Come gli autori hanno rappresentato lo Shell Shock in Peaky Blinders
Come già introdotto nell’articolo di approfondimento psicologico di questa rubrica, il disturbo legato agli orrori della Prima guerra mondiale denominato Shell Shock in Peaky Blinders ha una rilevanza molto importante.
È superfluo evidenziare il successo globale che ha riscosso questa serie televisiva ideata da Steven Knight per BBC e distribuita nel mondo da Netflix. Possiamo probabilmente affermare senza indugi che essa sia entrata nell’immaginario della cultura popolare a noi contemporanea.
Sappiamo, comunque, che nonostante la reale esistenza tra fine ‘800 e inizio ‘900 di una banda di strada con questo nome a Birmingham, la trama ed i personaggi della sceneggiatura siano stati liberamente riadattati, mantenendo alcuni riferimenti storici e sociali, ma integrando anche tratti più caratteristici della gang rivale Birmingham Boys, capeggiata da Billy Kimber.
Così, questa banda gipsy che possiamo ammirare nel piccolo schermo viene rappresentata negli anni ’20 a Birmingham, con al vertice i fratelli Shelby. Tommy, Arthur e John sono dei ragazzi ormai cresciuti che dirigono i loro affari illeciti dopo essere tornati dalla campagna bellica inglese in Francia. Essi non sono gli unici, perché anche alcuni personaggi secondari vicini ai protagonisti mostrano lo stesso background.
Ma gli Shelby non sono dei semplici ex soldati, sono considerati dei Patrioti e degli Eroi. In particolar modo Thomas, personaggio principe, ha ottenuto più di una medaglia al valor militare.
Focalizzandoci su questi aspetti della serie tv, che naturalmente non si limita solo a mostrare le conseguenze della Grande Guerra, possiamo isolare e analizzare alcuni dei segmenti narrativi più rappresentativi dello Shell Shock in Peaky Blinders.
Il funerale di John
Con una panoramica generale sulla narrazione, mettendo da parte l’asse diacronico, si può partire sottolineando le parole chiare e dirette di Thomas nel secondo episodio della quarta stagione, pronunciate durante il funerale di suo fratello John, ucciso da una gang rivale:
“La verità è che siamo già morti insieme, in passato. Arthur, io, Danny WhizzBang, Freddie Thorne, Jeremiah e Jhon. Tagliati dalle truppe in ritirata, senza munizioni, in attesa che la cavalleria arrivasse e ci finisse…
Fummo risparmiati, il nemico non arrivò mai. Decidemmo così che ciò che sarebbe venuto dopo, sarebbe stato in più. E quando l’ora sarebbe arrivata, lo avremmo ricordato.”
Il montaggio di questa sequenza parte da un campo totale di qualche secondo sulla campagna che ospita la cerimonia zingara. In questi secondi Tommy ed Arthur stanno prendendo posto vicino alla carovana contenente la bara di John, di fronte al resto della famiglia già schierata, mentre Jeremiah prende posto lateralmente.
Poi il montaggio passa ad un piano americano di Thomas visto dalle ultime file della famiglia schierata, con un movimento di macchina verso destra che mette in evidenza la presenza di altri familiari nell’inquadratura, che si sovrappongono anche alla figura di Thomas.
Segue poi un campo medio su tutti i presenti che può anch’esso essere definito totale. Qui vediamo Thomas e Arthur di schiena, Jeremiah di lato ed il resto della famiglia frontalmente.
Questa disposizione scenica messa in evidenza dal montaggio sembra introdurre le immediate parole di Thomas, costruendo a livello visivo una contrapposizione tra chi ha vissuto l’esperienza shoccante della guerra ed è accomunato da un episodio preciso di essa, e chi forse, non può comprendere fino in fondo.
Shell shock in Peaky Blinders – Thomas
Il discorso di Thomas precedentemente citato rende chiaramente l’idea del disagio interiore sentito dai sopravvissuti alla Guerra. Le conseguenze sugli esseri umani, studiate da medici e professionisti descritte nel precedente articolo già citato, vengono qui riprodotte costantemente e con molta attenzione. Complessivamente, possiamo dire che i vari personaggi reagiscono al proprio vissuto in guerra in maniera differente, ma non dissimile.
