Il primo bombardamento aereo avvenne su Venezia nel 1849: cambiò per sempre il modo di fare la guerra
Nell’immaginario collettivo, quando si pensa ai bombardamenti aerei, le prime immagini che corrono alla mente sono quelle delle devastazioni delle due Guerre Mondiali. È però importante rilevare come, in realtà, il primo bombardamento aereo della storia abbia anticipato di gran lunga quelli degli eventi poc’anzi citati. Infatti, fu con l’assedio di Venezia nel 1849 che si ebbe per le prima volta notizia nella storia dell’uomo di un attacco per via aerea. Questo episodio segnò un evento epocale nella storia della guerra e dell’uomo, introducendo per la prima volta l’idea di un attacco dall’alto con mezzi volanti.
La rivoluzione veneziana del 1848
Nel 1848, l’intera Europa venne investita da una serie di rivoluzioni. I moti popolari erano motivati dalla richiesta di una maggiore libertà politica ed indipendenza nazionale. Per quanto riguarda il contesto italiano, queste rivolte diedero vita al Risorgimento, ovverosia al movimento per la liberazione dal dominio straniero e l’unificazione della penisola. Venezia, che all’epoca era sotto il controllo dell’Impero austriaco, insorse il 22 marzo 1848. I rivoltosi cacciarono la guarnigione austriaca e, sotto la guida di Daniele Manin, proclamarono la Repubblica di San Marco. Nei mesi successivi, la città dovette resistere agli incessanti attacchi dell’esercito austriaco, guidato dal feldmaresciallo Joseph Radetzky.
È però nel 1849 che gli assedi assunsero una piega inaspettata, in quanto gli austriaci decisero di sperimentare un’arma innovativa. Infatti, i rivoltosi veneziani rimasero sorpresi quando, nei cieli di Venezia, videro comparire una serie di palloni aerostatici. Fin qui nulla di innovativo, si direbbe, fino a quando non si scoprì che tali palloni erano carichi di esplosivi.
Il primo bombardamento aereo
Il 22 agosto 1849, l’esercito austriaco effettuò quello che sarebbe passato alla storia come il primo attacco aereo mai registrato. L’idea di introdurre un’arma così sorprendente ed innovativa era stata dell’ingegnere militare Franz von Uchatius. Fondamentalmente, i palloni aerostatici sarebbero stati in grado di giungere sopra la città indisturbati, dato che sarebbero stati fuori dalla linea di tiro dei moschetti. Una volta trovatisi in posizione, il carico esplosivo si sarebbe sganciato da essi, devastando Venezia. Il piano prevedeva che circa 200 palloni aerostatici privi di equipaggio sarebbero stati spinti sopra la città dal vento. I palloni vennero sganciati dalle navi ancorate nella Laguna di Venezia.
Ogni pallone trasportava un ordigno esplosivo collegato ad una miccia a tempo. L’operazione prevedeva il calcolo preciso dei tempi di innesco degli ordigni e del rilascio dei palloni. Questo, ovviamente, per fare in modo che l’esplosione avvenisse sopra le posizioni dei rivoltosi.
Tuttavia, l’attacco aereo si rivelò poco efficace. Quel giorno, infatti, l’imprevedibilità del vento fece sì che i palloni cambiassero direzione. Addirittura, alcuni di essi tornarono verso gli austriaci, col rischio di scoppiare sopra le loro teste. Inoltre, il sistema di sgancio degli ordini risultò tutto fuorché affidabile, e molte bombe non esplosero o caddero sopra posizioni poco strategiche. La conseguenza fu che il bombardamento non inflisse danni significativi né contro la città, né contro i rivoltosi.
La caduta della Repubblica di San Marco e il suo significato storico
Nonostante l’attacco aereo si fosse rivelato totalmente inefficace, Venezia andò comunque incontro al suo destino e dovette arrendersi alle forze austriache. Infatti, il 24 agosto 1849, dopo soli due giorni dal primo bombardamento aereo della storia, la città si arrese.
Ovviamente, è bene sottolineare che la città non si arrese per via di quei pochi ordigni che caddero sulle teste dei veneziani, ma per la fame e per le malattie causate dal lungo assedio. Le ultime ore della Repubblica di San Marco possono essere lette nel senso di angoscia e frustrazione provate dal poeta Arnaldo Fusinato. Egli, infatti, nella sua “Addio a Venezia”, così descrive gli ultimi momenti della resistenza:
Passa una gondola della città:
ehi della gondola, qual novità?
«Il morbo infuria, il pan ci manca,
sul ponte sventola bandiera bianca»
[…]
Venezia, l’ultima ora è venuta,
illustre martire tu sei perduta;
il morbo infuria, il pan ti manca,
sul ponte sventola bandiera bianca.
L’esperimento dei bombardamenti aerei per mezzo di palloni aerostatici non fu più ripetuto, almeno non in larga scala. Tuttavia, esso rappresentò un’anticipazione delle devastazioni che avrebbe portato la guerra aerea. L’idea di attaccare il nemico dall’alto fu ripresa e perfezionata ne decenni successivi, in particolar modo con l’invenzione dell’aeroplano agli inizi del XX secolo.
E furono gli italiani a riprendere tale idea, nel corso della guerra italo-turca. Il 1 novembre 1911, l’aviatore Giulio Gavotti lanciò quattro ordigni esplosivi in volo su Ain Zara e sull’oasi di Tagiura. Gavotti caricò le bombe sul suo apparecchio e, giunto sopra le posizioni nemiche, lanciò nel vuoto le bombe sferiche da 1kg e mezzo di esplosivo. L’attacco aereo di Gavotti impressionò molti piloti dell’epoca, come Silvio Scaroni, Francesco Baracca e Gabriele D’Annunzio. Quest’ultimo, rimasto incredibilmente affascinato dall’impresa aerea, incluse Gavotti nel suo libro di poesie “Merope. Canti della guerra d’Oltremare”.
Conclusione
Il bombardamento di Venezia del 1849 fu un evento pionieristico, il primo tentativo documentato di attacco aero nella storia dell’uomo. Nonostante tale operazione oggi sia considerata rudimentale da un lato ed inefficace dall’altro, è innegabile che abbia segnato l’inizio di un nuovo modo di guerreggiare. Esso rappresenta, infatti, l’inizio di una straordinaria evoluzione tecnologica che avrebbe trasformato in maniera inesorabile “l’arte della guerra”.
Con l’avvento degli aerei nel XX secolo i bombardamenti aerei divennero una pratica più che diffusa, portatori di morte e devastazione su larga scala. Le conseguenze devastanti di tale innovazione sono ben rappresentate dall’utilizzo dei bombardamenti nel corso della Prima e della Seconda Guerra Mondiale, nonché nelle guerre più recenti. E, come corollario del sistema, può ricordarsi come Little Boy e Fat Man siano state sganciate da due bombardieri statunitensi, l’Enola Gay e il Bockscar.
Il bombardamento aereo di Venezia del 1849 può essere dunque considerato un evento dalla portata epocale, ma con un’importanza simbolica. Esso infatti fu il primo passo verso la nuova era della guerra moderna.
Saverio Francesco Frega per Questione Civile
Bibliografia
C. A. Radaelli, Storia dello assedio di Venezia negli anni 1848 e 1849, Tipografia del Giornale di Napoli, Napoli, 1865
P. R. Di Colloredo Mels, Venezia 1848-1849. Aspetti militari di un assedio del XIX secolo, Soldiershop Publishing Storia, 2016