Dalla cura all’empowerment e prevenzione: la psicologia delle life skills
In un articolo recente, abbiamo iniziato a concepire la psicologia non più solo come cura del disagio, ma anche come uno strumento di prevenzione di questo disagio o stress. In realtà gli strumenti della psicologia sono vari, oggi ci focalizzeremo sulle cosiddette life skills.
Definizione e classificazione
Le life skills sono state introdotte e definite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Vengono definite come una serie di competenze, cognitive ed emotive, grazie alle quali possiamo mettere in atto dei comportamenti positivi ed adattivi. Dunque, le life skills sono funzionali al fronteggiare al meglio le sfide di vita quotidiana.
Le life skills sono dieci: consapevolezza di sé, gestione delle emozioni, gestione dello stress, comunicazione efficace, relazioni efficaci, empatia, pensiero creativo, pensiero critico, decision-making e problem solving.
Possiamo raggruppare le life skills in tre macro aree. Le life skills cognitive includono: pensiero critico, pensiero creativo, decision-making e problem solving. Le life skills emotive comprendono: consapevolezza di sé, gestione delle emozioni e gestione dello stress. Infine, le life skills relazionali comprendono: la comunicazione efficace, le relazioni efficaci e l’empatia.
Ma cosa sono realmente queste life skills e a cosa servono nella pratica quotidiana?
Le life skills cognitive
Come si può facilmente comprendere, problem solving e decision-making rappresentano rispettivamente: la capacità di risolvere i problemi e quella di prendere decisioni. Risolvere i problemi può spesso richiedere un eccessivo dispendio di energie, fisiche e cognitive, dunque sviluppare un buon problem solving aiuta a trovare una soluzione efficace, con il minor impiego di tempo ed energie possibile.
Il decision-making riguarda invece l’abilità di prendere decisioni, un livello più elevato del problem solving. Spesso nella vita quotidiana ci ritroviamo a dover prendere delle decisioni valutando troppi elementi tutti insieme. Questi spesso ci sovraccaricano e confondono.
L’abilità di decision-making ci permette di prendere efficacemente delle decisioni, senza concentrarci su elementi poco utili.
Il pensiero critico è forse la life skill che più si è resa necessaria negli ultimi anni, con l’avvento delle tecnologie. Infatti la disponibilità di informazioni e di notizie presenti sui social e sul web, più in generale, ci rende più soggetti ad incorrere in truffe e ad inceppare nelle cosiddette fake news.
Una persona con un buon pensiero critico saprà prendere le distanze da queste informazioni, analizzarle criticamente e avrà meno probabilità di farsi ingannare. Il pensiero critico non si applica solo alle tecnologie, ma anche a situazioni di vita quotidiana più ‘’reali’’, come fare la spesa. Anche lì, con un buon pensiero critico, saremmo più in grado di confrontare i prezzi dei prodotti, e non farci ingannare dalle varie strategie di marketing.
Il pensiero creativo è un’altra skill dal significato facilmente intuibile. Si tratta di avere una flessibilità e creatività tale da trovare soluzioni alternative e creative. Dunque, si lega strettamente al problem solving e al decision-making.
Il pensiero creativo nella pratica
In psicologia, questa abilità è ben esemplificata dal celebre test della scatola dei fiammiferi, anche noto come problema di Duncker.
Il test chiede di attaccare una candela ad un muro, al di sopra di un tavolo, in modo che la cera non goccioli. Il soggetto ha a disposizione: una scatola con delle puntine, dei fiammiferi e una candela.
Provate a prendervi qualche minuto per risolvere questo piccolo rebus.
La soluzione a questo problema è quella di ‘uscire dai nostri schemi fissi mentali’ e concepire la scatola con le puntine come un portacandele.
Questo problema riflette il concetto di fissità funzionale ovvero la nostra capacità di concepire degli oggetti secondo l’uso più familiare e consueto che ne facciamo.
La soluzione è infatti usare le puntine all’interno della scatola per fissare quest’ultima al muro, e infine usarla come portacandela.
Le life skills emotive
Le life skills emotive riguardano maggiormente il nostro mondo interiore. Una di esse è proprio la consapevolezza di sé, concepita sia come consapevolezza dei nostri stati interni ‘transitori’ (come le emozioni), che quelli più ‘di tratto’, cioè relativi alla nostra personalità, più stabili.
All’autoconsapevolezza si legano le altre due skills che fanno parte di questa macroarea, ovvero la gestione delle emozioni e la gestione dello stress.
Infatti, una migliore autoconsapevolezza permette di riconoscere e fronteggiare al meglio e in tempi più brevi i nostri stati e le nostre emozioni, incluso lo stress.
Le life skills relazionali
È indiscutibile che per vivere al meglio ci sia bisogno di relazioni sociali: da quelle più strettamente familiari ai rapporti con i colleghi.
Per questo tra le life skills citate dall’OMS, non possono mancare quelle che ci permettono di stringere dei legami, come l’empatia.
L’empatia è un’abilità da lungo conosciuta che ci permette di entrare in sintonia con l’altro, e non semplicemente comprendere i suoi stati d’animo ed emotivi.
Grazie all’empatia, possiamo costruire delle relazioni efficaci. Una relazione è efficace se è positiva e costruttiva. Ciò significa che non ci sono conflitti o indifferenze tra le persone coinvolte, esistono buoni confini e ognuno si sente libero di esprimersi e di soddisfare i propri bisogni liberamente.
Infine, la comunicazione efficace è la capacità di sapersi esprimere coerentemente con il proprio sé e con gli stati d’animo propri e altrui. Rispettando sempre la sintonizzazione con l’altro.
Com’è facile comprendere, è strettamente legata all’autoconsapevolezza e all’empatia.
La comunicazione efficace comprende sia il cosiddetto linguaggio verbale (le parole) che il linguaggio non verbale (i gesti, la prossemica, le espressioni facciali…).
La comunicazione efficace è essenziale a livello di relazione perché ci aiuta ad esprimere al meglio i nostri bisogni e a costruire un rapporto con gli altri basato sulla fiducia reciproca, sulla conoscenza dell’altro e sulla libertà.
Lo scopo ultimo delle life skills: l’empowerment
Gli ambiti di applicazione delle life skills sono davvero molteplici, e la loro azione non dipende da una singola skill o macroarea. Al contrario, tutte le life skills agiscono in sinergia verso un unico obiettivo: l’empowerment.
Empowerment significa potenziamento ed indica proprio la crescita personale che si può ottenere attraverso lo sviluppo e la pratica delle life skills.
Chiara Manna per Questione Civile