Chiaramente Arthur e Thomas si possono definire i personaggi principali della storia, e l’indagine psicologica si concentra soprattutto sulle loro figure. Nei primi episodi, infatti, ottiene ampio spazio un approfondimento sulla condizione psicofisica di Thomas. Egli nella sua quotidianità si mostra forte, sicuro di sé, in controllo delle proprie azioni e di quelle altrui. Allo stesso tempo però, più di una volta ci viene mostrato come sia solito ricorrere al fumo dell’oppio prima di addormentarsi.
Il regista ci propone dei montaggi alternati che intrecciano immagini del suo vizio, nella sua angusta camera da letto, con scene che riproducono i ricordi dello Shelby all’interno delle gallerie che scavava sotto le truppe nemiche in Francia, mentre li rivive nel suo sonno artefatto dalla sostanza tossica. In particolare, nel terzo episodio della prima stagione, questo montaggio alternato ci mostra per intero una situazione traumatica non ancora risolta in lui.
L’incubo di Thomas
Thommy, Freddie Thorne e Danny WizzBang stanno scendendo in una galleria verso una parete dalla quale sanno che arriverà il nemico. Attraverso un’ocularizzazione interna secondaria vediamo inquadrati frontalmente i volti, prima di Freddie, poi di Thomas, per poi trovarci davanti agli occhi un’inquadratura di questa parete, con un movimento di macchina in avanti, ad avvicinarsi ad essa, utile ad aumentare l’ansia e la suspence per quello che dovrà succedere. La parete si rompe ed irrompono due nemici che aggrediscono Thomas, che a sua volta viene salvato da Danny. Tutto questo viene rappresentato con un montaggio molto veloce che rende a pieno la concitazione, la confusione e l’angoscia della situazione. Il Blinder si sveglia si soprassalto, e rendendosi conto che Danny sta bussando alla sua porta, nasconde gli strumenti legati all’oppio.
WizzBang esordisce con il saluto militare, rimarcando quanto il mondo militare penetri nelle persone che vi fanno parte. Questo incontro, che era dovuto ad affari del loro presente, si rivela come un’enunciazione chiara del disagio di Tommy, che egli sfoga nel consumo di sostanze che creano altri problemi. Lo Shelby ammette la propria situazione, confidando all’amico di sentire il rumore di pale e picconi provenire da una parete della sua camera. A volte per tutta la notte.
Le sue parole sono seguite da un’ocularizzazione interna parallela a quella precedente, con un’inquadratura della parete in questione, poi un primo piano di Thomas, che in obliquo osserva estenuato la parete, per poi riproporre un movimento di macchina in avanti verso la parete.
Questo parallelismo riporta nel suo momento presente la stessa angoscia vissuta nei ricordi. Questo anche a livello sonoro, con la presenza di un’auricolarizzazione interna che fa sentire agli spettatori lo stesso suono di pale e picconi immaginato da Thomas. Oltre che le parole da lui pensate ma non pronunciate.
Il personaggio di Thomas Shelby
L’amore verso Grace porta quel sollievo che gli permette di lasciare andare il passato. Nel quinto episodio, infatti, mentre sono stesi sul letto le confessa:
“Non sento più i colpi di piccone contro il muro. Mi vuoi aiutare?”
È comunque necessario chiarire che il personaggio di Thomas, nel complesso della serie, rappresenta il gangster spietato, carismatico e intelligente che suscita fascino, rispetto e paura da parte di tutti. La sua figura è fortemente idealizzata, ed anche quando vengono rappresentati i suoi punti deboli, egli sembra sempre riassorbirli per rigenerarsi ed uscirne vincitore.
Di conseguenza è estremamente riduttivo schematizzare l’amore come antidoto alla sofferenza. Perché i traumi della Guerra si intrecciano con la malavita, con gli affari, con le uccisioni, con le strategie, con l’ambizione, con le conquiste, con le delusioni, con le apprensioni per la famiglia e con l’amore stesso.
E infatti sono costanti i primi piani del volto glaciale e disturbante di Cillian Murphy, che contribuisce in grande parte al successo del suo personaggio. Personaggio che praticamente in ogni scena mette in mostra i propri abusi di alcool e tabacco. Ma soprattutto, mette in mostra la sua incapacità di dare un senso alla vita senza andare oltre i propri limiti di potere.
Thomas si evolve durante la serie, ma una parte del suo vissuto resterà sempre lì, mescolata a tutto il resto.
Il personaggio di Arthur
È davvero eloquente il contrasto con suo fratello Arthur. Arthur è il maggiore, ma a livello simbolico rappresenta l’uomo più debole, che si è fatto sopraffare totalmente dai suoi traumi. Egli partecipa agli eventi più tragici dello Shell Shock in Peaky Blinders.
