La riconquista del Regno di Palmira: Aureliano contro Zenobia
La riconquista del Regno di Palmira avvenne in un preciso momento del III secolo d.C., uno dei periodi più difficili e problematici della storia di Roma. A causa dell’ Anarchia Militare, delle pressioni sulle frontiere settentrionali e a causa della ribellione della Regina di Palmira, Zenobia, l’Impero Romano rischiò di crollare su sé stesso. In questo articolo si tenterà di fare luce su quest’ultimo evento, fornendo una visione generale di una delle ribellioni più affascinanti della storia della Roma Imperiale.
La ribellione di Zenobia: brevi cenni su Palmira e Zenobia
La città di Palmira si trova in Siria, ed è tristemente salita agli onori delle cronache nel 2013, in seguito alla conquista e alla distruzione del sito archeologico ad opera dei terroristi. Nel 2016, il territorio di Palmira è stato ripreso dalla Siria. Sotto Roma, la Provincia di Siria venne istituita nel 64 a.C. ad opera di Gneo Pompeo, con la deposizione del sovrano Antioco XIII Asiatico. Da allora, la Provincia di Siria subì varie trasformazioni, fino a diventare il Regno Indipendente di Palmira. Nel 258 d.C., Settimio Odenato (generale romano) venne dichiarato dall’Imperatore Gallieno “Re dei Re” e “Corrector Totius Orientis”(carica istituzionale che affiancava il governatore di una provincia per aiutarlo a risolvere le problematiche di una provincia da poco resa tale), diventando sovrano del Regno di Palmira.
Nello stesso anno, Settimio Odenato sposò Zenobia, ultima discendente del ramo seleucide e di Cleopatra. Il matrimonio tra lei e Odenato aveva quindi un grande valore politico-diplomatico. Dopo circa 10 anni, Zenobia diede inizio al suo piano per la liberazione di Palmira dal giogo romano. Ordì una congiura con l’aiuto del nipote Meonio (o Maconio), e fece assassinare il marito Settimio Odenato, il figliastro Settimio Erodiano ed il governatore militare di Siria, Settimio Vorode. Con questo violento colpo di mano, Zenobia diventò l’unica regina del Regno di Palmira.
La ribellione di Zenobia: la presa salda sull’Oriente
La ribellione di Zenobia avvenne tra il 267 ed il 268 d.C. Dopo il violento colpo di mano precedentemente citato, Zenobia voleva creare un nuovo Impero che potesse porsi alla pari dell’Impero d’Occidente. Per i primi due anni di regno, approfittò dei problemi dell’Occidente per rendere ancora più saldo il suo potere. L’Imperatore Gallieno, infatti, era bloccato in Occidente a causa delle invasioni dei Goti e degli Eruli.
Per tentare di porre un freno alle ambizioni di riconquista della nuova Regina di Palmira, l’Imperatore Claudio Il Gotico inviò un contingente armato in Oriente, che fu facilmente sconfitto. Messo con le spalle al muro dopo questa grave sconfitta, nel 269 d.C. l’Imperatore fu costretto a riconoscere ufficialmente i confini del neo-regno di Palmira. Il regno venne riconosciuto entro i confini del territorio su cui aveva precedentemente regnato Settimio Odenato. Apparentemente soddisfatta, Zenobia rinsaldò ancor di più il suo potere. Tuttavia, nel 270 d.C., il destino le fece un grande regalo.
La riconquista di Palmira: Zenobia espande i suoi orizzonti
Nel 270 d.C., Claudio Il Gotico morì. Approfittando del momentaneo vuoto di potere ad Occidente, Zenobia nominò sé stessa Augusta. Da questo momento, Zenobia intraprese una vera e propria campagna di conquista, che espanse il suo regno ben oltre le sue più rosee aspettative. Sotto i colpi del Regno di Palmira caddero prima la Bitinia (regione situata nell’Asia Minore nord-occidentale limitata da Propontide, Bosforo Tracio e Ponto Eusino), poi l’Arabia e la Giudea.
A questi eventi seguì la conquista dell’Egitto. Il momento scelto per la conquista era perfetto: l’Imperatore Claudio Il Gotico era morto, e la flotta stanziata in Egitto era occupata nelle operazioni militari contro i pirati. L’esercito di Zenobia, guidato dal generale Zabdas, prese Alessandria d’Egitto con facilità. Dopo una breve riconquista da parte delle legioni stanziate in Egitto, la città cadde definitivamente in mano di Zenobia, che si proclamò poi “Regina d’Egitto”. Zenobia ordinò poi a Zabdas di conquistare anche la Siria e l’Asia Minore. In meno di un anno, conquistò Siria, Palestina, Libia ed Egitto.
