Anello di Silvianus: storia dell’anello romano-tolkeniano
Come tutti sapete, l’Unico Anello è il centro della vicenda della saga letteraria e cinematografica “Il Signore degli Anelli”. Sauron, il Signore Oscuro, domina la Terra di Mezzo tramite l’Unico Anello. Il suo dominio si spezza nel momento in cui Isildur (Re dei Numenoriani) taglia il dito di Sauron. Perso il dito e, quindi, il contatto con l’Anello, Sauron viene sconfitto, rimanendo solo in forma di spirito e rifugiandosi oltre il Nero Cancello. Da questo evento prende il via la trilogia del Signore degli Anelli che tutti conosciamo.
J.R.R. Tolkien, come sappiamo, prese ispirazione, per il suo capolavoro, da tante mitologie e letterature del nord Europa, come la mitologia sassone, la letteratura germanica e la mitologia nordica.
Tuttavia, sapevate che per la “creazione” dell’Anello Tolkien potrebbe essersi ispirato ad un anello appartenente all’età tardo-imperiale di Roma chiamato “Anello di Silvianus”? No? Bene, mettetevi comodi, comincia il viaggio alla scoperta di questo interessante manufatto!
Anello di Silvianus: Tetrarchia e Guerre Civili
E’ il IV Secolo d.C., ci troviamo nella fase tardo-imperiale di Roma, quel periodo di tempo intercorso tra la presa del potere di Diocleziano nel 284 d.C. e la caduta dell’Impero Romano d’Occidente nel 476 d.C. La Roma di quel tempo visse notevoli sconvolgimenti politici, con diversi imperatori provenienti da differenti dinastie che si susseguirono sul trono imperiale. Per dare un’idea più precisa dell’epoca, si potrebbe dividere il tardo Impero in 5 fasi principali.
La prima fase fu la Teatrarchia (letteralmente, “potere dei 4”), che vide il potere diviso tra Diocleziano (che prese le province orientali e la prefettura d’Egitto), Galerio (che prese le province balcaniche), Massimiano (che prese Italia e Nord Africa) e Costanzo Cloro (padre di Costantino, che prese Spagna, Gallia e Britannia). Con l’abdicazione di Massimiano e Diocleziano nel 305, ebbe inizio la seconda fase del Tardo Impero, la fase delle Guerre Civili.
Anello di Silvianus: Costantinidi e Teodosidi
I conflitti intestini videro Costantino ergersi al di sopra di Licinio, ultimo rivale sopravvissuto dopo i sanguinosi conflitti che avevano investito Roma dopo l’abdicazione di Massimiano e Diocleziano. Costantino, ora padrone del mondo, governò da solo sull’Impero
La terza e la quarta fase possono essere sintetizzate come fase dei Costantinidi (ovvero Costantino e la sua dinastia) e fase dei Valentiniani e dei Teodosidi. Questo periodo ha inizio nel 323 d.C., anno del Concilio di Nicea, e finisce nel 395 con la morte di Teodosio e con la Partitio Imperii (la divisione dell’Impero Romano in blocco orientale e occidentale, sui quali regnarono rispettivamente Arcadio ed Onorio).
La quinta ed ultima fase fu il declino dell’Impero Romano d’Occidente, cominciato nel 410 con il sacco di Roma da parte dei Goti di Alarico e terminato nel 476 d.C. con la deposizione dell’ultimo Imperatore Romolo Augusto.
Anello di Silvianus: il ritrovamento
L’anello di Silvianus si trovava, nel 1785, in un campo arato vicino all’antica città celtico-romana di Calleva Atrebatum (corrispondente all’odierna città inglese di Silchester, nella contea dello Hampshire). L’anello era di proprietà di un certo Silvianus, probabilmente un governatore inviato da Roma per amministrare le terre britanniche. Un certo Senicianus rubò poi l’anello per farne un suo possesso (sono ignoti il suo ruolo e la sua occupazione all’interno delle gerarchie imperiali).