Nella prima stagione Arthur viene presentato come un uomo estenuato da quello che ha visto che ha subito un tracollo psicologico. Ed è in questi episodi che il più “forte” Thomas afferma la propria leadership carismatica. Ma non si tratta di una battaglia per il potere, i due fratelli sono due lati della stessa medaglia, e nonostante alcuni scontri ciclici nell’arco della serie, non possono fare a meno l’uno dell’altro.
Arthur si porge agli spettatori come un uomo totalmente smarrito, che non sa mantenere il controllo su sé stesso. Un gangster sempre sopraffatto dall’alcool che a volte non riesce ad esercitare la propria autorità. Addirittura, nel quinto episodio della prima stagione, dopo essere stato truffato dal proprio padre tenta di suicidarsi impiccandosi.
Shell shock in Peaky Blinders – Arthur
Nel secondo episodio della seconda stagione Arthur mostra tutta la sua brutalità. Durante un mach di box contro un ragazzo perde totalmente la cognizione della realtà riuscendo solamente a liberare tutta la violenza accumulata. Con un raccordo sonoro dei suoi versi di battaglia, vediamo il montaggio spostarsi da Finn e Noah che si allenano ad una mezza figura di Arthur angolata dal basso verso l’alto, intento a massacrare di pugni il suo avversario. I pugni sono indirizzati verso la camera, quindi verso lo spettatore, e questa prospettiva valorizza la brutalità. Il ragazzo muore sul colpo.
Qualche scena dopo troviamo il confronto tra Arthur e Thomas che è uno scontro simbolico. All’inizio di questa sequenza le parole di Finn descrivono a pieno la situazione:
“Arthur ultimamente ha dato di matto. Sei, sette volte. È come se non fosse più presente. Non riesce a sentire -Fermo!-, non riesce a sentire il suo nome. E poi piange.”
È Thomas che deve rimettere assieme i pezzi del fratello. Nel loro dialogo Arthur vuole dare una spiegazione al suo comportamento, sussultando:
“È come una fottuta barca, Tommy. Sovraccarica di cose pesanti come carbone, ferro… E a volte si piega da un lato. La barca non è stabile. Riesco a sentire che sta sbandando. … è come se la mia cazzo di testa fosse come quella fottuta chiatta nera! Viene trasportata dentro e fuori, dentro e fuori…”
Il contrasto simbolico tra i fratelli Shelby
Thomas reagisce irritato facendogli presente quanto tempo sia passato dalla Francia e che la guerra sia finita, che deve mettersela alle spalle come ha fatto lui. Arthur controbatte afferrando il collo del fratello ed urlando “Io non sono come te, questo lo sanno tutti!”. Thomas di contro lo avvicina ancora di più allo specchio da parete e gli dice di guardarsi.
Qui possiamo ammirare uno splendido doppio mezzo primo piano dei volti dei due fratelli riflessi nello specchio, incorniciati dai loro corpi reali e dall’arredamento. Si può interpretare quasi come un quartetto di personaggi, dissociata per qualche momento la propria personalità in un doppione. Ed è così che il riflesso del volto di Arthur sembra rappresentare una reale presa di coscienza della “debolezza”, oltre che una ricerca del sé stesso da tempo smarrito.
Qui abbiamo l’apice del simbolo del soldato che se mostra le proprie debolezze viene additato come vigliacco, non virile. Non che il disagio non venga compreso, ma si deve vincere anche la guerra contro di lui. In questo quadro emerge anche il poco sostegno della medicina e della scienza che non hanno ancora sviluppato delle chiare diagnosi e cure. Successivamente, Arthur si riprende dal suo torpore facendo uso di cocaina.
Anche nel caso di Arthur, è riduttivo limitare la descrizione del personaggio a questo episodio. Anche Arthur, in una serie così lunga, sviluppa un’evoluzione che intreccia i suoi traumi agli avvenimenti della trama. Ma il suo disagio, le sue dipendenze e la sua mancanza di autocontrollo resteranno una costante.
Giuseppe Russo per Questione Civile
Sitografia e Bibliografia
- Peaky Blinders: la storia vera che ha ispirato la serie – Cinematographe.it
Analisi elaborata sulla base degli insegnamenti appresi da:
- Manuale del Film. Linguaggio, racconto, analisi. G. Rondolino, D. Tomasi – UTET 2018