La riconquista di Palmira: dalla diplomazia alla guerra
Zenobia regnava ora su un dominio enorme, ed era diventata una grande minaccia per la stabilità dell’Impero. Zenobia si impadronì anche delle rotte commerciali di quell’area. Roma aveva subito un danno enorme, ed il neo-Imperatore Aureliano (salito al trono nel 270 d.C.) si trovò costretto a riconoscere Zenobia come Regina d’Egitto ed il figlio di Zenobia come Augusto. Sulle monete venne impressa da un lato l’effige dell’Augusto, dall’altro l’effige di Aureliano. Zenobia e le sue conquiste vennero quindi riconosciute, ed il Regno di Palmira giunse al suo apogeo.
Tuttavia, Zenobia commise un grosso errore: inebriata dai suoi trionfi, la Regina iniziò a farsi vedere mentre indossava toghe porpora, e fece coniare monete con la sua effige e quella del figlio, escludendo quindi quella di Aureliano. La misura era colma, e Roma dovette reagire con forza. Terminate le operazioni militari in Italia nel 271 d.C., Aureliano radunò le forze e partì alla volta della Pars Orientis.
La riconquista della Pars Orientis e l’assedio di Palmira
Nel giro di un anno, Aureliano riprese Bitinia, Asia Minore ed Egitto. Questi territori erano di importanza fondamentale per l’Impero, e averli riconquistati permetteva ad Aureliano di muovere guerra al Regno di Palmira da una posizione di forza. Alla testa del suo esercito, Aureliano vinse due importanti battaglie contro l’esercito di Zenobia. La prima, la battaglia di Immae, fu una grande dimostrazione dell’abilità strategica di Aureliano. Sconfisse il contingente nemico prendendolo per sfinimento, costringendolo a ritirarsi dentro le mura di Antiochia. Aureliano entrò ad Antiochia due giorni dopo senza incontrare resistenza, poiché gran parte della popolazione era scappata dopo aver saputo dell’imminente arrivo dell’esercito romano.
Aureliano mosse quindi verso Emessa, riportando anche lì una grandiosa vittoria. Entrato ad Emessa, Aureliano prese possesso della città e del tesoro lasciato dalla Regina Zenobia. Forte di queste due grandi vittorie, l’Imperatore mosse verso Palmira, che pose sotto un pesante assedio militare. Aureliano offrì una possibilità di resa a Zenobia, che tuttavia rifiutò. La Regina si recò poi a capo di un’ambasceria presso il Re Persiano Sapore I (in persiano, Shabur), ignorando che fosse da poco deceduto, per richiedere rinforzi. Tuttavia, a circa sessanta chilometri da Palmira, Zenobia venne catturata da Aureliano, in procinto di attraversare l’Eufrate.
Con la propria regina in catene e con l’esercito romano al di fuori delle mura della città, Palmira fu costretta alla resa e, nel 272 d.C., il generale Zabdas consegnò Palmira ad Aureliano. Zenobia venne processata insieme a Zabdas e a molti membri della sua corte, che furono messi a morte. L’ex Regina di Palmira venne portata in catene a Roma ed esposta come un trofeo di guerra durante la marcia di trionfo del 274 d.C.
Conclusioni
Sul destino di Zenobia abbiamo versioni differenti: c’è chi dice che Zenobia sia morta di fame a causa di un suo sciopero volontario; lo storico bizantino Zosimo scrisse, invece, che potrebbe essere morta di malattia. C’è anche chi dice che sia stata uccisa in seguito al rifiuto di riconoscere l’autorità di Aureliano. Alcuni storici sostennero invece che Aureliano le avrebbe regalato una villa a Tivoli, nella quale Zenobia sarebbe vissuta fino alla fine dei suoi giorni.
Ad ogni modo, qualunque sia stato il destino di Zenobia, il fascino della sua ribellione e del Regno di Palmira restano e resteranno per sempre. Zenobia sfidò Roma e governò, seppur per poco, su un regno vastissimo. Zenobia fece bene a sfidare l’Impero? O fu una folle? Ai posteri l’ardua sentenza.
Francesco Ummarino per Questione Civile
Bibliografia
– L. Braccesi, Zenobia l’ultima Regina d’Oriente, Salerno Editrice, 2017
– Zosimo di Panopoli, Storia Nuova, Biblioteca Universale Rizzoli, 2007, I, pp. 57-163
– G. Geraci – A. Marcone, Storia Romana, Quarta Edizione, Mondadori Education S.p.A., Milano, 2016.
Sitografia
M.T. Grassi, Zenobia , un mito assente, “LANX” 7, 2010, pp. 299-314 https://www.researchgate.net/publication/279664374_Zenobia_un_mito_assente
A. Pagliuso, Zenobia, la figlia del deserto che sfidò Roma, consultato al link https://www.vanillamagazine.it/zenobia-la-figlia-del-deserto-che-sfido-roma-2/
R. Trizio, Lucio Domizio Aureliano: l’Imperatore romano che restaurò il mondo, in Il Bar di Roma Antica, consultato al link: https://bardiromaantica.it/lucio-domizio-aureliano-imperatore/