La baia di Abukir: un mondo sommerso
Durante scavi di archeologia subacquea nella città sommersa di Heracleion, nella baia di Abukir, è stato rinvenuto il relitto di una rara nave militare, risalente all’epoca tolemaica. È solo l’ultimo di un tesoro culturale inestimabile.
Partiamo dal dove. La baia di Abukir.
Alzi la mano chi, di primo acchito, non associa questo luogo alla battaglia del Nilo, combattuta nel 1798 tra la flotta britannica, comandata da Horatio Nelson, e quella francese di Napoleone.
Tutti gli altri, pochi probabilmente, sapranno anche che custodisce da migliaia di anni le rovine della città di Thonis-Heracleion.
Heracleion: un porto sul Mediterraneo
La città, persa tra mito e realtà, prosperò tra il VI ed il IV secolo a.C., conoscendo momenti gloriosi, porto obbligatorio d’ingresso in Egitto per tutte le navi provenienti dal mondo greco. Rivestiva anche una grande importanza religiosa a causa del tempio di Amon, che svolgeva un ruolo importante nei riti associati alla continuità della dinastia. Fu costruita su alcune isole adiacenti nel Delta del Nilo. Era intersecata da canali con una serie di porti e ancoraggi e i suoi moli, templi e case-torri erano collegati da traghetti, ponti e pontoni. La città era un porto commerciale e nel tardo periodo dell’antico Egitto era il principale porto del paese per il commercio internazionale e la riscossione delle tasse.
Vi era anche un grande tempio di Khonsou, figlio di Amon, che era noto ai greci come Eracle. Più tardi, il culto di Amon divenne più importante. Tra il VI e il IV secolo a. C., un grande tempio di Amon-Gereb, il dio supremo degli egiziani all’epoca, si trovava nel centro della città e al quale il faraone Nectanebo I fece molte aggiunte nel IV secolo a.C.
I santuari di Heracleion dedicati a Osiride e ad altre divinità erano famosi per la guarigione miracolosa e attiravano pellegrini da una vasta area. La città era, inoltre, il luogo della celebrazione dei “Misteri di Osiride”ogni anno durante il mese di Khoiak. Il dio nella sua barca cerimoniale veniva portato in processione dal tempio di Amon in quella città al suo santuario a Canopo.
Durante il II secolo a.C. Alessandria superò Heracleion come porto principale dell’Egitto.
La scomparsa negli abissi
Nell’antichità, diversi terremoti seguiti da maremoti hanno reso fragile il terreno e fatto collassare una sezione di circa 110 chilometri quadrati del Delta del Nilo, provocando l’inabissamento delle città di Heracleion e Canopus.
Per centinaia e centinaia di anni, Heracleion è rimasta sopita nelle profondità marine. Fino all’inizio del nuovo millennio.
Prima della scoperta di Goddio, il suo nome fu quasi raso al suolo dalla memoria dell’umanità, conservato in antichi testi classici e rare iscrizioni. È lo storico greco Erodoto, nel V secolo a.C., a raccontarci di un grande tempio costruito dove il famoso eroe Eracle mise piede per la prima volta in Egitto. Riferisce anche della visita di Elena a Heracleion con Paride prima della guerra di Troia.
La baia di Abukir: la riscoperta
Nel 1933 un comandante della RAF, che sorvolava la baia di Abukir, vide rovine sott’acqua. Poi, tra il 1996 e il 2000, Franck Goddio e il suo team sono stati in grado di mappare e scavare parti della città di Thonis-Heracleion a 6,5 km dall’odierna costa.
“Ci vorranno almeno altri duecento anni prima di scoprirla tutta. Hai presente Pompei? Pompei è una città piccolissima. Ancora non è stata completamente scavata. Thonis-Heracleion copre un’area che è tre volte tanto quella di Pompei. Era il porto maggiore del Mar Mediterraneo.” – F. Goddio
Gli oggetti recuperati dagli scavi illustrano la bellezza e la gloria delle città, la magnificenza dei loro grandi templi e l’abbondanza di testimonianze storiche: statue colossali,iscrizioni ed elementi architettonici, gioielli e monete, oggetti rituali e ceramiche: una civiltà congelata nel tempo.
I rinvenimenti archeologici
La quantità e la qualità del materiale archeologico scavato dal sito di Thonis-Heracleion mostrano che questa città aveva conosciuto un periodo di opulenza e un picco nella sua occupazione dal VI al IV secolo a.C., come indica la grande quantità di monete e ceramiche rinvenute.
Il porto di Thonis-Heracleion aveva numerosi grandi bacini e funzionava come un centro del commercio internazionale. L’intensa attività nel porto favorì la prosperità della città. Più di 700 ancore antiche di varie forme e oltre 70 relitti risalenti dal VI al II secolo a.C. sono testimonianza eloquente dell’intensità dell’attività marittima.
Le ultime scoperte: una nave militare
Veniamo alle ultime importantissime scoperte.
Il rinvenimento di un relitto di una nave da guerra del Periodo Tolemaico e i resti di un’area funeraria greca datata all’inizio del IV secolo a.C.
L’imbarcazione fu rinvenuta sotto le macerie del Tempio di Amon, protetto da uno spesso strato di fango solido di circa 5 metri. Doveva essere attraccata al pontile del canale che scorreva lungo la facciata sud del Tempio di Amon nel II secolo a.C. quando un violentissimo terremoto causò il crollo del tempio e l’affondamento della barca.
La nave era lunga oltre 25 metri, con il fondo e la chiglia piatti e dalla forma dell’albero di grandi dimensioni si intuisce che fosse munita di una grande vela.
L’area funeraria
Sia le caratteristiche tipiche delle antiche costruzioni navali egizie che le evidenze di un riutilizzo del legname suggeriscono un’origine egiziana.
Il professor Ehab Fahmy, capo del Dipartimento Centrale delle Antichità Sommerse, ha posto l’attenzione anche sui resti di un’area funeraria greca risalente all’inizio del IV secolo a.C. La necropoli si trova all’ingresso del canale nord-orientale della città e ospitava i mercanti greci defunti che vivevano a Heracleion.
Purtroppo, ora i resti delle antiche vestigia sono completamente mescolati tra loro a causa degli eventi naturali che distrussero completamente l’area, facendola addirittura sprofondare. Queste rovine sono, tuttavia, la testimonianza della ricchezza dei templi che abbellivano la città, ormai silenti sotto le placide acque del Mediterraneo.
Altre ricchezze
Infine, sono stati rinvenuti cesti di vimini contenenti i frutti della palma dum e i semi d’uva risalenti all’inizio del IV secolo, insieme a una serie di tesori in ceramica, bronzo e oro. È stato trovato anche un divano in legno utilizzato per i banchetti, accanto a un amuleto d’oro di qualità manifatturiera eccezionale. I manufatti erano conservati all’interno di un tumulo sotterraneo e dei canali che lo circondavano.
Andate sul canale youtube di Goddio poiché potrete trovare brevi video in cui poter ammirare tutta la meraviglia che il mare ci ha restituito! E non è ancora finita.
Francesco Frosini per Questione Civile