fuori dell’Unione Europea, con un valore di 7,8 miliardi di euro. Le vendite sono incrementate del 17% rispetto l’anno precedente.

Michela Budroni per Questione Civile

Sitografia

  • www.storiadifirenze.org
  • www.export.gov.it
  • www.istat.it
  • www.mimit.gov.it

Bibliografia

  • Elena Dellapiana, Il design e l’invenzione del Made in Italy, 2022, Giulio Einaudi editore S.p.A., Torino

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