Silvianus, quindi, avrebbe lanciato una maledizione su Senicianus e su chiunque avesse preso possesso di quell’anello. Nel 1929, durante uno scavo nel sito di un tempio romano dedicato al dio Nodens (dio celtico del mare e delle guarigioni) presso Lydney Park (nei pressi della conte del Glouechestershire, nel Sud-Ovest dell’Inghilterra), l’archeologo Mortimer Wheeler ritrovò delle incisioni inerenti la maledizioni lanciata da Silvianus. Poiché l’archeologo conosceva direttamente J.R.R. Tolkien e poiché sappiamo che parlò con lui (in quanto professore di filologia anglosassone) di questo ritrovamento, è dunque probabile che la maledizione dell’Anello tolkeniano venne ispirata dalla maledizione di Silvianus.
A rivendicare la scoperta dell’anello fu una famiglia di proprietari terrieri dello Hampshire, la famiglia Chute. Il manufatto venne alla luce all’interno della loro tenuta “The Vyne”. E’ probabile che l’anello sia stato effettivamente ritrovato da un fattore che, per arrotondare i magri guadagni maturati con il massacrante lavoro nei campi, l’avrebbe poi venduto alla famiglia Chute. Questa trattativa è testimoniata dalla “The Vyne’s History” redatta da Chaloner Chute nel 1888. Quest’opera altro non è che una storia della casata Chute, racchiusa in un gigantesco libro esposto dal 2013 in una teca all’interno della biblioteca dei Chute.
Descrizione del manufatto
L’anello di Silvianus non è un anello che noi definiremmo normale. E’ un manufatto avente un diametro di 25 millimetri. Essendo così grosso, l’anello stava sopra un guanto di porpora. L’anello ha forma non circolare, ma decagonale. Sull’anello è incisa una raffigurazione della dea Venere mentre ai lati sono incise le lettere “VE” e “NVS”. Una sostanza collosa sull’incisione di Venere, denota la probabilità che questo anello venisse usato come sigillo imperiale.
Sulla “cintura” (per intenderci, la parte dell’anello che riveste la parte interna della falange del dito) è incisa la frase “SENICIANE VIVAS IIN DE”. E’ estremamente probabile che chi incise questa frase avesse commesso un errore, poiché la frase giusta da incidere era invece “SENICIANE VIVAS IN DEO”. L’invocazione a Dio era un “tòpos” letterario dell’epoca, e significava letteralmente “Viva Dio!”. Questa incisione, dunque, indica che Silvianus era un funzionario cristiano, cosa che è perfettamente in linea con il diffondersi della fede diventata preponderante durante il periodo tardo-imperiale.
Anello di Silvianus: i tempi odierni
L’anello di Silvianus è oggi esposto nella “Ring Room” nella tenuta dei Chute. Nella realizzazione della stanza dedicata all’Anello di Silvianus prese parte anche la Tolkien Society, la somma autorità in materia tolkeniana del nostro mondo. La stanza venne realizzata all’interno della biblioteca della casa.
L’anello è custodito all’interno di una teca di vetro girevole posta all’interno della biblioteca. Accanto alla teca, sono state esposte due grandi illustrazioni della Terra di Mezzo (precisamente due litografie di Minas Tirith e della Contea Baggins).
Conclusioni
Come abbiamo visto, Tolkien potrebbe aver preso ispirazione da questo manufatto romano per la creazione del suo Unico Anello. L’ispirazione arrivò da questo manufatto, oltre che dalle mitologie e dalle letterature nordiche.
Si sa che il riferimento più probabile preso da Tolkien per l’Anello sia stato l’Anello dei Nibelunghi. Ma anche pensare che l’Impero Romano possa aver influenzato Tolkien è sicuramente affascinante.
Tutte le strade portano a Roma, anche quelle che partono dalla Terra di Mezzo.
Francesco Ummarino per Questione Civile